Accade che mentre i gruppi di partito si affannano alla pubblicazione sul sito del consiglio regionale dei rendiconti annuali di spesa, a causa delle circostanze determinate della “bomba Polverini” , e il nostro Presidente accende i motori per la imminente campagna elettorale con lo slogan “Fallo anche tu!”, gli operai dell’ILVA, circa 11mila, restano abbandonati al loro destino e pur sempre vincolati alla vision economica disegnata nel corso di tanti anni da tutti coloro i quali hanno voluto pervicacemente, ed evidentemente con interesse, imporre la vision di territorio ionico a vocazione industriale/inquinata e non altra (così insistentemente i nostri Curto e Lospinuso).
Mentre a Taranto ogni nucleo famigliare può annoverare la presenza di un malato o morto per patologie derivanti da inquinamento, situazioni che costituiscono il vero termometro dell’allarmante condizione ambientale e sanitaria di Taranto, pertanto evito ogni commento riguardo le citazioni di dati forniti dal nostro Assessore all’Ambiente, in questi giorni, relative alle centraline di monitoraggio attivate per il Piano di Risanamento dell’aria del quartiere Tamburi, accade che la politica ancora non risponde al proprio dovere; eppure ce lo chiede una comunità intera, ce lo chiedono gli operai ce lo chiede la magistratura ma noto un silenzio assordante come se il ministero dell’ambiente, con il prossimo rilascio di un’autorizzazione integrata ambientale possa supplire ad un nostro compito e cancellare definitivamente questa inconcepibile ed amara pagina di storia.
“Non c’è più tempo per rimandare. Non c’è più modo per tentennare” recita lo slogan della campagna “Fallo anche Tu!”, mossa dalla compagine elettorale che accompagnerà il nostro Presidente alle elezioni, ed io ne condivido l’esortazione, come condivido i concetti che sempre nello slogan sono esposti subito dopo con la frase “Noi ci candidiamo perché vogliamo cambiare il nostro futuro. Noi ci candidiamo, perché il prossimo governo deve avere bene in testa che l’Italia si cambia davvero solo se si cambia il destino delle nostre generazioni.” Ebbene, cambiamolo finalmente il destino delle nuove generazioni a Taranto ed in provincia, signore Presidente Vendola, diamo un impulso diverso al Mezzogiorno, prospettiamo un futuro ecosostenibile almeno per giovani, per i bambini, per quelle creature nelle quali si riscontrerà un danno genotossico, provocato in tanti anni ed in modo massivo dall’inquinamento dell’intero polo industriale e non solo quello. Cambiamolo il destino degli operai soggetti al ricatto occupazionale: o lavoro, in condizioni non dignitose, o fame e disoccupazione, perché a Taranto non c’è altro! La politica non ha saputo creare altro! Ci chiedono un lavoro sicuro e vorrebbero che fosse altro rispetto all’Ilva, se non per sé almeno per i loro figli.
(Il dr. Patrizio Mazza è Consigliere regionale della Puglia per l’Italia dei Valori)
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