LUCE SULLA COLLEGATA SFIRLOG – Alla società a responsabilità limitata Sfirlog (collegata della Sfir, con sede legale sempre a Cesena in via Benedetto Croce 7 e che ha come oggetto sociale le attività di logistica e “a titolo meramente esemplificativo e non esaustivo” quelle di trasporto, carico, scarico e stivaggio di merci e beni in genere in Italia e all’Estero, lo stoccaggio delle merci, la produzione ed il confezionamento ed il commercio all’ingrosso degli stessi, il catering ed altro) l’attività di impacchettamento dello zucchero, con impiego dal prossimo novembre di 14 lavoratori a tempo indeterminato e tempo pieno per lavoro di produzione e negli uffici. Altri 7 lavoratori saranno invece occupati ma a carico – in attesa del completamento del polo logistico a Borgo Incoronata – della società madre Sfir, “società che al tempo – come ricorda Calamita – fece un accordo di esodo incentivato”. I 7 lavoratori sono attualmente sotto regime di cassa integrazione ordinaria per “involuzione produttiva”. “Per i lavoratori che lavoreranno per la Sfirlog non cambia nulla a livello delle precedenti condizioni salariali”. Qualora emergesse la possibilità di nuove assunzioni nella Sfirlog i lavoratori attualmente in cassa integrazione con la Sfir potrebbero essere reimpiegati nella stessa società collegata. Grazie all’intesa la Sfir avrebbe dunque ceduto il ramo d’azienda del confezionamento alla Sfirlog, con i 14 lavoratori che dovrebbero continuare a conservare il trattamento economico e l’anzianità di servizio maturata.
CALAMITA: “LA SFIR PUNTA MOLTISSIMO SUL CENTRO DI FOGGIA. DETERMINANTE LA PRESENZA DEL PORTO ALTI FONDALI DI MANFREDONIA” – “La Sfir punta moltissimo sul centro di Foggia – dice a Stato il segretario Daniele Calamita – unico porto in Puglia dove è possibile (Porto industriale di Manfredonia, alti fondali, dnR) l’attracco delle navi Bibo (acronimo per Bulk In/Bulk Out o di Bulk In/Bags Out, tipologia di navi da trasporto, non molto numerosa, che possono effettuare l’imballaggio di un carico sfuso direttamente a bordo durante le operazioni di sbarco dello stesso, utilizzate principalmente per il trasporto di prodotti agroalimentari ed in particolare dello zucchero raffinato. Le Bibo mantengono dimensioni relativamente modeste e comprese tra le 20.000 e le 40.000 tonnellate di portata lorda. La lunghezza varia tra i 170 e 190 metri, ndR). Lo stesso non si può dire – dice Calamita – per il porto di Brindisi”.
Si ricorda che la Sfir – società fondaria industriale romagnola Spa con sede a Cesena, in via Croce e con sedi anche a Bologna, Ferrara, Forlì e Foggia, con collegate Euro Sfir Italia Spa, Sfir Raffineria di Brindisi Spa.
LA VICENDA, L’ACCORDO IN REGIONE, LA PROTESTA DEI SINDACATI– “FRA i 100 cantieri in 100 giorni, annunciati dal presidente Nichi Vendola, non può non trovar posto quello del polo logistico nell’area ex Sfir a Foggia”. Rilevò poco tempo la stessa segreteria provinciale della Fai Cisl di Foggia, secondo la quale erano “assolutamente inspiegabili ed ingiustificati i ritardi della Regione Puglia, la sola a dover ancora rilasciare la propria autorizzazione, l’ultima necessaria al progetto, dopo che tutti gli altri soggetti istituzionali si sono già espressi favorevolmente”. Il segretario generale della Fai Cisl, Michele Manzi, invitò infatti il Presidente della Regione a prendere atto della decisione favorevole al progetto, assunta da tempo dal territorio di Capitanata, sollecitando nuovamente la Giunta “a procedere alla concessione delle autorizzazioni indispensabili all’investimento nell’area industriale foggiana”.
IL MASTER PLAN DELLA SOCIETA’ ROMAGNUOLA – Il master plan presentato dalla SFIR dovrebbe prevedere un ammodernamento dell’Area di Sviluppo Industriale (ASI) ed un’occupazione aggiuntiva complessiva di oltre 1100 lavoratori, secondo il segretario Cisl Manzi, “in Capitanata, la reindustrializzazione di un così importante sito produttivo di completa filiera industriale, con oltre 100 milioni di euro di investimenti disponibili, può davvero invertire la rotta del sottosviluppo”. Ancora prima il segretario generale della Cisl Foggia Emilio Di Conza espresse tutto il suo rammarico per la “la mancata autorizzazione del progetto di riqualificazione industriale del gruppo Sfir che interessa la Capitanata”, dopo l’accordo sottoscritto dalla stessa Regione, il 28 dicembre 2007, con Provincia, Comune, consorzio ASI, organizzazioni sindacali e Sfir S.p.A, per la riconversione produttiva dell’area di Borgo Incoronata, a seguito della dismissione dello zuccherificio. Con quell’accordo, rileva la Cisl, la Regione si era impegnata “ad accompagnare il progetto complessivo di riconversione, con le necessarie azioni di sostegno in relazione alla riconosciuta opportunità di sviluppo dell’area e delle ricadute economiche della stessa”.
CISL, “CON POLO LOGISTICO CONCORRENZA TRA GDO E RIDUZIONE DEI PREZZI” – Secondo la Cisl, era “del tutto evidente che si sarebbe anche creata, superando un’anomalia tutta foggiana, la necessaria concorrenza nell’ambito della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) ed un conseguente abbassamento dei prezzi delle merci. Nella Città di Foggia, ma anche in provincia, si assiste infatti – rimarca la Cisl – ad un sostanziale regime di monopolio esercitato da pochi gruppi della GDO, che grava sui prezzi, a danno dei consumatori foggiani”. Pertanto, “dopo il passo falso registrato da parte della Regione – aggiunge il segretario provinciale della Cisl – oggi è necessario, da parte dei principali attori politici, produttivi e sociali della Puglia, confermare il sostegno al progetto di riqualificazione, impegnandosi alla sua più rapida approvazione, al fine – conclude Di Conza – di scongiurare il rischio che un’altra concreta opportunità di sviluppo possa allontanarsi dal nostro territorio”.
GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI A FAVORE DI 141 LAVORATORI – Lo scorso 29 gennaio 2010, presso il Ministero del Lavoro, era stato invece sottoscritto l’accordo fra Sindacati e SFIR per “sopperire alla situazione di crisi aziendale del Gruppo”. L’accordo, “prendendo atto dei regolamenti comunitari penalizzanti l’attività industriale saccarifera e delle conseguenze che essi hanno prodotto sugli stabilimenti italiani e su quello di Foggia in particolare”, valutò positivamente il piano di riconversione presentato dalla Società alla Regione Puglia e le misure relative agli ammortizzatori sociali ed al piano degli esuberi già attuate. A scadenza della CIGS per 200 dipendenti, verificatasi il 31 dicembre 2010, e non potendo più utilizzare gli strumenti di sostegno al reddito previsti dalla legislazione ordinaria, le parti presero atto della disponibilità formalmente manifestata dalla Regione Puglia (nota del 29 gennaio 2010) per il ricorso agli ammortizzatori sociali in deroga sulla base dell’accordo sottoscritto con il Governo lo scorso febbraio.
“E’ sufficiente spostarsi di circa 70-80 chilometri da Foggia – rileva il sindacalista – per vedere che sono state realizzate intere cittadelle del commercio. Perché in provincia di Foggia – si chiese Manzi – si devono ostacolare questi processi?” IL ‘master plan’ bloccato: un piano da 100 milioni di euro di” investimenti privati” ‘rischiano’ pertanto di rimanere congelati per lo sviluppo della zona industriale di Borgo Incoronata, nel capoluogo dauno. Il progetto fa riferimento al piano presentato dalla Sfir di Cesena, multinazionale della filiera bieticola-saccarifera , per la riqualificazione di un’area di oltre 70 ettari, area relativa all’ex zuccherificio Sfir di Borgo Incoronata, da tempo inattivo. La ditta di Cesena aveva presentato un progetto che prevede la realizzazione di un polo integrato a servizio delle aziende esistenti, ma anche un’area espositiva e strutture ricettive, oltre al potenziamento del reparto ancora attivo nello zuccherificio, vale a dire quello relativo all’insaccamento dello zucchero raffinato che arriva dalle navi che attraccano – come detto – nel porto di Manfredonia. Nello specifico, il progetto della Sfir dovrebbe prevedere l’occupazione di quasi 2400 dipendenti, divisi dai 1140 addetti ed altri 1140 per l’indotto. Le critiche principali arrivano dai commercianti foggiani per il progetto fanno riferimento alla costruzione di un centro commerciale di un’ampiezza di circa 27mila metri quadri.
LA RICONVERSIONE PRODUTTIVA, L’ACCORDO DEL DICEMBRE 2007 – L’accordo di riconversione produttiva dello zuccherificio Sfir di Foggia venne sottoscritto come detto a Bari già lo scorso 28 dicembre del 2007 (presso la sede della Regione Puglia relativo alla riconversione produttiva dell”impianto e dell”area dell”ex zuccherificio della Sfir sito in Borgo Incoronata). “Il progetto sarà portato innanzi – disse a Stato a fine 2009 Daniele Calamita – gli iter autorizzativi non sono stati ancora conclusi ma il piano di riconversione della ditta proseguirà per quanto già stabilito”. Nella fabbrica era precedentemente produttiva solo una linea di impacchettamento, con l’impiego di circa 16 lavoratori. Per gli altri dipendenti della ditta era stata attivata una proroga della Cigo” “Il problema è nazionale – disse Calamita – nato dopo la riforma nei rami produttivi del settore (e dunque interessando altri siti del territorio, vedi Eridiana, per un totale di quasi 700/800 lavoratori).
LE RIDUZIONE NELLA PRODUZIONE DELLE BARBABIETOLE IN ITALIA IL DINIEGO DI CAMPO LA SFIR NELL’AREA EX ENICHEM, CALAMITA: “PER L’IMPATTO SUL TERRITORIO DELLA CENTRALE TERMOELETTRICA” -Già nei primi di dicembre 2009 era stata pubblicata una richiesta da parte della filiera italiana dello zucchero, un documento nel quale industrie, bieticoltori e sindacati avevano denunciato lo stato di crisi dello zucchero italiano, che corrispose a circa il 30% dei consumi interni, uno stato di crisi irreversibile se dal Governo non arriveranno i fondi promessi: 86 milioni di euro, divisi tra il 2009 e il 2010, non previsti tuttavia dalla Finanziaria. In Italia dal 2006 si era verificata una riduzione pari ad una tonnellata, sulle sei totali previste, nella produzione delle barbabietole, che ha causato la chiusura di 15 fabbriche su 19 coinvolte e oltre 5mila posti di lavoro persi tra stagionali e non”. La produzione nazionale di zuccherro sarebbe infatti passata da 1,5 milioni di tonnellate annue a 500 mila tonnelate concentrata in primis nei 4 zuccherifici rimasti a Manerbio (Bologna), Pontelongo (Padova), San Quirico (Parma) e Termoli (Campobasso, dopo la riforma Ocm degli zuccherifici). Quatto stabilimenti per i quali erano stati previsti dei fondi comunitari e nazionali fino al 2010. Incertezza tuttavia per i fondi dello Stato. Anche per Confindustria il progetto della riqualificazione dell’area ex Sfir è “indispensabile”, dato che servirà al rilancio definitivo di tutta la zona industriale (dopo Barilla, Alenia, Sofim, mentre a luglio 2009 si era aggiunto il conservificio Antonino Russo, tra i più grandi a livello europeo per la trasformazione del pomodoro). Da aprile 2010, il cronoprogramma prevedeva l’avvio delle opere di urbanizzazione, dell’insediamento ricettivo (costruzione di un albergo) e dell’incubatore d’impresa. Attività che dovrebbero partire in contemporanea con la realizzazione del centro commerciale.Già in un’altra occasione la Sfir lasciò la Capitanata con il no giunto dal comune di Manfredonia per una raffineria di zucchero grezzo da 85 milioni di euro. Il progetto era stato dunque spostato a Brindisi dove il futuro stabilimento dovrebbe andare in produzione a fine luglio. A regime 300 tonnellate di prodotto finito, per un fatturato di oltre 100 milioni di lire. “Il no dell’allora Giunta Campo – conclude Calamita – venne dettato a causa della probabile costruzione di una centrale a biomasse o termoelettrica richiesta dal gruppo di Cesena per l’autoapproviggionatomento di energia elettrica. La centrale (da realizzare nell’area ex Enichem) avrebbe potuto avere un impatto non favorevole sul territorio agricolo”.
In precedenza, come detto, alla Sfir era stata attivata la Cigs per 200 dipendenti, verificatasi il 31 dicembre scorso, e non potendo più utilizzare gli strumenti di sostegno al reddito previsti dalla legislazione ordinaria, le parti presero atto della disponibilità formalmente manifestata dalla Regione Puglia (nota del 29 gennaio 2010) per il ricorso agli ammortizzatori sociali in deroga sulla base dell’accordo sottoscritto con il Governo lo scorso febbraio. “141 lavoratori –ha dichiarato l’Assessore Losappio- potranno continuare a usufruire del paracadute degli ammortizzatori sociali grazie all’intervento dell’Assessorato con un provvedimento a rotazione e con l’anticipo da parte della società della integrazione salariale alle normali scadenze di paga. Una buona notizia che consente di impostare la riconversione con i dipendenti in maggiori condizioni di serenità”.
LA PRECEDENTE POSIZIONE DELLE UNITA’ LAVORATIVE DI FOGGIA – Per Cgil, Cisl e Uil era infatti “prioritaria la garanzia del mantenimento occupazionale delle 42 unità ancora in carico alla Sfir, delle quali 16 sono in Cig a rotazione e altre 26 in Cig a zero ore, e che oggi garantiscono il confezionamento, attività residuale del vecchio impianto di produzione dello zucchero situato nella zona industriale del capoluogo”. L’accordo firmato a gennaio 2008 alla Regione Puglia con la Sfir ha previsto infatti una riarticolazione dell’area in spazi espositivo-commerciali, un centro servizi per le imprese e per l’area Asi, attività industriali e logistiche, attività per il tempo libero e attrezzate a verde. Lo scorso 3 dicembre si era già svolto alla prefettura di Foggia un vertice, alla presenza di responsabili della Regione, della Provincia, della Camera di Commercio, di Assindustria e Asi, del Comune di Foggia, dei sindacati di categoria (Flai) e naturalmente dello stesso Prefetto, Antonio Nunziante, per “fare il punto della situazione”, relativamente alla posizione dei lavoratori.
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