Bari – COSTITUIRSI al TAR Lazio contro la delibera Agcom che ha previsto la soppressione delle frequenze delle emittenti televisive private che irradiano interferenze verso i Paesi comunitari confinanti. È la richiesta che il presidente del Consiglio regionale della Puglia Onofrio Introna ha rivolto in una nota urgente al presidente della Regione Nichi Vendola e al coordinatore dell’Avvocatura regionale avv. Vittorio Triggiani.
“È necessario ricorrere entro il 7 dicembre – ha osservato Introna – per chiedere al Tribunale Amministrativo del Lazio di annullare la delibera 480/14/CONS, che applicando la legge statale n. 9/2014, prevede lo spegnimento entro il 31 dicembre 2014 di 12 canali televisivi in Puglia, sui diciotto complessivi dell’offerta digitale regionale”.
Sono 35 le imprese televisive pugliesi a rischio (95 in Italia, nei 76 canali nazionali coinvolti dal provvedimento di soppressione) e si stimano in un migliaio i posti di lavoro minacciati dalla chiusura delle “voci libere”, tra giornalisti, tecnici e personale amministrativo..
L’emendamento alla legge di stabilità 2015 approvato dalla commissione bilancio della Camera su iniziativa del Governo nazionale, sposta al 30 aprile 2015 il termine per abbandonare tali frequenze e interviene sugli indennizzi, “ma non risolve il problema”, fa notare il presidente del Consiglio regionale nella richiesta di agire legalmente.
Resta “in piedi inoltre l’aspetto politico della vicenda”, oggetto com’è noto di un l’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio regionale pugliese il 14 ottobre, con la richiesta al Governo Renzi di rivedere ogni decisione. Ne deriverebbe infatti “l’estinzione” di tante antenne, alcune storiche, in attività qualche decennio.
Le ricadute, conclude Introna, sarebbero “pesanti e inaccettabili” non solo sul settore televisivo locale: “il pluralismo dell’informazione e la democrazia ne uscirebbero ingiustamente penalizzati, in Puglia e nel Mezzogiorno”.
Redazione Stato