ANDRIA – Un sano dibattito che si sta accendendo di ora in ora nella città di Andria: quello sulle origini della burrata. Grazie agli approfondimenti che l’Attivista Sociale Savino Montaruli, Presidente dell’Associazione di Impegno Civico “Io Ci Sono!”, sta operando in sinergia con familiari delle storiche Famiglie di casari Asseliti/Asselti/Asselta, stanno emergendo verità eclatanti e storicamente rilevanti sulle origini del celebre formaggio che sta conquistando il mondo.
A fronte, dunque, di iniziative che mirerebbero ad indirizzare l’orientamento in un’unica direzione, ci sono elementi, particolari, indicazioni, memorie e dati di fatto che riaprono una questione che solo apparentemente sembrava essersi chiusa, al punto che dal comune di Andria si apprestavano già ad orientare attenzioni ed iniziative in quell’unica direzione oggi rimessa in discussione.
A tal proposito l’Attivista Montaruli ha dichiarato: “il dibattito che si sta sviluppando in città circa le origini della burrata va considerato edificante perché mira non all’accertamento di una verità assoluta, che evidentemente non c’è, ma all’esaltazione di un prodotto, di un’arte, di una storia e di una tradizione che appartengono all’intera laboriosa Comunità andriese.
Un dibattito – prosegue Montaruli – che vuole tornare alle origini perché ciò significa evitare che tutto venga visto con la lente del business e del materialismo mentre in ballo ci sono l’identità e la storia di Maestri Casari che hanno scritto pagine di progresso e di sviluppo economico del territorio.
Di questa storia fanno parte tante famiglie di Andria che hanno concentrato la loro missione sui prodotti caseari quindi, come nel caso delle famiglie Bianchino, Asselti, Asseliti ed Asselta, anche all’invenzione della celebre burrata. Le ricostruzioni storiche – aggiunge Montaruli – vanno quindi in diverse direzioni e non esiste un’unica via.
I particolari sono importanti ed i particolari affermano che luoghi, date, tempi e circostanze inducono a soluzioni storiche differenti da quelle univoche fin qui evocate. Anche noi, come altri che si sono prestati a tale ricerca, abbiamo elementi inconfutabili e certi che sono alla base di verità accertate ed appurate.
Il comune di Andria, quindi, contrapponga al legittimo entusiasmo anche la ragionevole analisi completa e persino il ragionevole dubbio. Il riconoscimento della città di Andria sia alla Città di Andria, a tutta la città di Andria ed a tutti coloro che sono stati i protagonisti delle origini della burrata, senza esclusioni e senza primogeniture che, di fatto, a questo punto sono diverse e diversificate.
Quella masseria ai piedi di Castel del Monte; quella masseria nella quale il giovane Angelo Asselti, con il suo papà Michele ed il nonno Antonio Asselta, peraltro tutti riconducibili alle famiglie Asseliti, Asselti ed Asselta, lavoravano sin dai primi del 1900 quell’involucro protettivo dal contenuto prezioso ed inimitabile, sapientemente decorato ed aromatizzato con foglia di asfodelo, è il luogo al quale ricondurre con estrema certezza la lavorazione della burrata in quegli anni quindi alle sue origini.
A questi elementi ne aggiungeremo altri che saranno attinti da fonti attendibili, quindi la storia delle origini della burrata è ancora tutta da (ri)costruire, partendo da quello che già sappiamo e che è certo” – ha concluso Montaruli.
Ufficio di Presidenza “Io Ci Sono!”