27.11.2024. La questione abitativa a Manfredonia si conferma una delle emergenze sociali più pressanti.
Dopo i numerosi appelli di cittadini in cerca di una casa, abbiamo interpellato il sindaco Domenico La Marca e l’assessora al welfare Maria Teresa Valente per fare il punto sulla situazione e sulle possibili soluzioni.
Alloggi popolari: il nodo delle nuove costruzioni
Alla domanda sul perché la costruzione di nuovi alloggi popolari sia ferma da 25 anni, il sindaco La Marca ha sottolineato come il problema abbia radici profonde e non sia nato con il suo mandato. Tuttavia, ha affermato che l’amministrazione è in contatto con l’ARCA e auspica di poter avanzare richieste per nuovi alloggi in futuro.
Nel frattempo, l’assessora Valente ha illustrato le iniziative intraprese dall’amministrazione, come lo scorrimento delle graduatorie e la riqualificazione degli alloggi popolari occupati abusivamente o da chi non ne ha più i requisiti. Tra le assegnazioni già effettuate, circa otto nuclei familiari hanno ricevuto una nuova abitazione. Tuttavia, l’assessora ha evidenziato un problema normativo che rallenta le assegnazioni: alcune abitazioni di grandi dimensioni, come quelle da 95 mq, possono essere assegnate solo a nuclei di almeno sei persone.
Poiché la maggior parte delle famiglie in graduatoria è composta da meno membri, è stata avanzata la richiesta di abbassare il requisito a cinque persone. “È solo una piccola goccia nell’oceano, ma è un passo avanti”, ha commentato l’assessora.
Il fenomeno dei B&B e gli affitti in nero
Un altro tema affrontato riguarda la crescente trasformazione di abitazioni private in strutture ricettive, come bed & breakfast. Il sindaco ha sottolineato la necessità di controlli più rigorosi, anche sulla riscossione della tassa di soggiorno, e si è detto favorevole all’idea di regolamentare le concessioni, prendendo esempio da città come Barcellona e Parigi. Tuttavia, ha ammesso che intervenire in tempi brevi su questo fronte è complesso.
Per quanto riguarda il fenomeno degli affitti in nero, il primo cittadino ha ribadito che è fondamentale la collaborazione dei cittadini, invitandoli a segnalare situazioni irregolari alle autorità competenti.
Il taglio del fondo per gli affitti e il ruolo dei servizi sociali
Sul versante del sostegno sociale, l’assessora Valente ha ricordato il lavoro costante dei servizi sociali ma ha espresso preoccupazione per il taglio del fondo regionale di garanzia per gli affitti. Tale fondo garantiva una copertura del 75% del canone per le famiglie in difficoltà, rappresentando una boccata d’ossigeno per chi rischia la morosità.
L’emergenza casa a Manfredonia rimane una sfida complessa, e le soluzioni finora messe in campo rappresentano solo un punto di partenza. La strada è lunga, ma l’amministrazione intende proseguire con interventi mirati, pur nei limiti delle risorse disponibili.
La redazione di Stato Quotidiano continuerà a raccogliere segnalazioni di cittadini in difficoltà. Chiunque voglia denunciare situazioni di emergenza abitativa può contattare la redazione.
Angelica Murgo
È ci credo ogni buco hanno fatto b& b vedi se ci sarebbero i controlli sai quanti b&b in nero ci sono a Manfredonia ed è uno vergogna è la gente che non può trovare un abitazione vuoi un b&b pagate le tasse .Signor Sindaco su questo problema lei non dice niente cosa ne pensi? Saluti
La causa di questa emergenza delle case in affitto è che non c’è la convenienza, e la maggior parte dei proprietari delle seconde case, hanno preferito venderle, sia per le troppe tasse e sia per le leggi che sono favorevoli a inquilini disonesti.
LE CASE PRIVATE COME DICE LA LEGGE SONO INTOCCABILI, ALLORA PERCHÉ IL COMUNE NON METTE UNA LEGGE DELLE LIMITAZIONI IN UN PAESE COME MANFREDONIA DI 58 MILA ABITANTI MASSIMO 20 B&B CI DEVONO ESSERE È SEMPLICE FATE UN ORDINANZA PONETE DEI LIMITI POSSIBILE CHE NON SI È CAPACI DI FARE UN ORDINANZA
Bisogna agevolare l’iter burocratico amministrativo per l’edificazione nei comparti CA.
Vi sono tante persone, cooperative di edilizia comprese, che sono proprietari dei suoli ma non riescono ad edificare per i tanti problemi che sono sorti.
Si potrebbe cosi’ aumentare l’offerta del numero delle abitazioni sul mercato immobiliare dell’affitto e/o della vendita.
Se c’è il il libero mercato come si fà ad impedire le attività di B e B.
Piuttosto si potrebbe intervenire facendo una revisione degli assegnatari case popolari.
La casa popolare era stata assegnata perchè c’era un problema familiare grave, oggi ci sono persone che vivono da sole in appartamenti molto grandi, per esempio si potrebbe fare un cambio di appartamento con le famiglie numerose.
Oppure due persone anziane si potrebbero fare compagnia e convivere in un unico appartamento, lasciando godere ad altri quello di cui hanno beneficiato per 50 anni.
La destinazione di “sottani “
ad uso turistico / ricettivo di per sè non intacca la disponibilità di alloggi ad uso residenziale perció non fanno testo ; per gli appartamenti , invece, non è la prospettiva di un guadagno facile ma la prospettiva di un guadagno sicuro che induce i proprietari a trovare altri modi per mettere a reddito gli immobili : quanti proprietari sono dovuti riscorrere allo sfratto per morosità , con costi enormi tra lucro cessante e spese legali , per rientrare in possesso dei propri immobili senza poter nemmeno rifarsi sull’inquilino moroso? Non ci sono garanzie e non ci sono tutele perciò meglio non rischiare . E questo è solo buonsenso non è l’opinione di chi vuole guadagnare di più. Prima di lanciarvi in inutili accuse nei confronti dei proprietari dovreste incolpare i locatari scorretti e inadempienti per aver creato questa situazione di generale sfiducia .
Perché quando si prende un impegno con affitto registrato,perché poi non viene mantenuto?
Non si hanno i soldi per pagare l’affitto!
Però chi è in affitto lavora in nero e fa’ una vita migliore della mia e si lamenta.
Poi devo pagare tasse, avvocato e pratiche di sfratto (se va’ bene almeno due anni). Tutto a fondo perduto.
LA SIGNORA A.G.E’SOLA ,CON DIVERSE PATOLOGIE,NON TROVA LAVORO ADATTO A LEI ED È MOROSA,IL SINDACO HA DETTO CHE NON PUÒ AIUTARLA,I SERVIZI SOCIALI NEMMENO,L INPS LE HA TOLTO LA PENSIONE,CHE SCHIFO,CONTATTATEMI SU STATO QUOTIDIANO CHI PUÒ AIUTARE UNA DONNA SOLA E CON DIFFICOLTÀ.IL COMPAGNO È MORTO 2 ANNI FA DI TUMORE.LA FAMIGLIA DI LEI MEGLIO NON NOMINARLA NEANCHE,A. NON PUÒ DORMIRE X STRADA.UNA CITTÀ SCHIFOSA.
Possibile che l Agenzia delle entrate deve perseguitare chi ha reddito basso e fare pagare visite ed esami?PRESIDENTE Emiliano basta!