“Cari genitori, vorrei che leggeste questa lettera con l’amore che lega il vostro cuore a quello dei vostri figli. E sono sicura, che di cuore ne avete tanto, al di là delle fisiologiche incomprensioni.
“Mattia, un ragazzo omosessuale, il 25 dicembre, ha fatto coming out con la propria famiglia”
Oggi, Mattia, un ragazzo omosessuale, mi ha scritto un messaggio dicendomi che il 25 dicembre, ha fatto coming out con la propria famiglia e che le reazioni dei suoi genitori non sono state delle migliori.
Premetto che, in merito, non ho una ricetta universale e ritengo che ciascuno debba decidere se e come farlo, ma anche di non farlo, purché non rinunci a vivere a pieno la propria vita. Ma quando lo si fa, è innegabilmente bellissimo, al di là delle conseguenze. Lo prendo come un segno.
Non è un caso, che questo atto di amore verso sé stesso e i propri cari Mattia lo abbia fatto proprio il giorno di Natale. Il giorno della nascita o, se vogliamo, della “ri-nascita”. Perché è un dono. È il dono più grande che un figlio possa farvi, mettendo da parte ogni logico imbarazzo, timore, dubbio, vergogna, paura del rifiuto.
È il dono più grande che possa fare a se stesso, come rinuncia a una finzione e prima ancora a una negazione, per immunizzarvi dalle sofferenze e dalla paura che la vita di vostro figlio sia più difficile di quella di chiunque altro. Ma la vita non è facile per nessuno. E se abbiamo avuto la forza e il coraggio di dirvi che abbiamo voglia di amare apertamente e condividere con voi questa possibilità, non ci chiudete il cuore.
Ce lo avete insegnato voi quell’amore. Ci avete insegnato voi quel coraggio. Ci avete insegnato voi quella bellezza. Non è una colpa: è il regalo più bello che poteste farci. E noi vogliamo ricambiare questo dono, condividendolo con voi. Perché non vogliamo vedervi vivere con delle aspettative fasulle. Non vogliamo vedervi invecchiare e morire senza farvi vedere quanto possiamo essere felici. Perché il tempo passa e ce ne accorgiamo quando è già tardi. Mattia e Luca vivono ormai lontani dalle loro rispettive famiglie. Avrebbero potuto non dire nulla. Lo hanno fatto per santificare il dono della libertà, la bellezza dell’amore, il valore della disobbedienza. Anche quella Cristiana. Gesù, da bambino disobbedì per andare al Tempio tra i Dottori. Quando fu ritrovato da Giuseppe e Maria dopo tre giorni disse “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?” San Francesco, si spogliò di tutti i propri beni materiali, compresi gli abiti, andando contro suo padre, un ricco mercante che aveva ben altre aspettative su di lui. Non è forse questo il volere di una forza più grande? Non è forse questo il valore di rispettare la propria missione di vita per essere felici e rendere più armonioso il nostro ambiente? Non è forse questo il dono di qualsiasi Dio che voglia il bene per noi? Come potete non gioire per il fatto che abbiamo accanto una persona con cui condividere questo bene e costruire un tempio di felicità, tra le tempeste della vita?
Cosa penseranno gli altri? Beh, se ne faranno una ragione prima o poi. Nessuno parlerà per sempre della vita di un altro. Nessuno sarà poi così stupido da investire tutta la sua vita a guardare la nostra. E se lo sarà, il problema mi pare più suo che nostro.
“Cosa penseranno gli altri? Beh, se ne faranno una ragione prima o poi”
Ma noi sappiamo anche che non è semplice. Capiamo il vostro dolore. Capiamo che le vostre preoccupazioni sono sempre un passo più avanti della fiducia. Capiamo che ci vorrà del tempo affinché possiate scartare con serenità questo regalo e guardare cosa c’è dentro. Noi saremo lì, anche dopo il vostro rifiuto di voler capire, guardare, abbracciare. Noi saremo ancora lì pur andando via lontano. Saremo ancora lì anche se non accetterete mai. Perché è vostro anche il diritto di non voler capire. È vostro il diritto di scegliere. È per questo che noi vi parliamo apertamente e vi diciamo chi siamo, se non lo avevate già compreso. Perché siamo i vostri figli. Ma un po’ di fiducia ancora l’abbiamo, mentre attendiamo di vedere i vostri occhi quando scarterete il nostro dono per tirar fuori la vita che c’è dentro e che vorremmo che viveste accanto a noi, a chi siamo davvero e a chi amiamo. Con amore e rispetto profondi.
A cura di Francesca Brancati,
- Comitato Nazionale di Coordinamento presso Equality Italia
SEMPLICEMENTE MERAVIGLIOSA !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!