StatoDonna, 27 dicembre 2022. Dopo 11 anni torna a Foggia il corteo dei Re Magi. La proposta al Comune è stata avanzata dalla sartoria Shangrillà, accolta ed inserita nel cartellone natalizio. Prevede la sfilata di 45 figuranti, tutti in costume a firma del laboratorio teatrale foggiano, strumenti itineranti di accompagnamento, dalle cornamuse ai tamburi dei Florentinum Aps di Torremaggiore diretti dal maestro Pasquale Rinaldi, e poi un percorso a tappe dal piazzale della stazione verso la cattedrale.
Nel tragitto, recita del messaggio dell’arcivescovo Pelvi, rappresentazione teatrale della compagnia “Su il sipario”, concerto finale con il coro dauno Umberto Giordano diretto da Luciano Fiore. “Abbiamo scelto di partire da Piazzale V. Veneto, il quartiere ferrovia, per dare un’immagine diversa di questa parte di Foggia che ha tanti problemi”. Parole di Diego Pecorella, titolare della sartoria Shangrillà, “sartoria teatrale- specifica- unica in Puglia strutturata come tale”.
Da circa 40 anni nella piazza di Foggia, ha ereditato mestiere e conoscenze da sua madre, Maria Rosa Stallone. “Mia madre, oltre che un’appassionata di moda, era anche una grande lettrice. Il nome che lei ha voluto dare alla sartoria deriva da un fantastico paese d’Oriente”. Suggestivo e unico, diremmo.
All’occorrenza cuce anche lui, “senza i rudimenti non potrei fare questo mestiere”. La preparazione dei bozzetti e la ricerca storica dei costumi per confezionare gli abiti sono la sua specifica competenza. “Abbiamo appena realizzato, per la produzione e committenza della Hgv di S. Severo, i costumi della minoranza arbëreshë a Casalvecchio, andando indietro nel tempo fino al 1500, un lavoro non semplice dato che non ci sono molte testimonianze di questo periodo”. Lavoro portato a compimento per la realizzazione di un documentario sulla suddetta minoranza in cui a recitare sarà, come attore principale, Michelangelo Placido.
Lavora per il teatro, per le opere liriche, l’ultimo impegno con il teatro di Parma per i costumi della Tosca, ma anche a sud, per i teatri di Messina, Taranto e provincia di Bari. “Qui da noi a Foggia è più difficile”, dice Pecorella, anche se con la costituzione dell’orchestra stabile “Suoni del sud” al Giordano qualcosa è cambiato.
Il desiderio per il futuro? “Un teatro con un laboratorio di sartoria per fare delle nostre produzioni a Foggia, come avviene a Napoli, Bari, Venezia”. Racconta che un piccolo esperimento del genere è stato realizzato: “Nella stagione teatrale 2017-2018 al Giordano, con la collaborazione della scuola Pacinotti, in un Ptco- percorsi scuola-lavoro, ndr- indirizzo moda, abbiamo creato un laboratorio di abiti per l’opera di Giordano, Fedora”. Sono quelli che Diego Pecorella annovera fra “i più belli mai confezionati”, con qualche reticenza a fare la scelta: “Non saprei dire, ci sono alcuni nostri splendidi costumi rinascimentali femminili, o quelli bardati di aquile a ricamo di Federico II che sfilano nei cortei”.
Pensa che in giro a Foggia ci sia del talento, oltre alle ragazze del Pacinotti nel suo laboratorio, loda anche l’indirizzo scenografia e fashion designer dell’ Accademia di Belle Arti: “Con loro abbiamo realizzato un corto su Medea e noi abbiamo fornito i costumi”.
Il Carnevale lo segue più per il noleggio degli abiti che per le nuove maschere che spuntano ogni anno. “Non sempre riusciamo a star dietro alla moda che cambia. Oggi anche il fatto che gli abiti si comprino online ha messo in crisi il settore per quanto ci riguarda, siamo quelli che vestono cortei storici, presepi viventi e soprattutto il teatro che è essenzialmente opera lirica”. A giugno, quando sfilerà a Foggia il Gay Pride, sarà la sartoria Shangrillà a vestire la madrina Vladimir Luxuria, anticipa Pecorella.
Prima del Covid la sartoria aveva aperto un nuovo laboratorio show-room in un altro locale, che è stato chiuso per ritornare unicamente nel laboratorio centrale, nella storica sede di via Pesola. “Siamo molto stretti in uno spazio minimo, i ristori del Covid, che ci sono arrivati in parte, avrebbero potuto darci una mano, questo sarebbe stato il mio desiderio per Natale”.
E spiega: “Per una questione di codici Ateco, non siamo stati inseriti fra coloro che dovevano ricevere i ristori culturali dalla Regione Puglia, mentre li abbiamo ricevuti dal ministero della Cultura e dall’Inps. Siamo l’unica sartoria teatrale della regione, come ho detto, io dovrei fare i salti di gioia per questo ma è solo perché lo voglio che stiamo ancora in piedi, il nostro ruolo, tuttavia, è molto poco riconosciuto. L’abbiamo detto alla Regione, fatto che sta che siamo ancora in attesa dei ristori dopo due anni di Covid e dopo tutto quello che è capitato al teatro e a noi. Coltiviamo la bellezza, è questo che ci fa continuare, più che il ritorno economico soprattutto dopo la pandemia”.