Bari, 28 gennaio 2023, (Corrieredelmezzogiorno) – Potrebbero esserci nuove ombre sull’Arif, l’agenzia regionale per le attività irrigue e forestali. La Guardia di Finanza, su disposizione del pm della Procura di Bari Baldo Pisani, ha acquisito una valanga di documenti relativi a due tematiche diverse: la prima riguarda l’utilizzo della macchina di servizio da parte del direttore generale, Francesco Ferraro.
La seconda fa invece riferimento alle procedure di stabilizzazione degli ex operai della Sma. Sarebbero 13 lavoratori che non appartenevano al gruppo da stabilizzare ma che sarebbero stati «inseriti» tra gli assunti senza apparente motivo.
Sarebbe questo il fascicolo di indagine «più interessante» perché tra questi 13 ce ne sarebbero alcuni vicini alla politica. Si tratta di figli di dipendenti dell’agenzia, dirigenti regionali, sindacalisti, ma anche di assessori in diversi comuni pugliesi. Il problema, però, è che le stabilizzazioni dovevano riguardare gli operai della ex Sma, società creata una ventina di anni fa che assunse Lavoratori socialmente utili (Lsu) per destinarli alla sorveglianza antiincendio.
Il fallimento della società nel 2016, determinato dalla fine dei fondi pubblici a questa destinati, portò all’assorbimento del personale prima in Regione, poi all’Arif. Nel 2017 il Consiglio regionale decise che quei lavoratori andavano stabilizzati, e dunque la platea delle nuove assunzioni doveva riguardare il personale ex Sma. Alcuni attuali dipendenti Arif però sarebbero poi stati stabilizzati dopo essere entrati nell’agenzia attraverso un contratto interinale, non come ex dipendenti Sma. E dunque perché poi sono stati inquadrati come tali? Su questo punto si cercano chiarimenti.