Taranto – Il 9 maggio sciopero nazionale dei dipendenti Auchan. Serve una riflessione su quale modello di commercio per il territorio. “Una storia che si ripete, ma a cui non riusciamo ad abituarci”. Questo il commento del segretario della Filcams Cgil Taranto, Giovanni D’Arcangelo, alla notizia dei cinquanta licenziamenti previsti da Auchan per la sede di Taranto. “E’ una storia che si ripete identica in tutti i settori produttivi, le grandi imprese arrivano sul territorio e poi, dopo anni di profitti, dopo aver sbattuto i pugni e preteso, come la sospensione della quattordicesima o l’azzeramento degli scatti di anzianità, decidono di lasciare in mezzo alla strada decine di lavoratori, quando questi decidono di non accettare le proposte aziendali di tagli così pesanti, con la scusa della crisi o delle difficoltà, ma non abbiamo mai visto, finora, nessun esame di coscienza, nessuna riflessione seria sui motivi che portano un’azienda così importante come Auchan, a dover aprire una procedura di licenziamento collettivo per oltre mille lavoratori in tutta l’Italia, cinquanta solo a Taranto. I lavoratori e le loro famiglie sono costretti a pagare il dazio di scelte aziendali sbagliate, modelli organizzativi inadeguati a rispondere ai cambiamenti. I licenziamenti paventati toccano solo addetti alle vendite e alla barriera casse e non toccano in nessun modo i livelli dirigenziali”.
La Filcams Cgil di Taranto, unitariamente con Fisascat CISL e Uiltucs UIL Taranto, si oppone in maniera netta contro la scelta di Auchan di impoverire ulteriormente il territorio e le famiglie dei lavoratori e annuncia una forte mobilitazione il 9 maggio, in tutta Italia: “Sarà il primo passo per contrastare questa scelta” conclude D’Arcangelo “ma è necessaria anche una riflessione su quale forma di commercio serva davvero al territorio”.
Redazione Stato