Il “sistema” prevedeva la creazione a tavolino di falsi incidenti stradali, talvolta del tutto inventati, talvolta alterati nelle reali dinamiche o nelle effettive conseguenze/consistenze dei danni subiti da veicoli e persone. Con la regia accurata di esperti avvocati e con la compiacenza di medici pronti a rilasciare falsi certificati (anche specialistici), i truffatori si recavano al pronto soccorso dichiarando di essere rimasti coinvolti in sinistri stradali o in infortuni sul lavoro successivamente accordandosi con falsi testimoni pronti a supportare quelle versioni in sede giudiziale o stragiudiziale.
Le complesse ed articolate indagini sono state attuate attraverso il riscontro di copiosa documentazione, nonche’ attraverso l’escussione a sommarie informazioni di numerosi soggetti, lo studio delle dinamiche e degli autoveicoli coinvolti in modo ricorrente in diversi sinistri. Dalla particolareggiata disamina degli atti riguardanti i fascicoli nei quali venivano ricostruiti i singoli sinistri stradali, emerge anzitutto che i soggetti coinvolti risultavano sempre i medesimi (ora come “conducenti” e/o “proprietari” dei mezzi coinvolti, ora come “danneggiati” o “risarciti”, ora come “testimoni” dell’evento o come meri “passeggeri” riportanti lesioni) che con sistematicità si sono trovati nei diversi ruoli implicati negli eventi sinistrosi in danno delle compagnie assicuratrici.
Altra singolarità è che in occasione degli “eventi sinistrosi”, alcuni anche con lesioni (danno biologico) o danni materiali di speciale rilevanza, non veniva mai richiesto l’intervento del “pubblico soccorso” (118), o di altra forza pubblica (per i rilievi di rito) o dell’ambulanza. Per contro, in numerose occasioni la denuncia del sinistro (alla compagnia di assicurazioni) avveniva dopo settimane o mesi dall’evento, quindi in tempi e modi assolutamente anomali se rapportati a quanto accade nella ordinarieta’ dei casi.
La complessa attivita’ di indagine, coordinata dall’a.g. di trani, ha portato complessivamente all’esecuzione di 12 ordinanze di custodia cautelare domiciliare emesse dal g.i.p. del tribunale di Trani, che ha ritenuto sussistenti vari reati tra i quali: falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità; fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona.
Redazione Stato
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