Lucera è uno dei 10 comuni che andrà al voto in Capitanata in concomitanza delle regionali, l’unico tra quelli in cui potrebbe esserci il ballottaggio. La coalizione vittoriosa nel 2019 (con il 65%) ha generato tre candidati sindaci dopo le recenti dimissioni di Antonio Tutolo, candidato per lo scranno barese.
I nomi sono quelli Giuseppe Pitta, che è stato il presidente del consiglio comunale, sostenuto da 6 liste per 130 candidati su 360: “E’ il corpo elettorale più importante, non dico ‘il favorito’ perché non dobbiamo dirlo noi”.
Fabrizio Abate, già vicesindaco, sostenuto da 3 liste con il Pd e Italia in Comune. La grande sfida non è solo il secondo turno “ma riportare in aula consiliare il Pd, che era scomparso”.
Francesco Di Battista, assessore della medesima amministrazione con 2 liste, ha i toni del cambio di passo rispetto agli anni di governo. Ritiene “si possa fare meglio del passato ascoltando di più i cittadini, prime vere sentinelle, un sindaco deve tenerne conto”.
Fin qui gli ex di Tutolo, che ancora sottolineano quanto la loro esperienza – lo dice Pitta- sia soprattutto “civica” e in minima parte “politica”, come la maggior parte dei cittadini che la sostengono. Quando gli facciamo presente che De Sabato, candidato del centrodestra, si augura un governo di “salute pubblica”, vincitori a parte, lui non si scompone: “Sono slogan della vecchia politica”.
A Lucera sono al lavoro 3 commissari che gestiscono crediti e debiti al 31 dicembre 2019, è l’Osl, l’organismo straordinario di liquidazione per il dissesto. Dal 1gennaio 2020, dice Abate che è stato assessore al bilancio, “la gestione amministrativa e finanziaria è del Comune, ritengo che una politica vigile eviti una città in sofferenza”.
Il Pd torna in gioco nella sua coalizione (Abate ne è stato per 5 anni il segretario cittadino) dopo la perdita progressiva dei quadri dirigenti a vantaggio della coalizione che, per 6 anni, ha governato la città. Pitta, il designato successore da Tutolo e dal gruppo “Piazza Pulita”, sposa la linea di Tutolo: “E’ quella della buona amministrazione, vorrei però periodici incontri con i cittadini e con le associazioni di categoria per coinvolgerle, una burocrazia più efficiente e anche il ritorno a Palazzo Mozzagrugno delle riunioni consiliari, spostate al teatro Garibaldi per motivi di sicurezza”.
La candidata del M5s è Raffaella Gambarelli, consigliere comunale uscente. L’idea di presentarsi con il Pd, e quindi di avviare liste comuni per le amministrative, non è mai balenata, o solo per poco. I pentastellati sono alla loro prima esperienza di consiglio comunale durata un anno, e segnata dal Covid, il Pd si sta rilanciando per la competizione. “Vogliamo i consigli comunali aperti alla partecipazione e una commissione sulla trasparenza, – dice Gambarelli- come prevede il Tuel. Pretendiamo ascolto da chi governa, l’ascolto non è una gentile concessione di un sindaco, di un assessore o di un consigliere”.
Il centrodestra si presenta con una giovane candidata della Lega, Dalila Brescia, avvocato, e con Giuseppe De Sabato, sostenuto da 4 liste, di cui due civiche, Fdi e Fi. Strade differenti ma senza contrasti sul cammino, la segreteria di Raimondo Ursitti ha spiegato, da subito, che si tratta della linea della Lega, “competenza e rinnovamento per creare una nuova classe dirigente, una sfida di idee per nuovi uomini e nuove donne nel rispetto delle scelte degli alleati”. Concorda De Sabato: “Avevano già avviato il loro percorso, io sono stato richiamato dagli amici dopo aver lasciato la politica per altri incarichi pubblici”. Nel 2019, lo ricordiamo, furono le primarie a scegliere il candidato del centrodestra, a Lucera, a Foggia e a S. Severo, ma il paese federiciano torna al voto dopo un anno, con uno scenario più frammentato e che secondo i candidati fa presagire un altro turno.
De Sabato è stato consigliere e assessore a palazzo Mozzagrugno nell’Udc, candidato alle regionali – “con ottimi risultati ma ai tempi di Lucio Tarquinio era difficile raggiungere il risultato per me”- e alle provinciali. Il suo è il profilo politico più “tradizionale” fra quelli in campo. “Spero che si possa portare un po’ di serenità nella dialettica politica che, finora, è stata segnata da molta rissosità e violenza verbale, partendo dal presupposto che nessuno ha verità assolute. Per Lucera vorrei un governo di ‘salvezza’, a prescindere da chi vince. Su una cosa non farò sconti, sulla salute dei cittadini interfacciandomi con gli operatori del settore”.
Lucera al voto nel 2020 schiera 6 candidati alla fascia tricolore, a Foggia l’anno scorso erano in 5. Il voto si intreccia con quello delle regionali, non solo per la coincidenza di date ma anche per l’esito.