Roma – LA disoccupazione giovanile non solo ha raggiunto livelli record toccando quota 43,3% a ottobre, ma ha subito una crescita velocissima e impressionante, al punto che i giovani disoccupati nella fascia 15-24 anni sono più che raddoppiati in soli 7 anni. Lo afferma il Codacons, commentando i dati dell’Istat.
Dal periodo pre-crisi ad oggi il tasso di disoccupazione giovanile è passato dal 20,3% del 2007 al 43,3% del 2014 – spiega l’associazione – Ciò significa che il numero di giovani senza occupazione è più che raddoppiato nell’arco di pochi anni, lasciando centinaia di migliaia di lavoratori a casa.
“La disoccupazione giovanile è una vera e propria piaga sociale – dichiara il Presidente Codacons, Carlo Rienzi – Questo perché si ripercuote sul benessere economico delle famiglie, che devono provvedere al sostentamento dei propri figli i quali, non trovando lavoro, gravano in modo totale sulle tasche dei genitori, generando un progressivo ed inesorabile impoverimento del ceto medio”.
Redazione Stato
ISTAT: DISOCCUPAZIONE RECORD ED INFLAZIONE CHE RISALE
UNC: OTTIMISMO GOVERNO PREMATURO
CARRELLO DELLA SPESA: AGGRAVIO PER UN PENSIONATO PARI A 15 EURO
Secondo i dati resi noti oggi dall’Istat il tasso di disoccupazione ad ottobre è salito al 13,2%, il massimo storico, ossia il valore più alto sia dall’inizio delle serie mensili, gennaio 2004, sia delle trimestrali, ovvero dal 1977 (ben 37 anni fa). Non sono migliori i dati sull’inflazione che a novembre risale allo 0,2%.
“Ci preoccupa il rialzo del carrello della spesa e dei prodotti alimentari in particolare” ha dichiarato Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione Nazionale Consumatori. “Quanto alla disoccupazione il dato di oggi dimostra che l’ottimismo del Governo rispetto ai dati del mese scorso era decisamente prematuro. Il fatto, come ha dichiarato oggi il ministro Padoan, che nel 2015 ci sarà una crescita positiva dopo 3 anni di recessione non può bastare per abbassare il drammatico dato dei disoccupati. La dura realtà è che una crescita dello 0,5%, come quella prevista per il 2015, non potrà che avere effetti bassissimi sull’occupazione, considerato che in questo momento anche chi lavora è sottoutilizzato. Solo quando i consumi delle famiglie decolleranno ci potrà essere una significativa riduzione della disoccupazione” ha concluso l’avv. Dona (segui @massidona su Twitter).
Per l’Unione Nazionale dei Consumatori un aumento dei prezzi dei beni ad alta frequenza di acquisto pari allo 0,2%, nonostante sia basso, determina comunque, per la sola spesa di tutti i giorni, un aggravio pari a 28 euro per una coppia con un figlio. Un pensionato, invece, spenderà 15 euro in più su base annua.