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Uil: “Reddito di cittadinanza in Capitanata fondamentale, ma non basta”

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
29 Marzo 2023
Cronaca // Lavoro //

StatoQuotidiano, 29 marzo 2023. “Se la Puglia continua ad essere una tra le prime regioni d’Italia per le richieste di reddito e pensione di cittadinanza, in Capitanata si conferma la tendenza degli anni passati”. Così Luca Maggio, coordinatore Uil Puglia, sede di Foggia, commenta i dati dell’Osservatorio statistico Inps.

 

“In un quadro generale che vede la Puglia situarsi nelle primissime posizioni, solo alle spalle di Campania (21,7%), Sicilia (19%), Lazio (10,8%) e Calabria (6,5%), in provincia di Foggia, nel febbraio 2023, 14.737 nuclei hanno beneficiato del reddito di cittadinanza (34.926 persone coinvolte con un importo medio mensile di 607,12 euro).

 

Mentre, per quanto riguarda la pensione di cittadinanza, in Capitanata, la hanno ottenuta 1.198 nuclei (1.390 persone coinvolte per un importo medio mensile di 292,34 euro). Sommando le due misure, in Capitanata sono stati coinvolti 15.935 nuclei, 36.316 persone che hanno percepito un importo medio mensile di 583,46 euro”.

 

“Questi dati ci dicono che, anche in una fase post pandemica, il reddito di cittadinanza continua a essere uno strumento di strategica importanza per il sostegno delle famiglie pugliesi e foggiane”, prosegue Maggio che non nasconde le sue preoccupazioni: “In sintonia con quanto dichiarato dal commissario straordinario Uil Puglia, Emanuele Ronzoni, ribadiamo che mancano progettualità e controlli sul rispetto dei contratti collettivi. Ancora non ci sono interventi strutturali sulle politiche attive del lavoro, sui salari e sulle pensioni. Ancora il governo non batte colpo sui temi del precariato e della riduzione del cuneo fiscale. Allo stesso tempo continuiamo a registrare la mancanza di una visione sovraterritoriale e le difficoltà di tanti comuni in tema di Pnrr. Non possiamo stupirci o fingere di non capire che se l’alternativa è il lavoro povero e i bassi salari, per tanti cittadini il reddito di cittadinanza appare come l’unica ancora di salvataggio”.

 

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