Manfredonia – “LA povertà e l’emarginazione sociale sono presenti anche in Europa. La povertà e l’esclusione di un individuo contribuiscono alla povertà della società intera. Di conseguenza, la forza dell’Europa risiede nel potenziale dei singoli individui“. Sono questi gli assunti che, nel mese di marzo a Lisbona, in occasione dell’avvio della strategia per la crescita e l’occupazione, hanno convinto i leader dell’Unione Europea ad imprimere una svolta decisiva alla lotta contro la povertà entro il 2010.
Il Programma Nazionale dell’Italia, elaborato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali prevede l’aggiornamento della strategia di lotta alla povertà nel contesto dell’attuale situazione economico-sociale del Paese e del nuovo indirizzo delle politiche sociali del Governo. Il Rapporto Strategico Nazionale 2008-2010 contro la povertà e il Libro Bianco sul futuro del modello sociale hanno posto l’accento sulle leve della partecipazione sociale, della responsabilità diffusa di tutta la comunità nella prevenzione e nel contrasto alla povertà, dell’attivazione dei processi di inclusione attiva. In questa cornice si inserisce la progettazione nazionale dell’Anno Europeo nella consapevolezza della necessità di uno sforzo integrato e di lungo periodo che prevede il coinvolgimento di tutti i livelli di governante : gli operatori delle politiche di settore, gli attori economici e la società civile.
ALL’ITALIA 2020 AL CENTRO DELL’ATTENZIONE LE DONNE è un piano strategico di azione per la conciliazione dei tempi di lavoro con i tempi dedicati alla cura della famiglia e per la promozione delle pari opportunità nell’accesso al lavoro.
Cinque le linee di azione individuate, per le quali sono stati stanziati 40 milioni di euro, così ripartiti: • 10 milioni di euro per favorire i nidi familiari attraverso l’esperienza delle cosiddette “tagesmutter” (mamme di giorno), ossia donne che ospitano a pagamento i bambini in casa loro; un’esperienza già avviata con successo in alcune regioni del nord;
• 4 milioni per la creazione di albi di badanti e baby sitter, italiane e straniere, appositamente formate;
• 12 milioni per voucher destinati all’acquisto di servizi di cura in strutture come ludoteche e centri estivi;
• 6 milioni per sostenere cooperative sociali che operano per la conciliazione in contesti svantaggiati;
• 4 milioni di euro per favorire il telelavoro femminile;
• 4 milioni per percorsi formativi di aggiornamento destinati a lavoratrici che vogliono reinserirsi nel mercato del lavoro dopo un periodo di allontananamento.
I PIANI DI OCCUPABILITA’ PER I GIOVANI – Elaborato dai Ministri del Lavoro e dell’Istruzione, Maurizio Sacconi e Mariastella Gelmini, delinea delle linee di azione comuni ai due Ministeri, da perseguire attraverso una ”cabina di pilotaggio” condivisa, per costruire un rapporto nuovo e più integrato tra sistema formativo e mondo del lavoro al fine di realizzare la piena occupabilità dei giovani.
Sei le priorità individuate: facilitare la transizione dalla scuola al lavoro, rilanciare l’istruzione tecnico-professionale ed il contratto di apprendistato, ripensare il ruolo della formazione universitaria, aprire i dottorati di ricerca al sistema produttivo e al mercato del lavoro. Sulle linee di azione sarà convocato un tavolo con le parti sociali e le associazioni di categoria.
IN SINTESI – La Commissione Europea ha adottato, martedì 27 aprile, i grandi orientamenti di politiche economiche – GOPE – e le linee direttive per l’occupazione – LDE. Questi due strumenti giuridici distinti (una raccomandazione ed una decisione del Consiglio), sono strettamente legati e costituiscono “le linee direttive integrate”. Sono i pilastri dell’attuazione della strategia Europa 2020 e riprendono le priorità principali della comunicazione della Commissione Europea del 3 marzo rivista dal Consiglio europeo del 27 marzo.
Le dieci linee direttive sono:
1. garantire la qualità e la validità delle finanze pubbliche;
2. riassorbire gli squilibri macroeconomici;
3. ridurre gli squilibri nella zona euro;
4. ottimizzare il sostegno alle R&S (3% del PIL investito nelle R&S entro il 2020) ed all’innovazione, rafforzare il triangolo della conoscenza e liberare il potenziale dell’economia digitale;
5. favorire un’utilizzazione più efficace delle risorse e ridurre le emissioni di gas a effetto serra (per raggiungere gli obiettivi 20/20/20);
6. migliorare l’ambiente delle imprese e dei consumatori e modernizzare la base industriale;
7. aumentare la partecipazione al mercato del lavoro e diminuire la disoccupazione strutturale (dal 69% al 75% per la popolazione dai 20 ai 64 anni);
8. sviluppare una mano d’opera qualificata che soddisfa le necessità del mercato, promuovere occupazioni di qualità e l’istruzione e la formazione nel corso della vita;
9. rendere i sistemi d’istruzione e di formazione più efficienti a tutti i livelli (riportare il tasso d’abbandono scolastico al 10%) ed aumentare la partecipazione all’insegnamento superiore (il 40% almeno dei 30-34 anni dovrebbe essere costituito da titolari di tale diploma o di un livello equivalente nel 2020);
10. promuovere l’inclusione sociale e lottare contro la povertà (ridurre di 20 milioni il numero di persone minacciate dalla povertà).