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Grasso a Manfredonia: “No all’indifferenza contro la mafia”

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
29 Ottobre 2010
Manfredonia //

Un momento del convegno "Per non morire di mafia" (St)
Il convegno (St)
Manfredonia – COMUNQUE destinata a parlare di mafia. Nel corso del 2010 Manfredonia ha continuato a narrare storie connesse a delitti, delitti seguiti successivamente da incontri e dibattiti di piazza. Questo per ricordare le sofferenze, connesse a strutture gerarchiche, vissute nel territorio locale. Ovvero: Manfredonia è correlata comunque a storie ed azioni criminali, a tradizioni di famiglie tipizzate (giuridicamente) come malavitose: lo dice la storia, lo dicono i processi, lo dicono i pianti, lo dicono le onorificenze sui cartelli impresse.

MAFIA 2010 A MANFREDONIA: DALLA VISITA DI AYALA AL CONVEGNO DI STAMANE – Di mafia a Manfredonia se n’è parlato per tutto il 2010. Se n’è parlato in occasione del duplice omicidio di Michele Romito (morto assassinato il 27 giugno, dopo un agguato in viale Padre Pio, Michele era figlio di Franco morto sempre in un agguato – in viale degli Eucalipti a Siponto – il 21 aprile del 2009). Se n’è parlato dopo l’agguato a Leonardo Clemente, gestore di un bar in via Gargano e nipote del patriarca Ciccillo u calcarùle Li Bergolis (ucciso dopo pochi mesi la morte di Franco Romito, il 27 ottobre 2009). Di mafia se n’è parlato il 12 luglio con l’arrivo dell’onorevole Maroni, per la riunione tecnica di coordinamento con i vertici delle forze di polizia e carabinieri. Di mafia – circoscrivendo i fatti a Manfredonia – se n’è parlato il 15 luglio nell’occasione delle sentenze della Corte d’assise d’Appello di Bari, relativamente al maxi processo Iscaro-Saburo (con conferma quasi in toto degli ergastoli stabiliti dalla Magistratura di Foggia). Di mafia se n’è parlato il 24 luglio in occasione del No Mafia Day, una manifestazione con circa 400 persone in segno di protesta dopo il duplice omicidio citato. Di mafia se n’è parlato a seguito del piano di rafforzamento dei carabinieri con l’arrivo nel territorio delle unità a cavallo e cacciatori (16 luglio). Di mafia se n’è parlato infine – al di là degli arresti di criminali vicini ad entrambe le Famiglie – in occasione della morte – per malattia – del patriarca Francesco Ciccillo Romito; di mafia se n’è parlato relativamente al vertice della Legalità e Sicurezza a Monte Sant’Angelo, di mafia se n’è parlato infine in occasione dell’arresto del latitante Franco Li Bergolis. Mafia dunque ma anche spettacolarizzazionedella stessa vicenda.

LA MAFIA DEI PROSSIMI ANNI: VARIAZIONI NEGLI EQUILIBRI INTERNI – Di mafia se ne parlerà ancora, anche se non si spera. Importante è capire quali potrebbero essere le variazioni negli equilibri interni della Faida. Equilibri che sembrebbero convergere – in questo preciso momento storico – verso un ruolo di maggiore preminenza del clan di Manfredonia. Fra l’ipotesi dell’emersione di gruppi trasversali e l’opposizione tesa (in questi anni) dagli organi inquirenti, resta in ogni modo la volontà delle forze dell’ordine di sancire la parola fine alle diatribe emerse fra i criminali. Ma nel futuro – come ribadito anche oggi durante un convegno (vedasi successivamente) – si concretizzerebbe, se già non è avvenuta, l’emersione di una mafia legata in primis ad affari e sviluppo di attività illecite, meno ad azioni criminali espresse attraverso la violenza fisica (del resto lo diceva anche la giornalista Rosaria Capezzone de Il Mattino come “la mafia degli interessi e degli affari sottobanco non è – tranne tentativi ai limiti dell’equilibrio, ndR – editorialmente pubblicabile“).

IL CONVEGNO: PER NON MORIRE DI MAFIA – Nella speranza di una pace completa nel territorio, va sottolineato come il 2010 si sia aperto a Manfredonia con la visita – il 14 marzo – del senatore Giuseppe Ayala, attuale magistrato alla Corte di Appello del tribunale de L’Aquila. Un convegno importante, al quale parteciparono rappresentanti dell’associazione dei carabinieri, nonché l’allora sindaco di Manfredonia Paolo Campo e l’onorevole Pd Michele Bordo ( Convegno Ayala)

Oggi invece il convegno “Per non morire di mafia”, con il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso che ha discusso del tema con i giovani delle scuole locali (grazie ad un dibattito moderato dalla giornalista Tatiana Bellizzi e alla presenza del sindaco Angelo Riccardi).

GRASSO: “COS’E’ DAVVERO LA MAFIA – REAGIRE CONTRO L’INDIFFERENZA” – “La mafia non è tizio, caio e sempronio – ha detto il primo ragazzo intervenuto nella discussione – la mafia va configurata innanzittutto attraverso un noi colletivo. Se riusciremo ad eliminare le nostre indifferenze potremo dire di essere riusciti a sconfiggere la mafia”.

PIETRO GRASSO: PROFILO E L’AMORE PER GRAMSCI – Il siciliano 65enne Pietro Grasso è diventato procuratore nazionale antimafia lo scorso 11 ottobre 2005, subentrando – per raggiunti limiti d’età – a Pier Luigi Vigna. La nomina di Grasso fu comunque contestata al tempo – in primis nel mondo giudiziario – data la preannunciata nomina nel ruolo del Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Palermo Gian Carlo Caselli (ma al tempo il senatore aennino L. BobbioGoverno Berlusconi ter – presentò un emendamento alla legge delega di riforma dell’ordinamento giudiziario (la cosiddetta “Riforma Castelli”) bloccando lo stesso Caselli per raggiunti limiti d’età (la Consulta – come riportano gli archivi -dichiarò comunque “illegittimo il provvedimento” che aveva escluso il giudice Gian Carlo Caselli dal concorso). Grasso ha ricoperto l’incarico di giudice a latere nel 1984 nel primo maxiprocesso a Cosa nostra (10 febbraio 1986 -10 dicembre 1987), 475 imputati.Piero Grasso a fianco del presidente Alfonso Giordano è stato l’estensore della sentenza (oltre 8 mila pagine) che irrogò 19 ergastoli e oltre 2.500 anni di reclusione. Conclusosi il maxiprocesso, Grasso venne poi nominato consulente della Commissione antimafia. In seguito consigliere al Ministero di grazia e giustizia, il cui “guardasigilli” era Claudio Martelli, che chiamò anche Giovanni Falcone alla Direzione affari penali, e componente della Commissione centrale per i pentiti. Fu in seguito nominato procuratore aggiunto presso la procura nazionale antimafia con indagini sulle stragi del 1992 e del 1993. Infine procuratore della Repubblica dall’agosto del 1999 a Palermo e procuratore nazionale antimafia dall’ottobre 2005, con la cattura nell’aprile 2006 di Bernardo Provenzano, latitante dal 9 maggio 1963.

GRASSO E LA SCOPERTA DELLA MAFIA: “E’ COSTITUITA DA UOMINI UNITI DALLE REGOLE E DALLE AZIONI CRIMINALI MA SI ESPRIME ANCHE ATTRAVERSO ATTEGGIAMENTI ANTI-MERITOCRATICI” – “Da ragazzo vissi a Palermo una fase di duri scontri fra le famiglie criminali – ha detto Grasso spiegando ai ragazzi in sala cosa rappresenti la mafia – Morti, coltellate e marciapiedi pieni di sangue. Anche se non mi rendevo conto di quello che succedeva vedevo ogni giorno mamme che piangevano, donne che gridavano alla città il proprio dolore. Cercavo una spiegazione, io che avevo sempre sognato di fare il magistrato”. “Oggi – ha detto Grasso rispondendo al ragazzo che aveva parlato della indifferenza come “un pericoloso atteggiamento sociale” – si descrive la mafia come un male incurabile, ma la mafia è fatta innanzitutto da uomini che unendosi tra di loro si rafforzano, attraverso stragi ed omicidi, cercando di trarre profitti da attività illecite nei loro territori. Cosa fare per fermali? Prenderli, arrestarli, confiscare i loro beni (“fargli calare i pantaloni”, riprendendo una metafora locale, ndR) per restituirli – i beni – al popolo”. L’importanza delle regole: “La nostra società è fatta ed è costituita dalle regole. Nessuna comunità può reggersi e sostenersi senza regole e l’osservanza delle stesse. Regole che anche se paradossale – ha detto Grasso – costituiscono il fondamento della mafia (durante il convegno il procuratore ha elencato i 10 comandamenti degli affiliati alle famiglie, comandamenti preceduti dal famigerato patto di sangue).

GRASSO E I GIOVANI: “LA VERA URGENZA OGGI E’ COSTITUITA DALL’ASSENZA DEL LAVORO” – “Nella nostra società – ha detto Grasso – esiste il problema mala, ma esiste innanzitutto la difficoltà dei giovani per l’inserimento nel mondo del lavoro. Da ragazzo studiavo e sono riuscito – con impegno e fortuna – a fare quello che volevo. Ma ancora non dimentico la storia di un giovane morto suicida dopo aver appreso di non aver passato un esame per entrare in Magistratura”. Grasso durante l’incontro ha ripreso alcune citazioni del fondatore dell’Ordine Nuovo Antonio Gramsci: “Nella vita bisogna avere il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà “. E ancora, riferito ai giovani: “In voi riesco a trovare la volontà di cambiare il mondo e di agire. Ha ragione il ragazzo che parlava dell’allarme indifferenza – ha detto Grasso – come diceva Gramsci la stessa rappresenta “il peso morto della storia”. “Noi, al contrario – ha detto Gramsci – pensiamo che la storia sia paragonabile ad un vulcano che produce qualcosa in grado di travolgere tutti e tutto. Dobbiamo cercare di riflettere per capire se ognuno di noi per davvero sia riuscito a conseguire i propri intenti o se forse, con una maggiore insistenza, avrebbe potuto cambiare il mondo”. Per il futuro: “La legalità deve rappresentare la ricerca costante dei valori che contano davvero. La legalità costituisce la forza dei deboli – ha detto Grasso – la legalità deve rappresentare una lotta continua contro la corruzione, i privilegi, i compromessi, la violenza. La legalità rappresenta semplicemente la negazione della mafia”.

IL SINDACO RICCARDI TRA SOCIETA’ CIVILE , MONITI PER I GIOVANI ED AVVERTIMENTI PER I CONCORSI PUBBLICI – “La mafia – ha detto ad inizio convegno il sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi – rappresenta uno dei problemi maggiori che il Mezzogiorno abbia mai dovuto affrontare”. Nella sua arringa iniziale il sindaco ha ringraziato il procuratore Grasso per la visita a Manfredonia ma anche medici, carabinieri, polizia, vigili urbani, ai quali il sindaco ha promesso una “nuova sede” nonchè un “rafforzamento nell’organico”.

“Sono onorato per la visita del procuratore Grasso a Manfredonia – ha detto il sindaco Riccardi – Grasso rappresenta non solo un baluardo della Magistratura nella lotta contro la criminalità organizzata ma anche un promotore del valore della legalità, attraverso l’incontro diretto con i cittadini ed i giovani in particolare. Del resto la legalità – ha detto il sindaco – rappresenta il valore fondamentale alla base della Costituzione italiana”. A riguardo della costituzione il sindaco ha poi citato una frase di Pietro Calamandrei: “Dico ai giovani, come disse Calamandrei: se volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione andate dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e dignità. Andate ma con il pensiero che proprio in quel luogo è nata la nostra costituzione

RICCARDI: “IL CONCORSO PER I 20 VIGILI URBANI SARA’ REGOLARE” – “La scuola ha il ruolo fondamentale dell’educazione e crescita dei giovani. Il punto di partenza per la legalità ruota attorno ad un asse fondamentale: non c’è progresso senza cultura, con l’etica che deve continuare a rappresentare il perno centrale delle nostre azioni”. A tal fine: “cercherò con tutte le mie di combattere forme di collusione e gli accordi sottobanco, come (un discorso inaspettato, ndR) questi tentativi in atto da giorni di falsificare il concorso per i 20 posti da vigili urbani. Il concorso sarà regolare. Non basteranno padrini e raccomandazioni giunte alla mia corte per poterlo modificare”. “Oggi Manfredonia è in una fase importante nel proprio processo di sviluppo interno”, ha concluso Riccardi. Lavoro per i giovani: “una difficoltà” espressa anche dal procuratore Grasso. Giovani e lavoro: difficoltà espresse anche durante il convegno nel quale fu presente il senatore Ayala: “ho ripercorso mentalmente gli anni del mio mandato – disse l’allora sindaco Campo – con la consapevolezza di chi è stato costretto a cedere (in ics occasioni, ndR) ad atteggiamenti mentali per i quali solo chi mi ha dato dovrebbe ricevere”. Contratto d’area (per quanto è durato) docet.


g.defilippo@statoquotidiano.it


Video- Il convegno “Per non morire di mafia”

1 commenti su "Grasso a Manfredonia: “No all’indifferenza contro la mafia”"

  1. Speriamo che le “voci” che circolano nella nostra città sul concorso per vigili urbani siano veramente solo “voci”.

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