Roma – SONO dodici su diciotto le reti digitali televisive pugliesi che potrebbero chiudere i battenti entro la fine di quest’anno. Il consiglio dell’Agcom ha infatti approvato la delibera che porterà alla chiusura di trentadue emittenti che operano sul versante adriatico per presunte interferenze nei confronti degli Stati confinanti. La liberazione delle frequenze dovrà avvenire entro il prossimo 31 dicembre, pena la disattivazione coattiva degli impianti interessati. “Ciò comporterà non solo una limitazione del diritto al pluralismo dell’informazione ma si ripercuoterà pesantemente nei confronti dei giornalisti, tecnici e dipendenti delle emittenti televisive che si ritroveranno, nel giro di pochi mesi, senza lavoro”. Lo scrive il deputato socialista Lello Di Gioia nella interrogazione parlamentare presentata questa mattina al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi.
“Con la delibera n. 480/2014 è stato modificato il piano nazionale di assegnazione delle frequenze per la radiodiffusione televisiva in tecnica digitale dvb-t, e in base a tale provvedimento – chiarisce Di Gioia – si impedirà l’uso di alcune frequenze già assegnate a operatori di reti locali e si arriverà alla modifica delle risorse spettrali disponibili in Italia, con il risultato che, in alcune regioni, non si consentirà più un’adeguata copertura del territorio” .
“Dobbiamo tener conto non solo delle indicazioni dell’UE, ma anche delle necessità delle aziende e degli operatori del settore, permettendo lo slittamento del termine al 31 dicembre previsto per la disattivazione degli impianti. Alle emittenti che rischiano la chiusura – scrive il deputato pugliese – erano stati assegnati diritti d’uso di durata ventennale, in che modo tali interferenze sono state accertate da parte degli organi competenti in materia, e se si è fatto tutto il necessario al fine di verificare la possibilità di eliminare tale problema attraverso l’utilizzo di strumentazioni tecnologiche piuttosto che attraverso le paventate chiusure delle aziende interessate”.
Redazione Stato