“La riforma proposta punta a modificare il testo costituzionale, mirando a ricondurre i magistrati al ruolo di semplici burocrati, simile a quello precedente all’entrata in vigore della Costituzione. È un intervento che, a nostro avviso, compromette il principio della separazione dei poteri senza offrire alcun reale beneficio ai cittadini, né riducendo la durata dei processi,” ha dichiarato Rocco Maruotti, membro del comitato direttivo centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), durante un convegno tenutosi a Foggia.
L’evento, organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Foggia in collaborazione con l’AIGA (Associazione Italiana Giovani Avvocati), l’Ordine degli Avvocati e l’ANM, si intitolava “Separati in casa. Avvocatura, magistratura e istituzioni a confronto sulla separazione delle carriere”. Maruotti ha sottolineato che, nonostante le preoccupazioni espresse, è probabile che la riforma superi l’iter parlamentare, portando a un referendum costituzionale nella prossima estate. “Incontri come questo servono a sensibilizzare l’opinione pubblica e a spiegare le implicazioni di una riforma così rilevante anche ai non addetti ai lavori,” ha aggiunto.
Maurizio Carbone, rappresentante del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), ha espresso un’opinione altrettanto critica: “Questa riforma non è utile né ai cittadini né al sistema giudiziario, né tantomeno all’Avvocatura. I cambiamenti costituzionali hanno conseguenze profonde e spesso irreversibili. Il sistema attuale, voluto dai nostri padri costituenti, garantisce l’equilibrio tra le parti e l’indipendenza del giudice, elementi che non dovrebbero essere messi in discussione.”
Di parere opposto, però, l’AIGA, che si è dichiarata favorevole alla separazione delle carriere. “L’AIGA sostiene da sempre che la separazione delle carriere è essenziale per realizzare il principio del giusto processo,” ha spiegato l’avvocato Mario Aiezza. “Un processo equo richiede un giudice terzo e imparziale, in un sistema che garantisca parità tra accusa e difesa. L’attuale struttura del sistema giudiziario presenta una carenza in questo senso, che la riforma potrebbe risolvere.”
Il convegno ha messo in luce le divergenze tra le varie categorie professionali, stimolando un dialogo su uno dei temi più dibattuti della giustizia italiana.
Lo riporta Ansa.