Monte Sant’Angelo – ALL’indomani della seconda edizione della “Giornata UNESCO” svoltasi tra sabato 28 e domenica 29 giugno a Monte Sant’Angelo, rimane la bella due giorni di musica, arte e cultura con negli occhi ancora le immagini da favola dello spot “Meraviglie di Puglia”, fresco di lancio.
Il video, prodotto della campagna di promozione dedicata ai siti UNESCO di Puglia, si intitola “We are in Puglia” e nasce dalla sinergia cercata e trovata dall’amministrazione locale e gli assessorati di riferimento con i colleghi andriesi e di Alberobello. Una buona intuizione che mette in rete i tre siti UNESCO presenti in tutta la regione che appare come una cartolina una e trina di luoghi senza tempo, lontani fra loro ma accomunati da tratti storici, culturali e tradizionali.
Perle del Mediterraneo consacrate a patrimonio dell’umanità che assieme aprono le porte al mondo, richiamano ad una vita autentica, lontana, forse perduta. Oltre ai concerti di Fabrizio Bosso e Julian Massariello, del Quintetto Nord view, sabato s’è tenuta la notte bianca dei musei, aperti ai visitatori assieme alle cripte longobarde.
Ma con lo scorrere dei fotogrammi, tornando allo spot, oltre all’orgoglio a crescere sono anche rabbia e perplessità. Le perplessità di chi sa che oltre i bordi della cartolina non si vedono tutta una serie di veri e propri scempi.
Si perché alle voci “I nostri grattacieli” e “Le nostre imponenti costruzioni” non compariva il sacco di Monte Sant’Angelo che in trent’anni ha sventrato interi quartieri e zone rurali, dal Rione Fosso al Galluccio. Rabbia e perplessità che si spostano, ad esempio, sulle condizioni in cui continua a versare il museo di “Arti e tradizioni popolari Giovanni Tancredi”, uno dei due musei aperti per la notte bianca. Continuano le segnalazioni di incuria ed approssimazione nella gestione del museo che, di fatto, continua a cadere a pezzi.
Letteralmente.
Dopo le tristi vicende già segnalate del Giardino Pestalozzi (presente all’interno ed in balia di topi ed erbacce) altre sconcertanti azioni sarebbero state intraprese nel museo. Si scopre che in occasione degli eventi organizzati nell’ambito della settimana santa e più precisamente del requiem del 14 aprile scorso tenutosi nella chiesa di S.Francesco affidato all’Orchestra di Capitanata, si siano usate alcuni blocchi ipoteticamente non idonei per equilibrare la pedana dei musicisti. Al concerto ha preso parte anche il coro locale “VocInsieme”.
Tra i blocchi sarebbe stata utilizzata anche una lastra in pietra lavorata a bassorilievi che fino a quel momento “giaceva”, assieme ad altre, esposta lungo i lati del corridoio d’entrata del museo.
Al di là del valore intrinseco del manufatto che comunque era da tempo esposto, la cosa appare paradossale, specie se si pensa che la lastra dovrebbe tornare a posto troncata a metà. Cose che escono (sane) ed entrano (rotte) ma anche registri che non registrano, non catalogano ed in alcuni casi nascondono (non si riesce a capire dove si trovi, tra le altre cose, tutto l’oro antico appartenente al Tancredi). Sottolineature e domande legittime.
Altre polemiche riguardano l’uso di locali a piano terra concessi ad una cooperativa che si sommerebbero a contributi comunali ricevuti, con buona pace di tante associazioni montanare che continuano a non usufruire neppure di una sede. Cattive abitudini, mancanza di rispetto del bene comune?
Di certo dopo la vicenda del catuzz, un altro scivolone per l’assessore al ramo che, al di là delle macro sinergie da consolidare e dei viaggi continentali di rappresentanza (l’assessore è presidente di turno dell’associazione UNESCO Italia longobardorum), dovrebbe porgere più attenzione all’interlocuzione col territorio. Per esempio alla “consulta della cultura”, organo dapprima fortemente voluto e decantato, poi praticamente dimenticato.
Si perché i lavori delle ultime due convocazioni non si sono svolti; l’ultimo per l’assenza dell’assessore alla cultura e la prima perché ritenute dallo stesso troppo poche le quattro associazioni presenti.
Valutazioni per lo meno discutibili, come il modus operandi vigente a Monte Sant’Angelo in tutti i settori.
Ma queste sono altre storie, presto sui vostri schermi.