Manfredonia, 30 giugno 2019. Tra pochi giorni sarà resa nota la relazione delle indagini svolte dalla commissioni antimafia riguardo la presenza di condizionamento mafioso all’interno del Comune di Manfredonia. Giandiego Gatta, leader di Forza Italia in Capitanata e in Regione, esprime il suo stato d’animo a un passo dai risultati, tirando le somme di ciò che è stato e augurandosi un futuro che sia “in forte discontinuità col passato”.
Tra pochi giorni sarà resa pubblica la relazione sulle indagini svolte dalla commissione antimafia. Pensa si andrà davvero verso lo scioglimento?
Non mi è dato di sapere a quali conclusioni sia giunta, o stia per giungere, la commissione di accesso nominata per verificare la sussistenza di forme di condizionamento mafioso nell’attività del Comune di Manfredonia , e ritengo sia doveroso esprimere ogni valutazione all’esito della lettura della redigenda relazione da parte dei commissari. Quello che penso è che, se dovesse esserci un provvedimento che dichiari esservi state infiltrazioni mafiose nell’esercizio dell’attività del Comune, ciò peserebbe come un macigno sull’immagine di tutta Manfredonia e dei suoi cittadini onesti e laboriosi, che ne costituiscono certamente la stragrande maggioranza. Per questo, da manfredoniano ne sarei profondamente addolorato, ma se si dovesse verificare questa eventualità sulla scorta di riscontri oggettivi acquisiti da parte degli organi competenti, è giusto che si proceda con il provvedimento previsto dalla legge. Se intendessi ragionare solo politicamente, da esponente di partito (Forza Italia) alla opposizione della maggioranza di centrosinistra, potrei ritenermi appagato a seguito di uno scioglimento del consiglio comunale, tanto più che come forza politica abbiamo sempre esercitato l’azione di controllo e denuncia sull’operato della giunta, che spetta, per l’appunto, a chi rappresenta la minoranza. Tuttavia, da cittadino responsabile, seriamente pensoso e preoccupato del futuro della mia comunità, ne soffrirei. Inutile negarlo: sarebbe un “marchio” per tutta la città, che non può pagare lo scotto per comportamenti e logiche eventualmente riconducibili a singoli politici, amministratori, dirigenti comunali, che le indagini in corso dovessero ritenere a diverso titolo “vicini” ad ambienti criminali.
Anche i paesi limitrofi del Gargano sono stati soggetti a indagini per condizionamenti mafiosi, poi accertati. Manfredonia è un centro urbano più grande, e sicuramente più problematico. Come pensa potrebbe affrontare l’eventuale scioglimento?
Sicuramente una declaratoria di accertamento della sussistenza di condizionamenti o infiltrazioni mafiose getterà delle ombre su Manfredonia. Credo, e temo, che ne verranno colpiti tutti i settori, indistintamente. L’immagine della Città verrà inevitabilmente associata alla triste realtà della mafia garganica. Nell’immaginario di chi non conosce un luogo e la sua comunità possono agitarsi fantasmi o paure con effetti deterrenti nei confronti di chiunque intenda investire o pianificare programmi di espansione della propria attività . Penso immediatamente a tutti i settori dediti all’accoglienza turistica ed ai suoi vasi comunicanti, il commercio e l’artigianato, che ne risentirebbero. E’ un dato preoccupante di fronte al quale non possiamo fare nulla. D’altra parte, se qualcosa dovesse emergere, sarebbe oltremodo necessario procedere ad una seria azione di “bonifica” della amministrazione della città da certe forme di condizionamento ed “inquinamento” malavitoso.
Parliamo del futuro assetto politico di Manfredonia. Come se lo immagina, alla luce degli stravolgimenti delle preferenze nelle ultime elezioni europee, dove M5S e Lega ne sono uscite come vincitrici?
Alle prossime comunali non credo si ripeterà il risultato delle elezioni europee. Le elezioni comunali sono una competizione a sé, dove i candidati sindaci, il loro carisma, la loro preparazione, la loro visione della città per gli anni a venire, giocano un ruolo dominante. Un motivo in più per individuare un ottimo profilo che abbia determinate caratteristiche per governare una città che langue e che aspetta un forte segnale di discontinuità rispetto al passato.
Se la immagina a Manfredonia una cooperazione tra M5S e Lega?
Ne dubito fortemente. Sono forze politiche troppo diverse tra loro, che esprimono sensibilità e culture molto differenti, discrasie che emergono anche dalle cronache politiche quotidiane relative alle vicende del governo centrale. La collocazione naturale della Lega è nel centrodestra ed è per questo che spero che a Manfredonia il centrodestra unisca tutte le sue forze, animata dal solo desiderio di cambiare in meglio la città e di creare un futuro dignitoso per le nuove generazioni. Credo che questa aspirazione debba essere il collante della futura coalizione, alimentata da una sensibilità diversa rispetto a chi ci ha governati in passato verso certi temi e criticità che attanagliano da troppo tempo Manfredonia.
E a livello regionale invece? Quale sarà la prossima forza vincitrice?
Il centrodestra, e tutti i partiti che lo compongono, dovranno individuare la figura del prossimo candidato governatore, che sia autorevole, carismatica, di spessore. Tenuto conto del fatto che la popolarità di Emiliano è al minimo storico, per la incapacità conclamata del suo governo di dare risposte efficienti alla crisi in cui versano la sanità, l’agricoltura, la pesca, le imprese pugliesi che chiudono i battenti, di dare soddisfazione al bisogno disperato del territorio di munirsi di dotazioni infrastrutturali assolutamente necessarie, tra tutte penso all’aeroporto “Gino Lisa” a Foggia, ma ve ne sarebbe una sfilza da elencare, credo fortemente ci siano ottime possibilità per il centrodestra unito di vincere le elezioni regionali alla prossima tornata elettorale e cambiare così il destino della nostra splendida regione ed il futuro della Capitanata.
Quali crede che siano stati i maggiori errori del centro sinistra?
Di non aver dato delle risposte concrete ai bisogni della comunità, di essere stato autoreferenziale, di avere gestito, e non bene, l’esistente a mezzo dei soliti nomi, di non essere stato partecipativo e, nei fatti, di essersi connotato come contraddittorio, se non addirittura contrario, rispetto ai valori che professa. Io credo sia giunto il momento in cui Manfredonia prenda coscienza del fallimento di una classe politica che ha mal governato la città per troppi anni. È tempo di creare una nuova classe di amministratori e di gestori della cosa pubblica che abbia una visione diversa, partecipata, plurale, più aperta alla città.
Emiliano è ai minimi storici, eppure a Bari il PD stravince alle elezioni, così come nei grandi centri urbani. Come giustifica questo fatto?
Scegliere un candidato sbagliato ti porta a perdere in malo modo. Soprattutto se la scelta del candidato è associata ad una strategia, anche comunicativa, inefficiente e ad una offerta politica e programmatica scarsamente appetibile da parte dell’elettorato moderato, che rimane la stragrande maggioranza del popolo italiano, in particolar modo, di quello meridionale. Ed è quello che è successo a Bari. Il successo di De Caro è stato in parte determinato dalle nostre scelte sbagliate. Il popolo, che ha l’ultima parola con il voto, è impietoso e punisce questi errori. Speriamo che a Manfredonia avvenga il contrario ed il corpo elettorale voglia alle prossime elezioni voltare definitivamente pagina rispetto al passato e gratificare un nuovo progetto per la città con una nuova classe dirigente, fatta di uomini e donne che pongano al centro del loro agire quotidiano il Bene comune e non gli interessi particolari, offrendo pari opportunità a tutti i cittadini e gratificando i migliori, non gli “amici”.
A cura di Carmen Palma,
Manfredonia 30 giugno 2019