Bari, 30 giugno 2022. Sono Tommaso Tomaiuolo e Marco Raduano i due testi ascoltati ieri nel processo interessante Giovanni Caterino, condannato in primo grado all’ergastolo ed accusato di essere il basista della strage di San Marco in Lamis del 9 agosto 2017.
Lo riporta L’Immediato.
Dopo le rivelazioni dei pentiti, ascoltati nella scorsa udienza, “stavolta l’attenzione si è concentrata su Tomaiuolo, il primo ad essere sentito, ritenuto dagli inquirenti un fedelissimo di Enzo Miucci alias “U’ Criatur”, reggente del clan dei Montanari Li Bergolis-Miucci-Lombardone”; mentre “Raduano è il capo indiscusso della mafia di Vieste, uomo di riferimento nella città del Pizzomunno per il clan Lombardi, egemone sul litorale manfredoniano e rivale di Miucci&co”.
“I due giovani testi, entrambi collegati dai rispettivi penitenziari, non si sono avvalsi della facoltà di non rispondere come qualcuno poteva immaginare, ma hanno risposto alle domande formulate dal procuratore generale. Nonostante ciò, le risposte non hanno sortito gli effetti sperati”, riporta L’Immediato.
“Entrambi hanno sminuito ogni aspetto della guerra di mala in atto sul Gargano, arrivando persino ad affermare di conoscere a malapena i recenti pentiti”.
“Nessuna informazione sulla strage”, “appresa dai giornali”. “Raduano ha specificato che non avrebbe alcun motivo per sapere altre cose su quella mattanza. Eppure proprio il boss viestano è ritenuto dagli inquirenti molto vicino al gruppo di Mario Luciano Romito, il capoclan ammazzato quel 9 agosto di cinque anni fa”.
Ad ottobre la prossima udienza del processo di appello. Sentenza tra fine 2022 e inizio 2023.