Manfredonia, 30 agosto 2020. Uno dei titoli che don Tonino Bello, vescovo di Molfetta, ha creato per definire Maria vi è quello molto attuale di “Maria: Donna coraggiosa”. Eppure non si comprende il coraggio di Maria se non si prendono sul serio prima di tutto le sue paure. Si! Maria ha avuto paura. Ha avuto a che fare anche lei con la paura. “Paura di non essere capita. Paura per la cattiveria degli uomini. Paura di non farcela. Paura per la salute di Giuseppe. Paura per la sorte di Gesù. Paura di rimanere sola… Quante paure!” Se ancora non ci fosse – dice don Tonino – bisognerebbe elevare un santuario alla “Madonna della paura”.
Se così fosse, ecco che “Nelle sue navate ci rifugeremmo un po’ tutti. Perché tutti, come Maria, siamo attraversati da quell’umanissimo sentimento che è il segno più chiaro del nostro limite. Paura del domani. Paura che possa finire all’improvviso un amore coltivato tanti anni. Paura per il figlio che non trova lavoro e ha già superato la trentina. Paura per la sorte della più piccola di casa che si ritira sempre dopo mezzanotte, anche d’inverno, e non le si può dire niente perché risponde male. Paura per la salute che declina. Paura della vecchiaia. Paura della notte. Paura della morte..”.
Di fronte a tali paure lei però ha trovato coraggio, come solo le donne sanno fare. Sarà stato effetto di quel «non temere» pronunciato dall’ angelo dell’ annunciazione. Certo è che, da quel momento, afferma don Tonino, Maria ha affrontato la vita con una incredibile forza d’animo, ed è divenuta il simbolo delle “madri-coraggio” di tutti i tempi. In tal modo, quel santuario eretto alla “Madonna della paura” si trasformerebbe in un santuario della “Madonna della fiducia”. E qui ciascuno di noi ritroverebbe la forza per andare avanti, riscoprendo i versetti di un salmo che Maria avrà mormorato chi sa quante volte: «Pur se andassi per valle oscura, non avrò a temere alcun male, perché sempre mi sei vicino… lungo tutto il migrare dei giorni».
Attenti però, avverte don Tonino, Madonna della paura non significa “Madonna della rassegnazione”. Perché lei non si è mai lasciate cadere le braccia nel segno del cedimento, né le ha mai alzate nel gesto della resa. Una volta sola si è arresa: quando ha pronunciato il fiat e si è consegnata prigioniera al suo Signore. Da allora, afferma don Tonino, “ha sempre reagito con incredibile determinazione, andando controcorrente e superando inaudite difficoltà che avrebbero stroncato le gambe a tutti. Dal disagio del parto nella clinica di una stalla all’ espatrio forzato per sfuggire alla persecuzione di Erode. Dai giorni amari dell’asilo politico in Egitto alla presa d’atto della profezia di Simeone greve di cruenti presagi. Dai sacrifici di una vita grama nei trent’anni del silenzio all’amarezza del giorno in cui si chiuse per sempre la bottega del “falegname” profumata di vernici e di ricordi. Dalle strette al cuore che le procuravano certe notizie che circolavano sul conto di suo figlio al momento del Calvario quando, sfidando la violenza dei soldati e lo sghignazzo della plebe, si piantò coraggiosamente sotto la croce”.
Maria è donna continuamente messa alla prova: dalla vita, dagli eventi, dalla cattiveria e dalla stupidità umana, dall’odio del suo tempo. Donna che ha fatto delle prove degli appuntamenti per maturare in umanità e spiritualità. Una prova difficile, la sua. Contrassegnata, come per il figlio morente, dal silenzio di Dio. Una prova senza scenografie e senza sconti sui prezzi della sofferenza, che rende ragione di quell’antifona che risuona nella liturgia del Venerdì santo: «O voi tutti che passate per via, fermatevi e vedete se c’è un dolore simile al mio». Immersa nel dolore solo perché aveva conosciuto l’estasi dell’amore.
Maria è stata donna coraggiosa, dice don Tonino, perché non si è rassegnata a subire l’esistenza. Ha combattuto. Ha affrontato gli ostacoli a viso aperto. Ha reagito di fronte alle difficoltà personali e si è ribellata dinanzi alle ingiustizie sociali del suo tempo. Non è stata, cioè, quella donna tutta casa e chiesa che certe immagini devozionali vorrebbero farci passare. E’ scesa sulla strada e ne ha affrontato i pericoli, con la consapevolezza che i suoi privilegi di Madre di Dio non l’avrebbero offerto isole pedonali capaci di preservarla dal traffico violento della vita.
E allora, quest’anno, in un periodo pieno di paure e di incertezze, possiamo usare le parole di don Tonino per rivolgerci alla nostra Madonna di Siponto:
Santa Maria, donna coraggiosa, tu che nelle tre ore di agonia sotto la croce hai assorbito come una spugna le afflizioni di tutte le madri della terra, prestaci un po’ della tua fortezza.
Nel nome di Dio, vendicatore dei poveri, alimenta i moti di ribellione di chi si vede calpestato nella sua dignità. Alleggerisci le pene di tutte le vittime dei soprusi.
E conforta il pianto nascosto di tante donne che, nell’intimità della casa, vengono sistematicamente oppresse dalla prepotenza del maschio. Ma ispira anche la protesta delle madri lacerate negli affetti dai sistemi di forza e dalle ideologie di potere.
Tu, simbolo delle donne irriducibili alla logica della violenza, guida i passi delle “madri-coraggio” perché scuotano l’omertà di tanti complici silenzi. Scendi in tutte le “piazze di maggio” del mondo per confortare coloro che piangono i figli desaparecidos. E quando suona la diana di guerra, convoca tutte le figlie di Eva perché si mettano sulla porta di casa e impediscano ai loro uomini di uscire, armati come Caino, ad ammazzare il fratello, Santa Maria, donna coraggiosa, tu che sul Calvario, pur senza morire hai conquistato la palma del martirio, rincuoraci col tuo esempio a non lasciarci abbattere dalle avversità.
Aiutaci a portare il fardello delle tribolazioni quotidiane, non con l’anima dei disperati, ma con la serenità di chi sa di essere custodito nel cavo della mano di Dio. E se ci sfiora la tentazione di farla finita perché non ce la facciamo più, mettiti accanto a noi. Siediti sui nostri sconsolati marciapiedi. Ripetici parole di speranza. E allora, confortati dal tuo respiro, ti invocheremo con la preghiera più antica che sia stata scritta in tuo onore: «Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio; non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta». Così sia.
Maria ,, esempio x tutti noi come tante altre donne e uomini nel corso della storia che hanno avuto paura del domani,paura delle prove ,paura nell’affrontare i dolori,ma nello stesso tempo con tanto coraggio nell’affrontare tutto ciò,mostrando la propria debolezza e i propri peccati.
Come? Cercando aiuto, conforto,forza e fiducia in Colui che dà forza, aiuto,conforto, consolazione,amore in Colui che salva e cancella i peccati,come Maria stessa dice:
“L’anima mia magnifica il Signore,e lo spirito mio esulta in Dio,mio SALVATORE, perché Egli ha guardato alla bassezza della sua serva”(Luca 1:46-47).Dcb.