Monte Sant’Angelo (Fg), 30 settembre 2022 – Lo svolgimento della Manifestazione tenutasi a Monte Sant’Angelo il 24 Settembre 2022, presso la Biblioteca Comunale “Ciro Angelillis” su: Testimoni del Passato. Megaliti sul Promontorio del Gargano Sud-Orientale, che ha visto diversi interventi fra cui il Sindaco di Monte Sant’Angelo Pierpaolo D’Arienzo, Angelantonio Angarano, Sindaco di Bisceglie, Giovanni Amedei, Presidente Ordini dei Geologi della Puglia, Antonino Greco, Geologo, Presidente dell’Archeoclub d’Italia, Sede di Bari, Raffaele Renzulli, Architetto, che ultimamente ha ricevuto il Premio Sergio Negri per l’Archeologia, Pina Catino, Vito L. Totorizzo e Gaetano Mongelli, è l’occasione per lanciare un appello per l’Istituzione a Monte Sant’Angelo di un PARCO ARCHEOLOGICO, che comprenda un vasto territorio che va dalla Piana di Macchia fino ai Valloni di Pulsano, passando attraverso i territori confinanti di Mattinata, San Giovanni Rotondo e Manfredonia. Del resto sappiamo che il territorio di Monte Sant’Angelo, da un punto di vista storico-archeologico, insieme a quello del Comune di Manfredonia, è uno dei più ricchi di tutta la Puglia, per i numerosi siti archeologici, ma soprattutto per le testimonianze storiche che il territorio offre. Testimonianze che vanno dalla Preistoria fino al Tardo Medioevo, sparse in maniera uniforme e organica nell’ambito di una presenza di insediamenti umani alquanto fitta e continuativa, che racchiude quasi 10.000 anni di storia e di cultura. Presenza che inizia, come afferma l’archeologo Maulucci, “con l’alba della Civiltà”e precisamente con i primi insediamenti umani nella Valle di Pulsano, dove
Monte Sant’Angelo: Menhir in Valle di Pulsano.
recentemente sono stati trovati diversi dolmen e menhir, scoperti dall’Arch. Raffaelle Renzulli, così come pure gli insediamenti ipogeici lungo la Valle di Carbonara, fra cui la Grotta Vaira, e la Piana di Macchia, in località di Ciminiera, dove troviamo un insediamento umano risalente al III secolo a. C., per poi proseguire lungo i camminamenti dei numerosi sentieri che portano verso la Montagna Sacra, fra cui Scannamugliere, Stamporlando, Jumitite, Malapasssi e Valle Portella, con presenza di ipogei e chiese rupestri. Infatti lungo questi sentieri sono venuti alla luce numerosi insediamenti rupestri, complessi ipogeici, chiese paleocristiane e testimonianza di oggetti e reperti archeologici di grande interesse scientifico. Fra queste diverse grotte di età classica e tardoantica, ricollegabili alla civiltà bizantina e alla cultura longobarda, fra cui la chiesa rupestre delle barche, del Cristo Salvatore, di Valle Narcisi, di un insediamento fortificato di età longobarda, ecc. Tuttavia il territorio di Monte Sant’Angelo, ancora prima della presenza cristiana, si era caratterizzato, già in età classica e tardoantica, attraverso l’esistenza di alcuni templi legati a culti e miti pagani, esistenti sul Gargano, uno fra tutti, in territorio di Monte, il culto di Calcante e Podalirio, oltre al tempio di Pilunno, nell’attuale Rione Junno e di Giano Dodoneo su Monte Sacro in territorio di Mattinata. Ma nei primi secoli del Millennio il territorio di Monte Sant’Angelo, insieme a quello di Siponto, si caratterizza attraverso la presenza di numerosi complessi paleocristiani, che troviamo lungo la fascia costiera che va da Siponto alla Piana di Macchia, verso la Valle di Carbonara e lungo i numerosi sentieri che portano verso la Grotta Sacra, sede, nel V secolo, del culto micaelico, che darà una spinta considerevole agli insediamenti rupestri paleocristiani, oltre che alla diffusione del cristianesimo all’interno del Gargano. Veri e propri complessi rupestri paleocristiani scavati nella roccia, ma anche vaste zone sepolcrali lungo i pendii della Sacra Montagna. Fra questi il complesso ipogeico di
Testa di giovane donna ritrovata presso la “Grotta Vaira”, situata nella Vallata di Carbonara
Valle Tana, Castedderre, Contrada Pazienza, Coppa Alture o Grotte Masedde, Gravaglione, Jazzo-Ognissanti, Monte Stregaro, Piano di San Vito, Pulsano, San Venanzio, Tufara Rossa, ecc. Certamente la nascita del culto macaelico,alla fine del V secolo, fra il 490 ed il 493, accelerò il processo di cristianizzazione della zona attraverso la nascita di numerosi insediamenti rupestri, ma soprattutto attraverso le testimonianze di complessi paleocristiani, ricchi di reperti archeologici, fra cui oggetti sacri, graffiti, iscrizioni e affreschi. Fra le numerose testimonianze archeologiche presenti specie in territorio di Monte Sant’Angelo, il complesso tardo antico e altomedievale del Santuario di San Michele è il più importante da un punto di vista archeologico e storico-culturale, oltre che religioso. Infatti, negli scavi che sono stati effettuati negli anni Sessanta sono venuti alla luce vasti ambienti riferibili all’età bizantina e longobarda, con presenza di numerose cripte e iscrizioni lungo tutte le pareti, che attestano la frequenza del luogo sacro già dai primi anni del VI secolo, per poi proseguire per tutto il Medioevo e oltre. Oggi il santuario di San Michele fa parte della cosiddetta “Cittadella Micaelica”, un complesso forse unico nella storia culturale dell’Italia, per la presenza di un importante patrimonio culturale, che comprende il Santuario longobardo, diventato, nel
Sepolture ritrovate presso la Chiesa rupestre bizantina del Cristo Salvatore
Monte Sant’Angelo. Particolari segni di croci su roccia lungo il cammino di “Scannamugliera”.
2011, Patrimonio Mondiale dell’Unesco, la chiesa tardoantica di San Pietro (sec. VI), la misteriosa Tomba di Rotari dell’XI secolo, la chiesa romanica di Santa Maria Maggiore del XII-XIII secolo, il Castello di età normanno, sveva, angioina, aragonese e la Bufer Zone, che comprende l’intero Centro Storico. Un complesso monumentale e archeologico che, insieme ai Musei presenti nella città, fra cui quello archeologico di Santo Stefano, il Museo lapidario e devozionale del Santuario micaelico eil Museo Etnografico “G. Tancredi”, insieme agli insediamenti archeologici sparsi su tutto il territorio, potrebbe costituire, oltre che un EcoMuseo a cielo aperto, soprattutto un vero e proprio Parco Archeologico. Parco che oggi si arricchisce, ultimamente non solo delle nuove scoperte archeologiche avvenute nel Castello, nella Chiesa di
Monte Sant’Angelo: Pulsano. Gli eremi.
Santo Stefano e del Convento di San Francesco, nell’Abbazia di Pulsano, ma soprattutto attraverso le scoperte fatte dall’Arch. Renzulli, riguardanti i Dolmen e i Menhir nella zona di Pulsano. Per non parlare poi di altri complessi ipogeici e paleocristiani, esistenti nel centro abitato della città, fra cui la Grotta di San Aniello nel rione Coppa, la chiesa di San Salvatore di età longobarda nel rione Junno, la Grotta di S. Apollinare, la Chiesa di Sant’Antonio Abate, il Monastero di San Francesco, con la Chiesa di Santo Stefano, recentemente restaurata e pronta ad accogliere il nuovo Museo Archeologico, la Chiesa della SS. Trinità in Largo delle Clarisse, la Chiesa dei Cappuccini, il complesso ipogeico della Chiesa dell’Incoronata e della Madonna degli Angeli, ecc. Una vasto patrimonio culturale, forse unico al mondo e che fa della città di Monte Sant’Angelo e del suo territorio, oltre che un EcoMuseo, quanto un vero e proprio Parco Archeologico, che ha bisogno solo di essere istituzionalizzato e valorizzato adeguatamente.
*Società di Storia Patria per la Puglia