Chi non ricorda il Circolo della Caccia, della Pesca, quello degli Artisti, quello dove si riunivano, durante l’estate, gli emigranti di ritorno al loro Paese natio. Dove si giocava alla “carambola” o alla scopa e al tressette oppure si guardava semplicemente la partita in TV con gli amici. Era, dunque, quello dei circoli e associazioni private, un momento di incontro e scambio di esperienze, oltre che conviviale. Il diritto costituzionale dell’inviolabilità del domicilio e di libera associazione non poteva tuttavia costituire impedimento assoluto all’emanazione di disposizioni che, tendessero a soddisfare il mantenimento dell’ordine pubblico e della pubblica sicurezza nonché dell’igiene e della salute pubblica. Disposizioni che sono state trasfuse nel DPR 235/2001, tuttora testo fondamentale in materia.
Con il passare degli anni abbiamo però assistito, ad un esponenziale aumento, accanto a circoli del tutto regolari, di “pseudo” associazioni e ”pseudo” circoli privati nei quali, in barba agli scopi solennemente dichiarati negli atti costitutivi e negli statuti, tutto si svolge fuorché attività sociale vera e propria. Prova ne siano i tanti locali presenti sul territorio nati come circoli privati, ma in realtà veri e propri luoghi di pubblico spettacolo: Sale da ballo, ristoranti, addirittura discoteche; l’estate poi, intere ”masserie” vengono “miracolosamente” trasformate in circoli privati all’aperto!! Dove l’unica attività ricreativa che vi si svolge è quella della Ristorazione e del ballo pubblic! E’ indubbio che questa diffusa illeicità, rilevata dai controlli eseguiti dagli organi a ciò deputati, sia dettata dallo scopo di evadere le tasse, i controlli stessi e la burocrazia cui invece si sottopongono tutti coloro che legittimamente svolgono queste attività, danneggiando non solo quanti legittimamente svolgono un’attività di pubblico esercizio, ma anche le tante associazioni private che vivono nel rispetto della legge. Un primo elemento di analisi è dato quindi da questa “trasformazione” di libere associazioni private in attività imprenditoriali vere e proprie. Quì bisogna fare molta attenzione; perché molto spesso frequentando questi locali potremmo trovarci davanti a brutte sorprese come cibi avariati o malconservati, luoghi privi di uscite di sicurezza, senza idonei sistemi antincendio, non idonei ad una capienza eccessiva di avventori, con personale non in regola ecc. Tutto questo può avvenire proprio perché pur esercitando attività di pubblici esercizi, non ne rispettano le regole in quanto agiscono sotto la falsa “copertura” di circoli privati. E badate bene che non basta, come molto di sovente succede, il pagamento della tessera associativa, al momento in cui si accede a questi locali, per assumere la qualità di socio e rientrare nei parametri previsti dalla legge affinché un circolo possa qualificarsi privato; anche perché il circolo vero e proprio non può pubblicizzare all’esterno e ad un pubblico indiscriminato l’eventuale organizzazione di uno spettacolo (riservato ai soci) mentre i locali interni dove si esercitano le attività di somministrazione riservate ai soci, non devono essere visibili dalla pubblica via. Come si vede sono, queste, tutte norme tese a garantire l’effettivo carattere privato dell’associazione che non può mai avere fini di lucro. Tanto deve risultare anche espressamente dall’atto costitutivo nel quale deve essere fatto il riferimento all’art.111 del Testo Unico delle Imposte sul reddito.
Di fronte a queste illegalità dunque, l’intervento delle Forze dell’Ordine (anche con sequestri di intere strutture come avvenuto a Foggia nel recente passato) ha spesso evitato l’insorgere o il procrastinarsi di situazioni di pericolo e di illegalità. L’altro elemento di analisi legato ai circoli privati, come si rileva dalle attività svolte da Polizia, CC, e G.di F. è quello legato alla presenza in una parte di essi, di pregiudicati che spesso si trattengono, incontrandosi tra di loro e dando luogo a situazioni di vero e proprio pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica, quando non addirittura a veri e propri episodi delittuosi quali: risse, spaccio di sostanze stupefacenti, ferimenti e omicidi. Numerosi sono i circoli le cui attività sono state sospese o chiusi per ordine dell’A.G. ( che ricordiamo è l’unica Autorità che può determinare la chiusura di un circolo, potendo l’autorità amministrativa incidere solo sulla sospensione o revoca delle licenze eventualmente rilasciate, essendo, come abbiamo visto, quella dell’associazionismo, un’attività di carattere privato ed a questa pertanto equiparata). La risposta alla domanda, che molti si fanno, sul perché di questa presenza costante di pregiudicati in taluni circoli (acanto ai quali, fortunatamente, ve ne sono molti altri che agiscono in perfetta legalità e nei quali si incontrano giovani e meno giovani che svolgono attività ricreative, culturali e sportive degne di altissima considerazione) è anch’essa legata alla facilità con la quale queste associazioni sfuggono, o almeno così pensano, ai controlli. Inoltre in molti casi si è riscontrato, specie in passato, lo svolgimento di attività illecite, come il gioco d’azzardo o la presenza di videopoker e video slot non regolari o truccate, mentre è di moda, in questi ultimi tempi, l’esercizio di scommesse senza aver chiesto alcuna licenza. E’ evidente che tutte queste fonti di illegalità attirano quanti già vivono ai margini di essa o ne sono parte integrante, dando luogo agli episodi che sopra abbiamo descritto, sino a richiedere l’intervento del’Autorità Provinciale di P.S. che molto spesso, come leggiamo nelle cronache dei quotidiani, è costretta a prendere i provvedimenti previsti dall’art. 100 del Testo Unico di Pubblica Sicurezza, ordinando la sospensione ( nei casi più gravi o recidivi si può arrivare anche alla revoca) delle attività svolte nei circoli interessati.
(A cura del dr Salvatore Aiezza, Funzionario Ministero dell’Interno)
Casi e Sentenze Foggia. Circolo privati e illegalità: un fenomeno in crescita. I dati
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