Statoquotidiano.it, 30.11.2024. Orta Nova – È stato assegnato a Delia Salvo, pasticcera per passione di origine ortese e laureata in Lingue, il rinomato riconoscimento “Novità dell’anno per la Guida Pasticceri e Pasticcerie 2025” di Gambero Rosso, autorevole casa editrice italiana specializzata nel campo dell’enogastronomia.
Un riconoscimento degno di nota certamente, che giunge a evidenziare il talento di Delia Salvo, ma anche il suo impegno, l’entusiasmo e soprattutto il suo desiderio di mettersi sempre in gioco senza sentirsi mai arrivati, come racconta la storia personale della pasticcera che, dice lei stessa, ama preparare dolci perché in essi trova occasione per “essere creativa, realizzare il bello estetico con precisione, trovare sempre nuovi stimoli”.
Dinamica, sempre in movimento e amante del viaggio, Delia Salvo, che è stata 18 volte a Parigi perché tra le altre cose patria dell’arte pasticcera, è nata e vissuta ad Orta Nova fino all’età di 18 anni.
Poi, si è trasferita a Bari per intraprendere gli studi universitari iscrivendosi al corso di laurea in Lingue a indirizzo turistico.
La sua vita, però, non si è fermata lì.
Nello stesso tempo, infatti, Delia si recava a Milano per cercare lavoro, riuscendo ad essere assunta dalla famosa casa di moda “Bottega Veneta”, come assistente alle vendite nei periodi della Fashion Week.
E durante il secondo anno di università, inoltre, otteneva una borsa di studio per esperienza Erasmus in Spagna, a Madrid.
Insomma, negli anni dell’università, la sua vita arrivava a svolgersi in continui spostamenti tra Bari, dove studiava, Milano, dove lavorava, e Madrid, per l’Erasmus.
Dopo la laurea, la svolta e l’incontro con la pasticceria, l’altra sua grande passione accanto all’amore per le lingue straniere.
Nell’intervista che segue, il racconto di Delia.
“In tempi successivi al conseguimento della laurea in Lingue, ho iniziato a frequentare, a Milano, un corso di pasticceria base che comprendeva anche uno stage.
Stage che io ho avuto la possibilità di fare presso la pasticceria Cucchi, fondata nel 1936 e molto nota nel capoluogo milanese. Tutto questo, mentre continuavo a lavorare per Bottega Veneta, ben sapendo che come stagista non avrei guadagnato nulla ed io ho sempre pensato che bisogna tenersi aperte più possibilità fino a quando non si arriva ad avere una strada spianata”.
Cosa è successo dopo?
“Ad un certo punto, la famiglia Cucchi decise di assumermi, prima con contratto a tempo determinato e poi indeterminato.
In più, visto che stava andando in pensione il capo pasticcere, loro mi proposero di formarmi ulteriormente per poi eventualmente rivestire io quel ruolo.
Così fui affiancata da due rinomati maestri della pasticceria, Pierpaolo e Riccardo Magni.
Grazie a loro ho imparato tanto, come per esempio il fatto che anche il lavoro del pasticcere richiede organizzazione, pianificazione, tecniche specifiche e senso di responsabilità.
Così, subito dopo fui assunta dai Cucchi come capo – pasticcere”.
Come è arrivata la decisione di tornare in Puglia?
“Dopo il Covid, Milano è diventata più frenetica e forse più dura. Così ho pensato che era arrivato per me il momento di ritornare ad uno stile di vita più pacato, a contatto con la natura e che mi desse la possibilità di avvicinarmi ai miei cari.
Sono tornata quindi nella mia regione di provenienza, scegliendo però di andare a vivere in una città turistica, dove avrei potuto avere più chances nella mia attività di pasticceria.
Così ho scelto Lecce. Anche perché è una città ricca di arte, cosa che ho imparato ad apprezzare grazie a mia madre che è pittrice”.
Quali sono stati quindi i primi risultati?
“A Lecce ho avviato una pasticceria denominandola Delia, come me, e gestendola con il mio compagno di allora, come ancora oggi facciamo.
Gli inizi sono stati difficili, perché non è mai facile inserirsi in un ambiente nuovo con le proprie tradizioni e i propri punti fermi.
Tuttavia, noi avevamo le idee chiare: volevamo proporre una pasticceria alternativa, perché sapevamo che non avrebbe avuto senso cercare il confronto con i colossi locali esperti del pasticciotto. E devo dire che di questo passo il nostro percorso è risultato essere meno tortuoso di quello che immaginavamo. Tant’è vero che i leccesi hanno mostrato di gradire sempre più la nostra produzione”.
Fino a quando non è arrivato addirittura il riconoscimento del Gambero Rosso.“Sì, e in maniera del tutto inaspettata”.
Quando è arrivato?
“Il 14 novembre scorso, con la premiazione avvenuta in un resort a Varignana, vicino Bologna.
Ed è stato emozionante, perché ora la nostra pasticceria è inserita nella guida Pasticceri e Pasticcerie 2025 di Gambero Rosso, accanto ai nomi di maestri come Iginio Massari a Milano, Biasetto a Padova, che generalmente sono un’ispirazione per chi sogna di entrare nel mondo della ristorazione”.
Quali sono i suoi prossimi obbiettivi?
“Sicuramente quello di continuare a migliorarmi, a fare ricerca, a innovarmi e aggiornarmi per poter proporre cose sempre nuove ai clienti. Per il resto, io preferisco non darmi tanti obiettivi. Quello che conta per me è vivere giorno per giorno e dedicarmi intensamente al mio lavoro”.
Ha mai pensato di aprire una pasticceria anche ad Orta Nova?
“Io sono molto legata alla mia terra di origine.
Obiettivamente, però, devo considerare che io fondamentalmente sono cresciuta in grandi città, dove le possibilità sono maggiori in vari campi.
Sicuramente, stiamo pensando alla possibilità di espandere la nostra attività, ma per il momento miriamo ad aprire una seconda sede nella stessa Lecce, magari nel centro storico della città, visto che ora la nostra pasticceria si trova in una zona più decentrata.
Devo dire comunque riguardo a questo che sia i turisti che i leccesi vengono di proposito a cercarci. E noi ne siamo molto contenti”.
Quali sono i dolci più tipici nella sua pasticceria?
“I nostri clienti apprezzano la Lemon curd, una frolla con croccante al pistacchio, farcita con lemon curd e rifinita con meringa all’italiana.
Stiamo spopolando inoltre con la Sacher e con la nostra colazione che offre tante varietà e alternative, come la brioche veneziana al posto della brioche tipicamente leccese”.
Continua così oggi la vita di Delia.
Tra determinazione, passione ed occhi rivolti sempre al presente, ben sapendo che è di questo passo che arrivano i risultati. Eccome se arrivano.