PARLAMENTARIE SEL E PD: LO SPECIALE DI STATO
“Le Donne Democratiche non sono una riserva indiana né il serbatoio elettorale di questa o quella candidata; la portavoce della Conferenza provinciale delle Donne Democratiche ha parlato per se stessa e per non so chi altre. Certamente non lo ha fatto in mio nome e nel nome delle iscritte al Partito Democratico di Orta Nova.
Maria Di Foggia ha assunto su di sé una grave responsabilità: aver messo al servizio dell’interesse di una candidata alle primarie del PD un organismo collettivo del quale lei ha la rappresentanza, democraticamente assegnatale, non certo la proprietà”.
“Prima di comunicare alla stampa la decisione di schierare la Conferenza con Elena Gentile, avrebbe dovuto, nell’ordine: convocare una riunione dell’organismo, coordinare il dibattito interno all’organismo, elaborare una documento politico di sintesi, rendere pubblico l’esito del dibattito”.
“Nessuna di queste prassi è stata attivata e rispettata. Dunque, quella dichiarazione pubblica è priva di alcun valore politico.
Chiunque comprenderà bene che non si tratta di una questione meramente formale, ma dall’evidenza di come si intende l’attività politica e la responsabilità di un organismo; a maggior ragione quando è in corso una competizione elettorale tra donne e uomini che sono parte attiva della stessa comunità e che, in altre sedi ed altre occasioni, pretendono l’assoluto rispetto della neutralità degli organismi di rappresentanza e di chi svolge funzioni dirigenti”.
“E poi, faccio un inciso, chi l’ha detto che le donne debbano votare per altre donne? Che questo debba avvenire a prescindere dalle valutazioni sul merito dell’azione politica e la qualità dell’attività svolta dai candidati anche se uomini? Il principale compito della Conferenza è promuovere il ruolo delle donne nel partito e nelle istituzioni. La Conferenza non è un comitato elettorale! Anche questo è il frutto avvelenato di una competizione interna organizzata frettolosamente e con più di un errore di regolamentazione. Ma questa valutazione non cancella le responsabilità politiche assunte individualmente da Maria Di Foggia e rende inevitabile la richiesta delle sue dimissioni”.
Redazione Stato@riproduzioneriservata
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