Le indagini avevano inizio nella serata del 10.10.2013, quando il PORTANTE si presentava presso il Pronto Soccorso degli Ospedali Riuniti di Foggia, con una ferita d’arma da fuoco all’avambraccio destro. Nell’immediatezza lo stesso raccontava ai Carabinieri che autore del fatto era stato uno sconosciuto sorpreso a rubare in una sua proprietà e che si era dato alla fuga, senza fornire alcun particolare utile alla sua identificazione, sostenendo anche che era stato accompagnato in Ospedale da un altro sconosciuto. Tale versione dei fatti, però, fin da subito, non convinceva gli inquirenti che avviavano le indagini, riuscendo a far piena luce sull’accaduto.
Infatti, dagli accertamenti svolti, emergeva fin da subito che, in realtà, il ferimento del Portante Nicola era stato l’epilogo di una vicenda iniziata il giorno prima quando, a causa di un litigio per motivi di gelosia, Scaringi Alfredo di anni 21, convivente di Portante Francesca, figlia di Nicola, decideva di allontanarsi dall’abitazione che divideva con quest’ultima, ubicata nelle vicinanze di quella del suocero. Successivamente, nel pomeriggio precedente al ferimento, Portante, forse per vendicare l’affronto subito da sua figlia che era stata abbandonata dallo Scaringi, organizzava una spedizione punitiva, per la quale incaricava suo figlio Portante Salvatore, di anni 22, e due cugini di quest’ultimo, Di Bari Vincenzo Alessio, di anni 28 e De Stefano Ciriaco di anni 23 che, armati di bastoni, si portavano presso l’abitazione dei genitori di Scaringi dove si trovava quest’ultimo e, dopo aver aggredito lo stesso e sua madre, che cadeva a terra con ancora in braccio il figlioletto dello stesso Scaringi e di Portante Francesca, s’impossessavano dell’autovettura Smart di Scaringi.
Per le ferite riportate in tale aggressione la madre di Scaringi era anche costretta e recarsi presso il Pronto Soccorso e subito dopo quest’ultimo, probabilmente accecato dalla rabbia per l’aggressione subita da lui e, in particolare, da sua madre, decideva immediatamente di vendicarsi a sua volta e, nella stessa serata, armato di pistola, si recava presso l’abitazione del suocero ove si era trasferita la sua convivente, sia per chiarire l’accaduto e sia per riprendersi la sua autovettura. Qui avveniva però un altro violento litigio, al culmine del quale Scaringi Alfredo esplodeva un colpo d’arma da fuoco contro il suocero, colpendolo a un braccio e dandosi alla fuga.
Dopo tale vicenda Portante Nicola e suo figlio Salvatore, inoltre, decidevano anche di bruciare l’autovettura dello Scaringi Alfredo, il cui padre ne denunciava falsamente il furto. I Carabinieri, quindi, dopo aver ricostruito fin nei dettagli tutta la serie di reciproche ritorsioni, nella mattinata hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emesse dal GIP di Foggia su richiesta della Procura, nei confronti di Scaringi Alfredo, per i reati di lesioni gravi e detenzione di armi, di Portante Nicola, Portante Salvatore, Di Bari Vincenzo Alessio e De Stefano Ciriaco per il reato di rapina in concorso, in relazione all’impossessamento con violenza dell’auto di Scaringi e di Portante Nicola e Portante Salvatore per l’incendio della stessa autovettura.
Agli arrestati secondo la nuova normativa in materia, è stato applicato il braccialetto elettronico.
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