Manfredonia, 31 agosto 2020. ERANO lì, abbandonate in posizioni diverse nel bacino del porto peschereccio. Quattro imbarcazioni non di grandi dimensioni, ma quanto basta per creare intralcio e pericolo alla navigazione in un bacino portuale gremito di pescherecci e barche da diporto. Ebbene è arrivato finalmente il momento della loro rimozione. Un provvedimento che ha avuto un periodo di gestazione alquanto complesso e lungo per via delle numerose procedure tecnico-legali che hanno dovuto attivare i militari della Guardia costiera di Manfredonia unitamente ai carabinieri della Compagnia di Manfredonia sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Foggia.
UNA ATTIVITA’ di polizia giudiziaria iniziata nel gennaio scorso finalizzata all’accertamento e quindi al contrasto all’occupazione abusiva di specchi acquei portuali. L’indagine ha permesso di accertare la presenza di diversi natanti, alcuni dei quali in evidente stato di abbandono, affondati o semiaffondati, che di fatto costituiscono un serio pericolo per la sicurezza della navigazione specie dei numerosi pescherecci ma anche per le numerose imbarcazioni da diporto, che si muovono nello specchio di mare portuale, e quindi avviare le procedure per la loro rimozione. Che sono giunte a compimento con la programmazione delle operazioni di rimozione dei natanti fuori legge che avverranno nel periodo dal 31 agosto al primo settembre prossimo. Oltre che ristabilire la libera e sicura fruizione degli spazi pubblici, la presenza di ormeggi abusivi possono generare un mancato introito per l’erario e un danno per coloro che operano nel pieno rispetto delle regole.
L’INIZIATIVA della Capitaneria di porto di Manfredonia di dare ordine e sicurezza alle attività portuali, rientra nelle prerogative dell’autorità marittima. Una attività oltremodo meritoria attestata dai numerosissimi interventi effettuati nei vari settori di competenza che vanno da quelli della sicurezza in mare, alla tutela del demanio, al rispetto delle normative che regolano le attività balneari, alla salvaguardia dell’ambiente. “L’operazione – spiega il comandante della Capitaneria di porto, capitano di fregata Giuseppe Turiano – in una più ampia attività finalizzata a reprimere qualsiasi tipo di abuso perpetrato in mare e in ambito portuale a tutela sia dei cittadini e che degli operatori portuali. Si tratta in definitiva di affermare il senso della presenza dello Stato e quindi la certezza del diritto”.
ALL’ATTIVITA’ di rimozione delle imbarcazioni partecipa anche l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale, che ha affidato alla società specializzata “Ecom servizi ambientali” di Gravina, il servizio di rimozione e di successivo smaltimento dei natanti rimossi.