Padre Franco è stato realista nel vederla in ginocchio, profetico quando le ha detto “rialzati”!
Era un anno fa. Manfredonia doveva rialzarsi dalla paura, dal pessimismo, dalla rassegnazione, dalla pigrizia, dai sentimenti negativi. Oggi, quell’invito “rinnovato” di padre Franco Moscone rivolto alla comunità sipontina, può essere rivolto a tutti. Ma per poter mettere in atto quel “movimento dinamico” in maniera radicale, padre Franco suggerisce sette CONVERSIONI:
1° Conversione sociale. Persone sempre più in difficoltà e destinate ad essere scartate, sacrificate agli idoli degli interessi privati e di parte. (…) SERVE una conversione sociale per superare la crescente diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza ed investimenti della stessa in settori che generino ritorni nell’intero tessuto sociale.
2° Conversione istituzionale. Un’alleanza tra tutte le Istituzioni per fermare gli affari dei clan e delle mafie, favoriti sempre dalle crisi e che oggi cavalcano quella generata dal COVID, diventa indispensabile: non c’è tempo da perdere. Manfredonia convertiti favorendo le Istituzioni che hanno come unica finalità quella di farti crescere in sviluppo e futuro, sollecitando la tua responsabilità, non diminuendola o affievolendola. Manfredonia, non credere a chi ti promette vie facili e veloci di riuscita, non credere a chi ti offre occasioni immediate di sviluppo, ma solo per ingannarti e continuare ad approfittarsi di te (…).
3° Conversione economica. Manfredonia, sento il dovere di citarti e proporre al mondo della tua imprenditoria e del lavoro la riflessione di Papa Francesco al n. 53 dell’Evangelii Gaudium: “Così come il comandamento ‘non uccidere’ pone un limite chiaro per assicurare il valore della vita umana, oggi dobbiamo dire ‘no a un’economia dell’esclusione e della inequità’. Questa economia uccide. … Oggi tutto entra nel gioco della competitività e della legge del più forte, dove il potente mangia il più debole. (…) Abbiamo dato inizio alla cultura dello ‘scarto’ che, addirittura, viene promossa. Non si tratta più semplicemente del fenomeno dello sfruttamento e dell’oppressione, ma di qualcosa di nuovo (…) Faccio appello alle donne e uomini talentuosi, che sono presenti e sono molti in città, perchè grazie al loro genio, competenza, passione e determinazione non abbiano paura a dar vita a imprese innovative, efficienti e competitive che riversino sul territorio gran parte del valore aggiunto creato a favore dello sviluppo di posti di lavoro e della comunità residente. (…) Un’economia che metta il profitto a fine e valore è un’economia falsa, asservita ai potenti ed addirittura assassina. Perciò invitandoti a convertirti ti chiedo di liberati dal lavoro nero, dal lavoro sottopagato, dal lavoro usato come ricatto elettorale e come forma perversa di una politica clientelare e corrotta. Manfredonia, scommetti sulla possibilità della conversione economica!
4° Conversione ecologica.(…) Manfredonia, non compromettere ulteriormente il tuo delicato ecosistema già largamente provato, mettendo a rischio sia la salute della popolazione, sia il mantenimento di lavori esistenti e che costituiscono l’anima della tua agricoltura, pesca e turismo. Perciò convertiti alla bellezza del tuo mare di cui sei figlia, alla bellezza delle tue strade, dei tuoi vicoli, dei tuoi palazzi da custodire e preservare con la logica della cura e della responsabilità. Manfredonia, sii custode dell’irresistibile bellezza del tuo territorio, che incanta tanto chi vi abita, come chi ti viene a visitare!
5° Conversione politica. Dalle grandi crisi non si esce senza la politica. Si tratta però, come ammoniva San Paolo VI, di quella politica che costituisce la forma più alta e fine di carità. La politica è chiamata a progettare l’architettura della città, a guidare le dinamiche della vita civile di modo che ogni cittadino si senta sempre a casa propria, rispettato, accudito e sostenuto. L’autentica politica è quanto mai lontana dai conflitti o interessi clientelari, dalle logiche perverse della spartizione di poteri e dal conquistare ambiti per coltivare solo interessi privati o addirittura criminali.
6° Conversione culturale. Non ti manca, cara Manfredonia, una grande e ricca tradizione culturale: ne sei di sicuro fiera, e soffri per la non manifestazione di quest’anno. Ma la tradizione o diventa vita e si fa radice di futuro o si trasforma in intralcio: roba vecchia, citando Guido Gozzano “roba di pessimo gusto … da relegare nelle soffitte”, incapace di comunicare all’anima collettiva e quindi destinata a sparire. Perciò continua a coltivare le domande, soprattutto quelle vere, come anche i dubbi e la voglia di capire, il senso dello stupore che è la radice di ogni ricerca. Non rinunciare alla bellezza della verità senza la quale la libertà diventa cieca e capricciosa. Culturalmente non dimenticarti che la frase più pericolosa in assoluto è la seguente: “si è sempre fatto così!”!
7° Conversione educativa. Senza scommettere sull’educazione delle persone singole, delle generazioni e dell’insieme dell’intera collettività, nessuna delle conversioni richiamate sopra potrà realizzarsi, e tu, cara Manfredonia, continuerai ad essere preda dei più forti e non gioia per tutti i tuoi abitanti. Educare non significa “costringere” in parametri o logiche di controllo repressive, ma liberazione e sviluppo delle migliori energie individuali e collettive. Manfredonia, non abbandonare la vocazione educativa, approfitta di tutte le occasioni per regalare ai tuoi cittadini la vera libertà costruttrice di futuro e sviluppo per tutti!
Sette REALTA’ (indicate ieri durante l’omelia), sette CONVERSIONI oggi, nel messaggio tradizionale. Non può essere un caso, se come numero padre Franco sceglie il 7, numero biblico che indica perfezione e completezza. È così che ti realizzi.
È così che ti CONVERTI…”Cara Manfredonia!”
Fonte: pagina facebook I Salmoni.
Dopo aver letto il discorso di Sua Eccellenza il Vescovo Franco Moscone, resto in primis sorpreso a non leggere alcun commento, non avrei mai immaginato questo silenzio. Il discorso è di una forza stravolgente e coninvolgente, oserei dire rivoluzionaria se non fosse che la tempra del monito di quest’anno deve ritenersi conseguenza di quella dell’esordio di Sua Eccellenza in occasione della Festa Patronale del 2019. Non mi permetto di entrare nel merito delle questioni di fede trattate sia perché non competente sia perché veramente non in grado di poterle affrontare. Sull’imperativo categorico “Convertiti”, però, dopo quello dello scorso anno “Rialzati”, avrei preferito che Sua Eccellenza avesse usato la prima persona plurale: “Convertiamoci”. Sì, Convertiamoci tutti con riguardo alle Istituzioni ed alla Politica. Perché se è vero che la Conversione riguarda i cittadini non può non riguardare la Chiesa, intesa come apparato come Clero. La storia della Nostra città ci ha insegnato che la Chiesa è stata partecipe ed a volte interventista nelle dinamiche Istituzionali e Politiche, per cui ha ragione Sua Eccellenza, o come pare Lui preferisca essere chiamato, Padre Franco, quando ci invita a Convertirci ma che sia una Conversione condivisa e partecipe anche della Chiesa, altrimenti il monito o l’imperativo sarebbe parziale e non ingloberebbe Tutte le componenti di Manfredonia.
Questo mio intervento non vuole essere una mancanza di rispetto ma uno stimolo ad un confronto di tutti e tra tutti; non come competente ma come cittadino che ha partecipato anche in passato alla vita politica di Manfredonia.
Stefano Pio Foglia, avvocato