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Ricordare Peppino (Daniele Spisso)

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
9 Maggio 2015
Editoriali //

(Image: peppinoimpastatoproject.wordpress.com)
(Image: peppinoimpastatoproject.wordpress.com)
Tra 4 giorni (oggi, 9 maggio 2015, per chi legge,ndr) si ricorda l’assassinio di Giuseppe Impastato, Peppino per i suoi amici. Giuseppe Impastato (che quando fu ucciso aveva appena 30 anni) è ancora oggi un esempio unico (positivo, naturalmente) nella storia di questo Paese e della società italiana: non solo ha avuto il valoroso coraggio di ribellarsi a una realtà mafiosa molto vicina perchè lui viveva in un paese e quindi in un piccolo centro abitato nel quale il dominio di Cosa Nostra si avvertiva in modo particolarmente forte (il boss di Cinisi, Gaetano Badalamenti, abitava ad appena cento passi da casa Impastato) e anche perchè lui stesso veniva da una famiglia nella quale suo padre, Luigi, era un mafioso o comunque era molto vicino (anche per motivi di parentela) a capi-mafia dell’epoca.

E non si è distinto solo perchè è riuscito a fare un lavoro di informazione vera e di denuncia contro i poteri criminali talmente rigoroso, forte e documentato da far paura a un intero Sistema che guardava le spalle a Cosa Nostra e da fare invidia a mio parere a tanto giornalismo nazionale che al contrario non valeva niente, perchè questo coraggio non lo aveva il giornalismo nazionale. Si è distinto anche perchè ha insegnato e ha dimostrato che si può anche ridere della mafia, sulla mafia: prendere in giro i mafiosi, i boss di Cosa Nostra, contribuendo anche così a ledere la loro “maestà” e a sradicarli da quel legame di rispetto/paura che la gente intrecciava con questi.

Che poi non era ironia fine a se stessa, perchè anche nel programma satirico di “Radio Aut” Onda pazza Peppino Impastato, all’humour, mischiava rivelazioni e denunce su affari illeciti seri che realmente in quel momento il Sistema politico-economico-amministrativo-mafioso metteva in atto per rafforzare il controllo sul territorio e il condizionamento sulla gestione di ogni settore. Facendo nomi e cognomi. E non solo dei mafiosi ma anche di coloro che erano collusi con loro. A cominciare da chi in quel momento deteneva a Cinisi il controllo politico di maggioranza in Municipio. Ed erano tutte cose che Peppino conosceva benissimo perchè era la realtà nella quale lui viveva tutti i giorni.

Le sue attività hanno coinvolto tanti suoi coetanei, che lo hanno molto aiutato in tutto quello che lui faceva. Ci sono voluti 20 anni perchè fosse rinviato a giudizio il boss che ordinò il suo omicidio, Gaetano Badalamenti, e ci sono voluti più di 20 anni perchè la verità storica sul delitto Impastato (delitto di mafia) diventasse anche verità giudiziaria. Con la condanna di Badalamenti.

(Fonte: 7 maggio 2015 )

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