Nel 2015 i risparmi di spesa indicati come valore massimo ottenibile dalla spending review potrebbero non essere sufficienti, da soli, a conseguire gli obiettivi programmatici, qualora dovessero finanziare lo sgravio dell’Irpef. A dirlo il vicedirettore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, durante un’audizione alla Camera sul Def. Mentre per il presidente dell’Istat, Antonio Golini, lo sconto sull’Irpef deciso dal Governo porterà 714 euro all’anno in più nel bilancio delle famiglie più povere.
Per il Codacons il combinato disposto delle due dichiarazioni dovrebbero destare preoccupazione. Da un lato 714 euro all’anno, ossia 59,5 euro al mese, per quanto importanti, sono ben al di sotto degli 80 euro al mese promessi. In pratica poco più della vecchia social card, che valeva 40 euro al mese (anche se la platea è molto differente ….).
Dall’altro la spending review potrebbe non essere sufficiente a finanziare l’operazione.
Per il Codacons questo vuol dire che se il Governo vuole aiutare le famiglie ad arrivare a fine mese, sia aumentando il beneficio fiscale per i redditi più poveri, oggi insufficiente, sia includendo disoccupati e pensionati, oggi del tutto esclusi dal Def, deve immaginare una riforma fiscale complessiva, rivedendo la composizione delle entrate nel rispetto dell’art. 53 della Costituzione. Va spostata la tassazione da quel 50,8% degli italiani che non può permettersi una settimana di ferie in un anno a quelli che hanno guadagnato dalla crisi: speculatori, banchieri, evasori…
Vanno abbassate, ad esempio, le tasse su luce e gas (non solo per le imprese ma anche per le famiglie) o sull’rc auto (che senso ha eliminare le province se poi non si eliminano le tasse che le finanziano), che colpiscono tanto i ricchi quanto i poveri, e alzate le aliquote marginali Irpef, l’aliquota base Imu per chi ha più di 3 case e così via.
Redazione Stato