“Rideva quando passavo, e per questo l’ho colpito”. Con queste parole il 40enne di San Severo ha cercato di spiegare al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Foggia il motivo per cui ha minacciato e aggredito Antonio Pio, un ragazzo con disabilità noto in città per il suo sorriso costante.
Le aggressioni sono avvenute in strada, sotto gli occhi di numerosi testimoni che sono subito intervenuti per soccorrere Antonio Pio e per aiutare le forze dell’ordine a identificare l’aggressore. Inizialmente, al 40enne è stato imposto il divieto di avvicinamento, per poi essere rinviato a giudizio con l’accusa di lesioni personali, minacce e atti persecutori.
Il processo, presieduto dalla giudice Gloria Carnevale del Tribunale di Foggia, si è concluso pochi giorni fa con una condanna a 1 anno e 8 mesi di reclusione. La giudice ha riconosciuto “il vincolo della continuazione” e applicato “le circostanze attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti contestate”. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 60 giorni.
Cinque sono gli episodi contestati all’imputato, comportamenti ripetuti che hanno “causato nella vittima un perdurante stato di ansia e paura per la propria incolumità, costringendola a modificare le proprie abitudini di vita”, come descritto nel capo d’imputazione. Antonio Pio, amante della vita sociale, si è visto privato del suo ‘ossigeno’: il contatto con la comunità.
Il primo episodio risale all’aprile dell’anno scorso, quando, “senza apparente motivo”, l’imputato “gli ha sferrato un pugno sul volto facendogli perdere l’equilibrio” e causandogli “un trauma contusivo al setto nasale”. Il giorno seguente, “uscito di casa, lo ha aggredito con uno schiaffo”.
Nelle settimane successive, il 40enne ha continuato a controllare Antonio Pio, “osservandolo da lontano mentre usciva dalla casa comunale” e “seguendolo con lo sguardo dalla sua Smart con il finestrino abbassato; poi, all’arrivo della madre, partiva cercando di seminarla”.
“Siamo estremamente soddisfatti della sentenza”, ha dichiarato l’avvocato Simone Moffa, rappresentante della vittima, “perché questa vicenda ha causato una notevole sofferenza ad Antonio Pio, che non meritava di vivere questa brutta parentesi di vita. Per un lungo periodo, infatti, non è uscito di casa per paura o lo ha fatto solo accompagnato dai genitori. Parliamo di una persona fragile che trova nel sociale e nello stare in comunità la sua ragione di vita”, ha sottolineato il legale.
“Il mio assistito ha vissuto un doppio dramma: da una parte il continuo timore di incontrare il suo aggressore e subire nuove violenze, dall’altra la privazione della vita sociale. Spero davvero che questa condanna metta la parola ‘fine’ a una vicenda triste, spiacevole e gratuita. Ora Antonio Pio potrà tornare sereno tra la gente”, ha concluso l’avvocato.
Lo riporta FoggiaToday.it.