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Tasi, Bortolussi: per imprese una stangata di almeno un 1 mln di euro

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
1 Marzo 2014
Economia //

(st)
Roma – SECONDO un’analisi compiuta dall’Ufficio studi della CGIA, la Tasi (il nuovo tributo sui servizi indivisibili) costerà alle imprese italiane almeno un miliardo di euro. L’importo, che la CGIA ritiene addirittura sottostimato, è stato calcolato applicando l’aliquota base dell’1 per mille. “Alla luce delle difficoltà finanziarie in cui versano moltissime Amministrazioni comunali – dichiara il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – questa situazione costringerà molti Sindaci ad applicare un’aliquota sugli immobili strumentali ben superiore a quella base. Di conseguenza, il prelievo che graverà sugli oltre quattro milioni e quattrocentomila unità immobiliari ad uso produttivo sarà sicuramente superiore al miliardo di euro inizialmente stimato dal nostro ufficio studi”.

Sempre l’Ufficio studi della CGIA ha elaborato anche una seconda ipotesi utilizzando l’aliquota del 2,07 per mille. Per quale motivo si è deciso di fare una simulazione con questa misura ?
La CGIA ricorda che sulla base delle decisioni prese ieri (venerdì 28 febbraio) dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’aliquota massima IMU più Tasi sulle abitazioni diverse da quella principale e sugli immobili strumentali potrà arrivare all’11,4 per mille.
Se teniamo conto che l’aliquota Imu media applicata a livello nazionale nel 2012 (il dato 2013 non è ancora disponibile) sugli immobili destinati ad uso produttivo è stata del 9,33 per mille, si deduce che l’aliquota Tasi del 2,07 per mille costituisce, nel nostro secondo caso, la soglia massima applicabile agli immobili strumentali. Infatti, corrisponde alla differenza tra l’11,4 per mille e il 9,33 mille.

“In questa seconda simulazione – sottolinea Bortolussi – l’aumento potrebbe superare addirittura i due miliardi di euro. E’ chiaro che ci troviamo di fronte ad un caso limite puramente teorico, tuttavia di una cosa siamo certi: il prelievo della Tasi su negozi, uffici e capannoni supererà il miliardo di euro”.

Dalla CGIA tengono comunque a sottolineare che la Tasi assorbirà la maggiorazione Tares pagata nel 2013 (vale a dire lo 0,30 euro al metro quadrato). Secondo le stime elaborate dal ministero dell’Economia, il gettito complessivo della maggiorazione dovrebbe aggirarsi attorno al miliardo di euro. Se togliamo la parte riconducibile agli immobili ad uso abitativo, quella riconducibile agli immobili ad uso produttivo dovrebbe valere qualche centinaia di milioni di euro (*) che, pertanto, devono essere sottratti all’aggravio provocato dall’applicazione della Tasi.

“E’ indispensabile che il Governo Renzi prenda atto di questa situazione – prosegue Bortolussi – e intervenga subito per modificare gli effetti della Tasi sulle attività produttive. Promettere la riduzione dell’Irap, il pagamento di tutti i debiti accumulati in questi anni dalla Pubblica amministrazione e l’istituzione di un fondo di garanzia per agevolare l’accesso al credito delle Pmi, va benissimo. Approvare nel primo Consiglio dei Ministri un decreto che aggrava ulteriormente il carico fiscale sulle aziende, non va assolutamente bene. Con la Tasi all’uno per mille – conclude Bortolussi – l’aggravio sugli immobili accatastati con la lettera D, vale a dire i capannoni, sarà di 649 milioni di euro. Una cifra imponente che rischia di mettere in ginocchio molte attività, soprattutto quelle di piccola dimensione”.

Redazione Stato

1 commenti su "Tasi, Bortolussi: per imprese una stangata di almeno un 1 mln di euro"

  1. COMUNICATO STAMPA
    economia
    1 marzo 2014

    TASI, CODACONS: PEGGIO DELL’IMU. PESERA’ DI PIU’ SU FAMIGLIE A REDDITO MEDIO-BASSO

    APPELLO DELL’ASSOCIAZIONE AI COMUNI: EVITARE STANGATA PER LE FAMIGLIE

    Il decreto Salva Roma approvato dal Consiglio dei Ministri potrebbe avere conseguenze pesanti per le tasche degli italiani e per le imprese, in relazione alla possibilità per i comuni di innalzare l’aliquota massima della Tasi fino ad un massimo dello 0,8 per mille.

    In base alle prime proiezioni, nei casi in cui Comuni decidano di applicare l’aliquota massima del 3,3 per mille, non solo la Tasi costerà più dell’Imu, ma addirittura finirà per pesare di più sulle famiglie a reddito medio-basso rispetto a quelle con redditi più elevati – spiega l’associazione – Ripercussioni negative anche per le imprese alle quali, secondo la Cgia di Mestre, il nuovo provvedimento costerà almeno un miliardo di euro.

    Rivolgiamo un appello ai Comuni italiani, affinché evitino l’ennesima stangata per le tasche delle famiglie e per le imprese, considerato che una maggiore tassazione equivarrà ad una ulteriore caduta dei consumi e ad un inasprimento delle difficoltà per le aziende già in crisi – conclude il Codacons.

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