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Malati oncologici: il silenzio degli ospedali

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
2 Ottobre 2010
Manfredonia //

Ospedale Manfredonia
Ospedale Manfredonia (image M.P.Telera)
Manfredonia – IL rapporto con l’ambiente è uno dei fattori determinanti sullo stato di salute della popolazione. L’esito dei lavori della Commissione OMS su ambiente e salute afferma: “ La salute umana è funzione della capacità delle società di gestire la integrazione tra le attività umane e l’ambiente fisico e biologico in modo tale da garantire e promuovere la salute senza incidere sulla integrità dei sistemi naturali dai quali dipendono l’ambiente fisico e biologico medesimo”. Solo tramite l’incrocio tra dati ambientali, territoriali e urbanistici, epidemiologici, di indicatori demografici che si può tracciare, per una determinata popolazione, il profilo di salute come inteso dalla definizione dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. La prevenzione di malattie di origine ambientale richiede un vasto sforzo che parte dagli stili di vita e alle misure istituzionali che consentono di garantire la sicurezza della popolazione.

In Puglia esistono specifiche condizioni di criticità dovute all’inquinamento ambientale. Secondo la delibera del Consiglio dei Ministri del 30 novembre 1990, sono indicate le aree ad elevato rischio di crisi ambientale: area di Brindisi che comprende anche i comuni di Torchiarolo, San Pietro Vernotico e Carovigno; di Manfredonia e di Taranto, dove i “livelli di contaminazione o alterazioni chimiche, fisiche o biologiche del suolo e del sottosuolo, delle acque superficiali e di quelle sotterranee determinano un pericolo per la salute pubblica, per l’ambiente naturale o costruito” (Burp n.150 DEL 26/9/08).

La Regione Puglia ha predisposto un elenco dei luoghi potenzialmente contaminati presenti sul territorio. Nel 2003 l’Arpa Puglia, sulla base di ulteriori segnalazioni pervenute agli Uffici del Commissario Delegato, della Regione e della stessa Arpa, ha provveduto ad aggiornare l’elenco classificando i diversi siti in base alla causa di contaminazione presunta. La tipologia di contaminazione prevalente è attribuibile alla presenza di discariche non controllate, accumuli depositi abusivi, sversamenti di oli combustibili, fanghi e rifiuti di amianto. In particolare modo il settore industriale ha esercitato un impatto sul suolo notevole, se si considerano i Siti di Interesse Nazionale (SIN), nei quali i risultati della caratterizzazione mettono in evidenza la contaminazione di suolo, sottosuolo e acque sotterranee. Nel territorio pugliese i Siti da bonificare sono: Manfredonia, Brindisi, Taranto e Fibronit-Bari. Il sito pugliese ove sono più avanzate le operazioni di bonifica è quello di Manfredonia (Focus).

MODELLI DI SVILUPPO ECONOMICO– Si tratta di territori in cui il modello di sviluppo economico scelto dal dopoguerra con le costruzioni di imponenti insediamenti industriali a ridosso dei centri abitati ha comportato un consistente degrado delle condizioni ambientali, responsabile del deterioramento dello stato di salute delle popolazioni residenti in prossimità delle zone industriali. Gli studi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che hanno indagato sullo stato di salute delle popolazioni delle aree a rischio di crisi ambientale, hanno mostrato aumenti di rischio delle comunità che risiedono in queste aree, soprattutto nel sesso maschile, della mortalità per tutti i tipi di tumore, e in particolare del tumore del polmone, della pleura, della vescica, nonché per patologie neoplastiche dell’apparato respiratorio e cardiovascolare. A questi studi si sono affiancati i progetti finanziati dal Ministero dell’Ambiente con i Piani di disinquinamento delle aree ad elevato rischio ambientale.

OSPEDALE SAN CAMILLO DE LELLIS – Un’estenuante lista di attesa tra esclamazioni ( “é la prima volta che qualcuno ci chiede questo tipo di informazione”) e dati irreperibili per cause tecniche (computer bloccati da guasti tecnici), nonchè consuetudini burocratiche di richieste da inoltrare al Direttore sanitario dell’Ospedale San Camillo De Lellis di Manfredonia, (con addebita mancanza di fogli prestampati per l’autorizzazione agli organi di stampa), il silenzio è l’unica risposta. Da circa un mese Stato ha cercato di contattare telefonicamente il direttore sanitario, ma la richiesta di consultare un’indagine sul numero dei malati oncologici del territorio di Manfredonia condotta del defunto Dott. Furio Oronzo, è caduta nel vuoto. Un silenzio accompagnato dalla scarsa collaborazione di una struttura sanitaria che si trincera di risposte evasive per una questione che ha mobilitato diverse associazioni e istituzioni nell’ambito della ricerca universitaria, anche a livello nazionale. Contattato anche l’ufficio di epidemiologia l’indagine si arena sulla ricerca faticosa di file datati. Eppure all’interno del Servizio Sanitario Regionale la tutela e la promozione della salute collettiva è declinata ai dipartimenti di Epidemiologia e di Prevenzione, per affrontare e potenziare i fattori di benessere, tutelando la salute con l’individuazione e la rimozione delle cause e i fattori di malattia.

MEDICINA DEMOCRATICA– Contattato telefonicamente il Dott. D’Angelo, presidente dell’Associazione Medicina democratica, conferma a Stato la presenza di un dossier di oltre 600 pagine, frutto di dati che confermano l’alta incidenza delle malattie neoplastiche sul territorio di Manfredonia causata dai fattori inquinanti presenti sul territorio. I dati di mortalità sono stati analizzati per l’insieme dei Comuni di Manfredonia, Monte Sant’Angelo e S. Giovanni Rotondo e per il solo comune di Manfredonia. Gli studi di epidemiologia evidenziano (come nelle analisi dell’OMS) gli eccessi per entità e tipologia delle malattie interessate, sono strettamente legate a importanti componenti di natura professionale e ambientale, evidenziando un gradiente di rischio che aumenta in prossimità delle sorgenti inquinanti.

REGISTRO TUMORI REGIONE PUGLIA– Tale ente nasce sulla base di intese e collaborazioni tra l’Assessorato alle politiche della Salute, Asl, Ares (Agenzia Regionale Sanitaria), Oer (Osservatorio Epidemiologia della Regione Puglia), Arpa (Agenzia Regionale per la protezione e prevenzione ambientale) e Università degli Studi di Bari. Secondo i dati sul tasso di mortalità in Puglia tra il 1998-2004 i decessi causati dalle malattie neoplastiche sono in netto aumento. Nei maschi il fenomeno riguarda gran parte della Provincia di Foggia, mentre nelle donne la mortalità più elevata si concentra in alcuni comuni sempre nella stessa zona. Un’elevata mortalità per tumori della trachea, dei bronchi e polmoni della popolazione maschile si osserva in alcuni comuni del Gargano.

L’inchiesta condotta da Stato anche se rallentata da fattori di inerzia burocratica, da inefficienze tecniche, rivela un sottobosco di notizie ignorate e ignote alla pubblica opinione che compromettono una corretta informazione e al tempo stesso un’efficace tutela della salute dell’intera popolazione di Manfredonia.

3 commenti su "Malati oncologici: il silenzio degli ospedali"

  1. Leggo con stupore e con preoccupazione di chi è allo oscuro di qualcosa da comprendere di come potesse accadere; in merito all’articolo di Maria Pia Telera circa la latitanza del Direttore Medico dell’Ospedale di Manfredonia.
    Sono assolutamente all’oscuro di tutto, per cui resto a disposizione della Sig.ra Telera e del giornale per qualsiasi informazione,dal momento che il sottoscritto da poco ha assunto le funzioni di Direttore Medico.
    Si prega pertanto contattarmi stesso mezzo per formalizzare poi l’incontro.
    Cordiali saluti
    Dott. Gentile Salvatore

  2. Dott. gentile Salvatore
    da comune cittadino mi auguro che lei sia più bravo nella sua professione di quanto è competente nell’uso della lingua italiana.

  3. Quando l’indice indica la luna, gli sciocchi guardano il dito. Il signor Bino sembra più attento al dito. Inviterei, invece, il dott. Gentile nella sua funzione di Direttore Medico dell’ospedale cittadino, ad esporre su questa tribuna, qual’è la situazione reale delle epidemiologia del territorio. Il problema, infatti, non è la latitanza del direttore medico, ma la mancanza di informazioni pubbliche.

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