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PCdI Manfredonia: bene approvazione documento programmatico

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
8 Settembre 2015
Manfredonia //

PCdI, il segretario cittadino Matteo Marziliano (archivio)
PCdI, il segretario cittadino Matteo Marziliano (archivio)
Manfredonia – LA sezione locale del PCdI,già partito dei Comunisti Italiani per conto del segretario cittadino Matteo Marziliano e del segretario della FGCI Felice De Cristoforo, accoglie con grande entusiasmo il documento programmatico approvato all’unanimità dal comitato centrale. Forte è l’auspicio di poter dar vita ad progetto politico in cui la sinistra possa essere da argano ad un PD reo di una negativa involuzione, progetto che parte dalla costituente Comunista e passa per l’aggregazione,anche a Manfredonia,di tutte le soggettività interessate costruire l’alternativa alla “grossa coalizione” che è un esigenza oggettiva, sociale e storica.

Documento approvato dal Comitato Centrale del PCdI. La ricostruzione, in Italia, di un Partito Comunista all’altezza dei tempi e dell’odierno scontro di classe e la costruzione dell’unità delle forze di sinistra sono gli obiettivi che da tempo persegue il PCdI. Tali obiettivi non sono separati l’uno dall’altro, ma l’uno, dialetticamente, alimenta l’altro, e la ricostruzione del Partito Comunista trova un terreno fecondo nella ricostruzione stessa dell’unità della sinistra: i comunisti e le comuniste, nell’essere protagonisti attivi, sul terreno delle lotte congiunte, dell’unità delle sinistre, ricostruiscono gli stessi legami di massa del Partito Comunista.

Il Partito Comunista, anche in Italia, è un’esigenza oggettiva, sociale e storica. E’ il bisogno di riconsegnare alla classe, ai lavoratori e alle lavoratrici, alle nuove generazioni, un Partito dal carattere internazionalista, antimperialista, anticapitalista, rivoluzionario e, insieme, fortemente unitario, motivazione e base materiale della sua ricostruzione. E’ il contesto internazionale e nazionale che rende ormai ineludibile la rimessa in campo di un Partito Comunista ben più forte di quelli presenti.

– L‘Unione europea non è nata dal “sentire” e dal volere dei popoli e degli Stati: è stato il grande capitale europeo ad accelerare violentemente e in modo antidemocratico i processi di unificazione sovranazionali del capitale finanziario e transnazionale. Abbiamo assistito alla costruzione di un’Unione europea segnata da un Parlamento e da istituzioni svuotati di democrazia, dominata dalla Banca Centrale Europea, dalla Commissione europea e dal FMI: la vicenda greca ha rappresentato in modo evidente i caratteri liberisti e brutali, antioperai e antipopolari di cui la costruzione europea è intrisa. Nel disegno di un’Unione europea concepita solo dal grande capitale, troviamo le basi materiali della distruzione, su scala continentale, dello stato sociale, dell’attacco durissimo contro il movimento operaio, contro i salari e i diritti, contro la democrazia: le basi materiali della sua stessa “germanizzazione”.

L’Unione Europea assiste oggi inerte, incapace di una proposta concreta e positiva, alla più grande crisi migratoria ed umanitaria del secolo XXI, la peggiore dopo la Seconda Guerra Mondiale, offrendo di se stessa un’immagine di disintegrazione. Essa ha l’enorme responsabilità di politiche coloniali, antiche e recenti, che hanno consegnato paesi africani e del Medio Oriente a regimi dittatoriali che hanno seminato terrore e portato miseria. A muovere queste guerre sono sempre stati potenti interessi economici e/o geopolitici perché l’Europa mantenesse la sua posizione dominante.

L’imponente e reazionario disegno “di costruzione violenta dall’alto” dell’Unione europea chiede oggettivamente e a gran voce la ricostruzione – negli ambiti nazionali e a livello sovranazionale – di un più forte movimento comunista, come cuore di un fronte unito di sinistra e di popolo. In Italia e in Europa.

-Sul piano planetario la crescita – economica, politica e militare – dei paesi del BRICS sta mutando i rapporti di forza internazionali a favore dell’intero arco antimperialista mondiale, riconsegnando speranze e senso strategico anche a quella parte del movimento comunista che opera, come in Italia, nelle condizioni capitalistiche più difficili; nel contempo, la stessa crescita dei BRICS è parte consistente del riacutizzarsi dell’aggressività militare imperialista, degli USA e della NATO. La guerra – anche di vaste proporzioni – torna ad essere, prepotentemente, una scelta verosimile, presente e scientemente perseguita dall’imperialismo. Si conferma la necessità di ricostruire un più forte Partito Comunista in Italia quale cardine di un nuovo movimento di massa contro la guerra e il riarmo.

Nel nostro Paese, la grave involuzione politica del PD – derivante anche dal nefasto autoscioglimento del PCI – ha portato, ormai da tempo, alla costituzione di “grosse coalizioni” di centro-destra quali interpreti puntuali e fedeli dei diktat iperliberisti dell’Ue, trasformando il PD nel “Partito della Nazione”.. Il jobs-act e l’accanimento contro il lavoro in tutti i suoi aspetti (dal salario, ai diritti, dalla sicurezza alla tutela della salute), l’attacco alla scuola pubblica e all’intero stato sociale, gli imponenti processi di privatizzazione, sono i segni più evidenti della subordinazione del PD, dei suoi governi di centro destra, del governo Renzi, al dominio liberista dell’Ue. Una subordinazione speculare a quella alle politiche di guerra degli USA e della NATO, che spingono il governo Renzi ad imponenti spese per il riarmo e al proseguimento dei pericolosi impegni sui vari fronti di guerra.

– Il Comitato Centrale del PCdI propone l’apertura di una campagna d’autunno, imperniata essenzialmente sulle grandi questioni sociali (dal jobs act alla scuola, dall’immigrazione alla democrazia istituzionale, dalla sanità allo stato sociale ai diritti negati a tanta parte del mondo femminile) e si impegna ad aderire e sostenere tutte le iniziative analoghe proclamate in tal senso. Chiede contemporaneamente un impegno forte a tutto il partito perché la fase del tesseramento si concluda entro e non oltre il mese di novembre.

Lo scorso 12 luglio, l’Associazione per la Ricostruzione del Partito Comunista, che il PCDI sostiene con convinzione, ha lanciato – in una grande manifestazione a Roma che ha concluso un primo ciclo di circa quaranta iniziative organizzate sull’intero territorio nazionale – il progetto della Costituente Comunista. Tale progetto – volto ad unire le forze, le soggettività e le individualità comuniste, organizzate e non organizzate, dal carattere politico e culturale affine, in un unico Partito – è pienamente condiviso dal partito.

Il PCdI, ritenendo giusto, necessario ed irreversibile il progetto della Costituente Comunista, propone ai diversi soggetti interessati di tenere il congresso per la ricostruzione del Partito Comunista entro la fine dell’anno. A tal fine chiama tutti i suoi dirigenti, i suoi iscritti, i suoi militanti, i suoi simpatizzanti, a lavorare ed impegnarsi per dare immediatamente vita, su tutti i territori, alla Costituente Comunista, come prima tappa essenziale per il Congresso di un nuovo e più forte Partito Comunista in Italia.

Approvato all’unanimità

(Roma 6 settembre 2015 – http://www.comunisti-italiani.it/)

2 commenti su "PCdI Manfredonia: bene approvazione documento programmatico"

  1. Come si può credere a questi che hanno frammentato la sinistra in Italia pur di crearsi un partito personale ognuno per conto proprio e che tutti insieme non hanno nemmeno ottenuto una rappresentanza al governo apparte il SEL di Vendola che ci è riuscito con l’inganno al PD e comunque si sta sbriciolando ugualmente, la gente non crede più nei partiti figuriamoci nella riesumazione del partito Comunista . SMETTETELA CHE NON SIETE PIÙ. CREDIBBILI.

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