Edizione n° 5338

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Una breve storia del Monte Carmelo (Avigliano)

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
16 Luglio 2015
Cultura //

La devozione per la Madonna del Carmine pare si sia diffusa in Avigliano prima che in altre zone della Basilicata, grazie ad alcuni reduci dalle Crociate, che “avevano portato dall’Oriente petti fregiati degli scapolari dell’Ordine del Carmelo”. Fin da quell’epoca, sulla vetta di una “montagnola”, alta 1228 metri e lontana circa 8 km da Avigliano, si racconta della presenza di una rudimentale capanna nella quale vi era dipinta l’immagine della Madonna. I ricordi precisi, però, hanno inizio a partire dal 1694, anno in cui ci fu la più terribile delle carestie ricordate, seguita da un terribile terremoto: la tradizione narra che le pareti delle case si distaccavano in maniera da lasciar penetrare la luce, chiudendosi, poi, istantaneamente; alcuni aviglianesi che erano in piazza Gianturco giurarono di aver visto il Castello e il campanile piegarsi due o tre volte, come se stessero cascando, e poi subito fermarsi nello stato primitivo, senza aver riscontrato alcuna lesione. La popolazione, spaventata, si rifugiò sulla “montagnola” e lì rimase accampata per quaranta giorni, durante i quali fece voto che se gli aviglianesi fossero tornati sani e salvi alle loro case, avrebbero proclamato la Madonna del Carmine loro protettrice.

Nonostante la violenza del sisma e la frequenza delle scosse, non si registrò alcun decesso tra gli aviglianesi e le abitazioni non riportarono alcun danno. Avendo, allora, attribuito il miracolo alla protezione della Beata Vergine, sciolsero subito il voto e decisero di acquistare la statua (quella che ancora oggi veneriamo) venne, stabilita la costruzione di una Cappella sulla “Montagnola”, ribattezzata Monte Carmine, e la celebrazione, ogni anno, di una festa, in Suo onore, con uno splendore tale da superare quello di tutte le altre svolte in Avigliano.

Due anni dopo, costruita la Cappella e acquistata la Statua, il Sindaco propose che la Beatissima Vergine del Carmine fosse proclamata protettrice di Avigliano: era il 26 settembre del 1696. La proposta fu accettata dal popolo con grande entusiasmo, ma si dovette attendere fino al 1811 perché l’autorità ecclesiastica del tempo la ratificasse ufficialmente.
Fu deliberato anche che ogni anno la statua della Madonna, il 16 luglio, fosse portata in processione sul Monte e che da questo fosse ricondotta in paese la seconda domenica di settembre, a ricordo del tempo che la popolazione passò accampata in quel luogo. Sempre nello stesso anno, fu istituita la Confraternita della Madonna del Carmine e gli iscritti, detti “fratelli”, vestivano un saio con cappuccio, simile per forma e colore a quello dell’ordine dei frati Carmelitani

La devozione alla Madonna del Carmine di Avigliano si diffondeva sempre più con il passare del tempo e numerosi erano i pellegrini che accorrevano anche dai paesi limitrofi, offrendo alla Madonna castelletti di cera (i cosiddetti ” cinti”). Questi erano portati a spalle durante tutto il percorso della processione e lasciati, poi, nella Cappella, a ricordo delle grazie ricevute. I devoti donavano alche altri oggetti d’oro, che pian piano formarono un tesoro inestimabile, con cui, nel giorno di festa, si “vestiva” la statua, portata in processione nella “cona”. Era, inoltre, usanza che l’ultima notte in cui la Vergine rimaneva sul Monte fosse fatta una veglia di preghiera fino al mattino.

(A cura di Don Antonio Verrastro)
(fonte: http://www.madonnadelcarmineavigliano.it)

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