Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pietro Carlo Padoan, ha illustrato al Consiglio le linee direttrici della Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (DEF), previsto dalla legge di contabilità e finanza pubblica. La Nota è stata condivisa dal Consiglio e verrà presentata al Parlamento per le deliberazioni conseguenti.
La Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza aggiorna il quadro macroeconomico rispetto ai dati dello scorso aprile e fornisce indicazioni sulle tendenze e gli obiettivi di finanza pubblica.
Il quadro macroeconomico è stato rivisto in linea con le recenti tendenze negative dell’economia. La stima aggiornata del tasso di crescita del Prodotto Interno Lordo del 2014 (-0,3% rispetto al 2013) indica che l’Italia è ancora in recessione. In questo quadro il deficit si attesterà al 3% del PIL per il terzo anno di fila.
Il quadro programmatico predisposto dal Governo, da perseguire con gli interventi e le politiche che saranno iscritti nella Legge di Stabilità, stima per il 2015 l’uscita dalla recessione e una crescita del PIL pari a +0,6% sul 2014; il rapporto deficit/PIL in calo a 2,9% (-0,1 punti percentuali rispetto al 2014); la disoccupazione in calo al 12,5%. Il rapporto tra debito pubblico e Pil è previsto al 131,6% per il 2014 e al 133,4% per il 2015.
Tra gli obiettivi programmatici del Governo per il 2015 è presente un aggiustamento del deficit strutturale pari a circa un decimo di punto percentuale rispetto al 2014. Il rallentamento del percorso di avvicinamento all’obiettivo di medio termine (MTO) – che verrà raggiunto nel 2017 – è compatibile con la flessibilità prevista dalle regole dell’Unione Europea, che contemplano la possibilità di deviazioni temporanee in presenza di riforme capaci di migliorare strutturalmente la competitività del paese e qualora si verifichi la circostanza di un severo peggioramento dell’economia (art. 5 del Council regulation 1466/97 del 7 luglio 1997 e art. 3 e 6 della L. 243/2012).
L’Agenzia delle Entrate ha nel tempo affinato le metodologie che consentono di stimare il tax gap dell’Iva, dell’Irap, nonché delle imposte dirette, Ires e Irpef sulle imprese e sul lavoro autonomo. Nel Rapporto si riporta, inoltre, la misura del valore complessivo delle imposte sottratte a tassazione (tax gap medio su base annua), pari a 91 miliardi di euro (7 per cento del Pil). I successi nel contrasto all’evasione e nell’aumento della tax compliance, insieme alla riduzione dell’area dell’erosione fiscale (cioè delle agevolazioni e dei regimi fiscali di favore), genereranno risorse aggiuntive che, come previsto dalla Legge Delega, saranno destinate interamente a finanziare sgravi fiscali, cioè a ridurre la pressione fiscale sui contribuenti che si comportano correttamente.
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