FOGGIA, 04/08/2022 – (corriere) Piantonato a vista. Con tre uomini piazzati 24 ore no stop davanti alla porta della rianimazione. Lo ha deciso ieri il prefetto, Giancarlo Di Vincenzo, d’accordo con il procuratore capo Giuseppe Bellelli e il sindaco Carlo Masci, dopo un vertice con i capi delle forze dell’ordine.
Fonte: ansa
Walter Albi è morto, ma Luca Cavallito è ancora vivo. E se dovesse farcela («Le sue condizioni sono lievemente migliorate», fanno sapere dall’ospedale) potrebbe dare lui stesso una svolta alle indagini, indicando agli inquirenti la pista per arrivare ai mandanti. Oltretutto Cavallito, che nel 2012 fu catturato insieme a una banda di Cerignola con 200 panetti di hashish in un’auto, pare non abbia mai interrotto i rapporti con certi ambienti. E la mafia di Cerignola, uno come il questore di Pescara, Luigi Liguori, la conosce bene avendo fatto per anni il capo della Mobile di Bari e lavorando a stretto contatto con l’ex pm Gianrico Carofiglio, che quelle famiglie ferocissime pugliesi ha descritto nel romanzo «L’estate fredda».
La mafia pugliese, ma anche la ‘ndrangheta, riciclano il denaro sporco dei traffici di droga investendo nei territori. Così, Albi e Cavallito potrebbero essersi buttati in un affare più grande di loro. E in questi casi, un killer, la mafia lo trova sempre. (corriere)