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Paolo Cascavilla “Dove va la Caritas? Atto II”

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
8 Maggio 2016
Manfredonia //

Manfredonia. ”Un diluvio di reazioni su “Stato quotidiano” (tutte rigorosamente anonime). I commenti non entrano neppure di sfuggita nelle questioni poste dall’articolo, ma sono carichi di livore e volgarità, di paura persino, come se si fosse scoperchiato qualcosa! L’articolo cerca solo di capire quale è il ruolo della Caritas diocesana e parrocchiale e il rapporto con il Comune di Manfredonia. Non pensavo di aver profanato un tempio. Come ricordavo nell’articolo ”Dove va la Caritas?” in questi ultimi mesi (ho l’abitudine di muovermi a piedi) ho incontrato decine e decine di persone, da me conosciuti ai Servizi Sociali, che mi hanno raccontato le loro difficoltà, in particolare la questione del lavoro, e più di uno mi ha detto con un certo fastidio che doveva andare alla Caritas per essere aiutato. Molti non sanno che coloro che vanno ai Servizi Sociali mal sopportano di essere mandati altrove. Hanno orgoglio e dignità e considerano il “pubblico” la loro casa. Se ci si meraviglia di questo, vuol dire non si conosce il 90% dei poveri di questa città.

La Caritas diocesana non deve fare assistenza, deve elaborare conoscenze, deve formare, deve pensare a interventi nuovi e confrontarsi con altri soggetti che compiono un analogo percorso (piano sociale di zona, piano della salute…). Sono le Caritas parrocchiali che devono intervenire nelle situazioni specifiche. La parrocchia, come si prende cura dei bambini (battesimo, prima comunione…), accoglie i defunti…, deve prendersi cura dei poveri. La parrocchia deve abbracciare l’intera sua comunità. Lo dice il Sinodo diocesano che ha stabilito orientamenti e norme. Il commento di una persona, che mostra di conoscere bene i meccanismi di funzionamento della Caritas, ha detto che il Sinodo è roba vecchia… Il Sinodo in effetti è vecchio di 25 anni.

“Un uomo venne aggredito e derubato da briganti e lasciato mezzo morto; passarono un sacerdote e un levita e guardarono altrove. Invece un samaritano, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi con il suo giumento, lo portò in una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente diede due denari all’albergatore dicendo: abbi cura di lui…”. Qui c’è tutto il lavoro sociale, la cura, il servizio di rete, l’aiuto che non si riduce al denaro… C’è la vicinanza, l’accompagnamento, il samaritano dedica del tempo prezioso… Ma queste sono chiacchiere e poi è roba di duemila anni fa!

Io non so come opera la Caritas diocesana, non mi interessa sapere se ha operatori professionisti o se ci sono solo volontari… Pongo invece un problema di pari opportunità e di regole.

La chiesa e la caritas possono cambiare come credono. Però, una cosa è la sussidiarietà (e ce ne è bisogno), altra cosa è la sostituzione del Servizio pubblico. E’ questione di diritti e di trasparenza. Tutti devono sapere.

Ancora con il Sinodo… Siamo nel 2016… Sveglia”. Mi aspetto che qualcuno dica: “Ancora il vangelo… Siano nel 2016”. Allora le persone si esponevano, parlavano direttamente, testimoniavano. Si guardavano negli occhi. Hanno inventato le parole, il linguaggio, le carezze.

Una comunità ha bisogno di regole, conosciute e riconosciute da tutti. Ha bisogno anche di generosità. Il piacere di donarsi reciprocamente tempo, pensieri, conoscenze, guardandosi, parlandosi, dialogando. Io scrivo solo sul blog. Poi gli articoli rimbalzano su facebook, su altri siti… Perché allora non ho accettato i commenti sul mio blog? Per una questione di tempo dal momento che non potrei rispondere a tutti. Ma è soprattutto perché l’anonimato è scorretto ed è noioso… “Duemila anni fa l’imperatore Traiano scriveva a Plinio il Giovane, governatore della Bitinia, affinché non tenesse in alcun conto le denunce anonime contro i cristiani: un detestabile esempio che non può appartenere al nostro tempo”. Duemila anni fa!

Un’ultima nota. Quando il commento anonimo (mi riferisco a quello contenente offese sul piano personale) viene dal popolo, da gente semplice… forse c’è da capire, vi può essere un pizzico di timore, è concepibile uno sfogo; ma quando proviene da persone che operano in Enti, in una cooperativa, dall’interno di uno schieramento politico… la situazione è diversa”.

(A cura del professore Paolo Cascavilla, fonte: futuriparalleli.it)

4 commenti su "Paolo Cascavilla “Dove va la Caritas? Atto II”"

  1. BISOGNEREBBE TAGLIARE L’ESERCITO DEI VAMPIRI POLITICI ITALIANI DEL 70% INTRODURRE LA PENA -E IL SEQUESTRO TOTALE DEI BENI E SUCCESSIVA VENDITA PER GLI AMMINISTRATORI, DIRIGENTI DELLO STATO, POLITICI IN GENERE REI DI CORRUZIONE, MALAFFARE, VOTO DI SCAMBIO E QUANT’ALTRO! SI RISPARMEREBBERO MILIARDI DI EURO DA DESTINARE AI SERVIZI SOCIALI, ALLA SCUOLA, ALLE IMPRESE AI CITTADINI! SOLO TRATTANDOLI –, FORSE L’ITALIA SI RISOLEVEREBBE! MA NON AVVERRA’ MAI PERCHE’ SONO LORO CHE LEGIFERANO. POCHI E PAGATI BENISSIMA —- (commento fuori tema,ndr)

  2. Io noto spesso che quando esce un articolo di Cascavilla, tra i commenti anonimi critici ci sono soprattutto tifosi di altri assessori, forse preoccupati che l’attivismo e la competenza dimostrata da Cascavilla nei suoi interventi faccia emergere l’inattivismo, l inconcludenza e l incompetenza di altri… Hanno paura di poter perdere la poltrona e lo stipendio e non saper come affrontare le spese familiari come potrebbe essere un mutuo o altro??? CERTI ATTUALI ASSESSORI si trovassero un impiego vero , anziché scaldare la sedia… Viva Cascavilla! Speriamo che ritorni presto…

  3. INFATTI E’ UN F.T. GENTILE REDAZIONE, UN PRETESTO PER DIRE QUANTO MI FA SCHIFO LA CLASSE POLITICA ITALIANA. NULLA DI PERSONALE CIRCA L’UOMO DELLA FOTO. SAREI FELICISSIMO SE I NOSTRI POLITICI SAREBBERO SOSTITUITI DA TEDESCHI, NIPPONICI, SVEDESI, IRLANDESI, ESCHIMESI, CAPI TRIBU’ RISERVE INDIANE, TUTTI FAREBBERO MEGLIO DI LORO IN ITALIA,PURTROPPO RIMANE UN UT0PIA. (ok, grazie, a presto,ndr)

  4. Mi sono permessa di rispondere al suo articolo perché stato quotidiano rende possibile commentare (ciò che invece non avviene sul suo blog). Questo, a quanto pare, deve avergli dato tremendamente fastidio (colpito e affondato?). Non ho risposto in forma anonima ma utilizzando il diminutivo del mio nome…o forse vuole anche indirizzo, codice fiscale, foto e numero di telefono? Il vangelo lo conosco bene. Lei? Dice di non sapere cosa fanno i servizi sociali o la caritas ma arranca il diritto di dare lezioni a tutti. Il bello è che molti, troppi sanno ciò che ha fatto lei in quindici anni. Quindi di cosa parliamo? Non è ridicolo? Per me si come per tanti altri!! Le auguro una buona serata. P.s: Può chiamarmi quando vuole per confrontarci faccia a faccia. Non ho alcun problema!!
    Una normale cittadina (peccato per lei non poter puntare il dito su enti, cooperative o chissà che altro per attirare l’attenzione)

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