Livorno – SONO riprese le ricerche dei dispersi a bordo della nave Concordia, naufragata venerdì davanti all’isola del Giglio. Per la prima volta la notte scorsa non si è lavorato sul relitto: i leggeri movimenti della nave di ieri hanno infatti convinto i soccorritori a interrompere le ricerche notturne. I morti accertati sono 11 e i dispersi 23.
Per cercare di accelerare la ricerca dei dispersi, gli uomini della Marina Militare hanno utilizzato delle microcariche esplosive per aprire dei varchi sulla chiglia della nave per riuscire così ad accedere in maniera più rapida alle parti sommerse.
I sommozzatori della Guardia Costiera hanno individuato cinque cadaveri (4 uomini e una donna tra i 50 e i 60 anni). Si trovano nei pressi di un punto di raccolta a poppa della nave. Un punto completamente sommerso vicino a quello dove l’altro ieri erano stati recuperati altri due cadaveri. I cinque indossavano tutti i giubbotti salvagente.
Intanto a distanza di un giorno dal ritrovamento sta risultando difficile l’identificazione del cadavere della sesta vittima ritrovato dai vigili del fuoco dentro il relitto dalla nave Costa Concordia. Si tratta di un uomo, un passeggero, rimasto intrappolato nel ponte 2. I carabinieri sperano di risalire all’identità tramite qualche indicazione presente sul giubbotto salvagente da confrontare con i dati della Costa Crociere.
DOMANI AUTOPSIE SU CINQUE CORPI – Sono state fissate per domani all’ospedale di Orbetello le autopsie su cinque vittime del naufragio. Gli esami saranno compiuti da esperti del dipartimento di medicina legale di Siena.
PROCURATORE, 15-20 DISPERSI FORSE NUMERO PICCOLO – “Parlare di 15-20 dispersi forse é un numero abbastanza piccolo”. Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Grosseto, Francesco Verusio, che indaga sul naufragio della Costa Concordia. Il procuratore è intervenuto alla trasmissione del Gr1 ‘Radio anch’iò. “Le operazioni di salvataggio – ha detto il pm rispondendo alla domanda sul perché non c’é ancora incertezza sul numero dei dispersi – sono state confuse e concitate, come può avvenire in certe situazioni. Contare le oltre 4000 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio una ad una non è un’operazione facile, ci possono essere persone che arrivate a terra hanno raggiunto le famiglie, altre possono essere state raggiunte dai familiari e non essere state censite”, ha detto Verusio. Il procuratore ha parlato anche della posizione del comandante Francesco Schettino. “Al momento le accuse sono di omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono di nave. Rischia fino a 15 anni di carcere”.
CLINI, VERRA’ DICHIARATO STATO EMERGENZA – “Lo stato di emergenza verrà dichiarato per consentire e attuare le misure necessarie in tempi rapidi, cioé corrispondenti alla sfida di evitare la dispersione in mare di oltre 2000 tonnellate di carburante stivate nei serbatoi. Abbiamo bisogno di procedere con urgenza, in tempo più brevi di quelli consentiti dalle procedure ordinarie”. A dirlo il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, su Canale 5, a proposito del recupero della nave Costa naufragata all’isola del Giglio.
C’é la possibilità di trovare altre persone vive a bordo della nave? “Considerando l’alto numero di dispersi non è da escludere, ma bisogna fare in fretta”. Così il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, intervistato dalla trasmissione ‘La telefonata’ su Canale 5 a proposito della nave della Costa. “I subacquei stanno facendo un lavoro molto rischioso – spiega – operando in condizioni molto difficili, ma necessarie per cercare di recuperare eventuali altre persone. Ora la priorità è salvare le possibili vite umane”.
“Bisogna fare in fretta perché le condizioni meteoclimatiche stanno per cambiare e anche per evitare e per prevenire rischi ambientali, perché l’eventuale rottura di serbatoi avrebbe effetti difficilmente valutabili”. Così il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, nel corso della ‘Telefonata’ di Maurizio Belpietro su Canale 5, riferendosi alla Costa Concordia. “C’é il rischio che la nave vada più in giù e non esistono mezzi meccanici per trattenerla – continua -. Stiamo operando in una situazione veramente al limite”.
Redazione Stato
fonte ansa