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“Somacis più forte dei cinesi”. E di Fitto (FT/VIDEO)

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
18 Maggio 2012
Manfredonia //

L'ingegnere Paolo Potenza, direttore dello stabilimento Somacis, sin dall'apertura nel 2001 (STATO@))
Castelfidardo/Manfredonia – UN investimento “nato anni fa” ma “bloccato dai politici nostrani”. Località Ortolino di Mezzanotte, Manfredonia. Zona DI/46, l’altra area del (mancato) sviluppo locale. Sviluppo parziale se riferito al Contratto d’Area, vidimato nel ’98 dal Governo Prodi, oggi un ricordo e con le aree rigonfie di aziende mohicane (nel senso di irriducibili alla crisi) e con capannoni di passati investitori acquisiti all’asta e ristrutturati per attività alternative.

Una zona, la DI/46, non ancora definita: un ibrido documentale tra ZPS/SIC e area industriale. A tutti gli effetti industriale, di fatto una configurazione non espressa. Parziale. Qui, nella DI/46, trova sede la SO.MA.CIS. Group Spa: sede madre (anglolofonamente ‘headquarter’) a Castel Fidardo , Ancona(Somacis Spa, da 1972). Somacis alla quale sono collegate la Somacis Holding Spa, di Castelfidardo, lo stabilimento, nato con i fondi del Cda, di Manfredonia (Group, come detto, in loc. Ortolino di Mezzanone, comparto 9, in produzione da febbraio 2001, “da gennaio 2003 h24 con l’80% di tutti i reparti”. Azienda firmataria del II^ protocollo aggiuntivo, con investimenti ammessi a contributo – in migliaia/€ – 7447, con contributi pubblici assegnati pari a 5.436, per iniziali 45 lavoratori) e la Somacis International srl di Castelfidardo.


Azienda dedita alla fabbricazione di circuiti stampati.
L’azienda madre svolge attività di fabbricazione di circuiti stampati (rigidi e flessibili e rifidi/flessibili), costruzione di apparecchiature e macchine elettroniche ed elettriche. Manfredonia ha ruolo di “consulenza amministrivo-gestionale e pianificazione aziendale; assunzione e gestione di partecipazioni societarie”; di fatto il semi-lavorato è prodotto a Manfredonia per essere completato poi nell’Anconetano. Da quanto riferito, la società ha stabilimenti anche in Cina (DSG), un altro a Castel fidardo per le tastiere a membrana (Tastitalia) ed uno in via di acquisizione a San Diego, USA, California meridionale (per la produzione. “Gli americani non acquisteranno mai materiale importato”) .


Nuovo impianto produttivo di high tech mass lam con laser direct imaging: AIA dopo 12 anni.
L’investimento nato da una contraddizione di fondo è quello di un nuovo impianto produttivo che ha ricevuto di recente l’AIA (autorizzazione integrata ambientale), dal settore ambiente della Provincia di Foggia, del responsabile del settore dr. Giovanni Dattoli (e dell’ex assessore ora presidente del Parco avv. Pecorella). Si tratta del nuovo impianto produttivo di high tech mass lam con laser direct imaging, per il quale la Somacis Spa aveva inoltrato istanza alla Provincia dell’attuale presidente Pepe il 05.03.2010, dopo la realizzazione del capannone e relativo insediamento a Manfredonia. “Ma – spiega a Stato il 43enne ingegnere nativo di Monte Sant’Angelo Paolo Potenza, direttore sin dagli albori dello stabilimento di Manfredonia – dopo l’istanza di procedura coordinata di AIA e VIA (Valutazione impatto ambientale) con relativa documentazione tecnica abbiamo dovuto attendere anni”.

La Provincia avvia infatti il procedimento una decina di anni dopo l’istanza (23.03.2010). Via favorevole. Dunque 2 Conferenze dei servizi: con richiesta di integrazioni, luglio 2010 e dicembre 2011; ma per arrivare ancora a definizione del procedimento bisognerà attendere il 27 aprile 2012 (“conferenza dei servizi che può ritenersi conclusiva” spiega l’Ente di Palazzo Dogana) con pareri favorevoli di Comune di Manfredonia, Arpa.

L’autorizzazione ha validità di 5 anni. La società è tenuta ad adottare le misure idonee a consentire il contenimento delle emissioni odorifere, da disposizioni normative, come gli altri limiti fissati (emissioni acustiche, oltre al conferimento dei rifiuti a società autorizzate. Eloquente a riguardo il caso della quasi vicina di area ex Rotopack, poi Metaflex, società entrambe fallite, e con presenza di rifiuti nella parte esterna dello stabilimento mai smaltiti. O si pensi alla Beton Costruzioni con sequestro preventivo di un’area adiacente il capannone).


La controversia ZPS/SIC e zona industriale. Il rischio sanzione della CE.
Ma al di là di situazioni ben diverse da quella di cui si racconta, quali le motivazioni di un’autorizzazione arrivata solo dopo 12 anni l’iniziale istanza? “La contraddizione di fondo – spiega l’ingegnere Paolo Potenza – è nata dal mancato superamento dell’equivoco zona industriale/zona ZPS (Protezione Speciale) o SIC (Sito interesse comunitario) nell’area. La zona è a tutti gli effetti industriale, non poteva essere altrimenti”.

Tuttavia, al tempo della sottoscrizione del Contratto d’Area a Roma – da parte del Governo Prodi (sinistra of course, ndR) – la Puglia era governata dal già parlamentare Raffaele Fitto. Superando l’ulivista Giannicola Sinisi ,il futuro ministro pidiellino diviene il più giovane presidente italiano di Regione. Nel 2005 Fitto sarà poi sconfitto dall’attuale governatore di Sel Nichi Vendola. A guidare al tempo il settore Ambiente il dottore Michele Saccomanno (attuale senatore), già assessore regionale alla sanità.

Dalla raccolta dati, per la definizione delle zone industriali dei patti territoriali sarebbe insorta un’ingerenza fra Regione e Governo con un successivo protocollo della UE che avrebbe configurato parte della DI/46 come SIC , per la riproduzione della gallina prataiola (“mai vista una in 12 anni”, dice una voce dall’area) e ZPS, valloni pedegarganci. “Un vero e proprio ostacolo che da un lato ha comportato un rischio sanzione per l’Italia da parte dell’UE (nelle more del completamento della procedura si continuò infatti negli insediamenti, con la Ce che non recepì le disposizioni territoriali) da un altro un insediamento a singhiozzo delle aziende, penso ad esempio ad alcune tintorie, ne cessanti di 50/80 mc di acqua al giorno”, dice l’ing. Potenza.

Focus. Si ricorda infatti che con Rete Natura 2000 si identifica una grande rete europea di aree naturali (distinte in ZPS, Zone di Protezione Speciale, previste dalla Direttiva “Uccelli”- e SIC, Siti di Importanza Comunitaria, previsti dalla Direttiva “Habitat”) “individuate per difendere la natura e la biodiversità continentale”. In Italia, a partire dal 1996, le ZPS e i SIC hanno fatto parte delle aree naturali protette e sono state tutelate pro tempore con le stesse misure di salvaguardia (tra cui il divieto di caccia) applicate per parchi e riserve naturali. L’appartenenza alla famiglia delle aree protette è stata ribadita da pronunce di TAR e Consiglio di Stato ottenute dall’associazione Verdi Ambiente e Società (VAS), che hanno sospeso il D.M. del 25.3.2005 con cui l’allora Ministro dell’Ambiente On. Matteoli aveva annullato l’equiparazione.

Nel frattempo, le associazioni ambientaliste svolsero un imponente lavoro individuando quali IBA-ZPS andavano designate in Italia e definendo un quadro dettagliato di misure a loro tutela. A lungo, tale lavoro rimase inapplicato, “portando l’Italia a subire sanzioni da parte dell’UE per carenza di designazione delle ZPS e provocando una serie di reazioni a catena tra cui la rapida designazione di ZPS (e il conseguente divieto di caccia in tali aree) da parte di Regioni, tra cui il Lazio, impegnate ad evitare sanzioni economiche (focus)”.

Nel maggio 2007, l’avvocatura generale della Corte di Giustizia europea aveva chiesto la condanna dell’Italia per violazione della ZPS “Steppe pedegarganiche” in Puglia, un’area di 30mila ettari di cui 7mila occupati da attività produttive. L’area, compresa tra Foggia e Manfredonia, aveva visto la realizzazione di insediamenti “che hanno distrutto il 90% delle steppe pedegarganiche, un’area pregiatissima dal punto di vista naturalistico dove vivono specie di uccelli rare quali la Gallina prataiola, l’Occhione, la Calandra, il Capovaccaio e il Lanario”, secondo Lipu Capitanata. Le sanzioni, in caso di condanna – per la LIPU – sarebbero potute arrivare ad un importo forfetario pari a 10 milioni di euro più una penalità giornaliera fino a 700mila euro. La Commissione europea aprì la procedura d’infrazione all’inizio del 2004 dopo il ricorso presentato nel gennaio 2001 dalla LIPU per le gravi e ripetute violazioni delle direttive comunitarie “Habitat” e “Uccelli”. “Violazioni causate dagli insediamenti industriali previsti dal Contratto d’Area di Manfredonia all’interno di un’area ad altissima biodiversità e tutelata dalla UE come ZPS e pSIC (Sito d’importanza comunitaria) della rete di protezione della biodiversità dell’Unione Europea”, dissero gli ambientalisti.

Nel 2006 il protocollo d’intesa firmato nel 2006 dalla Regione Puglia e dal Comune di Manfredonia – che prevedeva la compensazione tra i 400 ettari di Zona di Protezione Speciale (ZPS) trasformata dalle attività produttive (e che vantavano specie vegetali importanti oggi scomparse e sostituite dal cemento) e un’area di 500 ettari a Sud del Lago Salso – “la LIPU espresse molte critiche affermando che comunque non sarebbe servito a evitare la condanna”.

Ma l’Italia in ogni modo riuscì ad evitare nel 2008 la megamulta dell’Unione Europea, che avrebbe potuto comportare una “mazzata a otto zeri” con tagli importanti nei trasferimenti di fondi comunitari per il settennio 2007-2013 (ora in scadenza). Grazie alla diplomazia nei confronti dell’organismo di governo e controllo di Bruxelles la Puglia (con altre regioni italiane messe ancora peggio in materia) fu salva, con l’archiviazione da parte della CE della procedura d’infrazione per la mancata presentazione, nei termini temporali previsti, della classificazione e precisa collocazione geografica delle aree protette della Rete Natura 2000.

Al tempo fu l’ex assessore regionale all’ecologia Michele Losappio (giunta Vendola), ad inserirsi, nell’estate del 2005, nella “negoziazione” avviata tra governo nazionale e commissione europea dopo la pronuncia (negativa per l’italia ) della corte di giustizia. Da qui l’integrazione del documento con il quale veniva individuata la mappa definitiva delle cosiddette Zps. Nella versione provvisoria del documento erano state invece tralasciate (per questioni legate all’interpretazioni della direttiva comunitaria e risoltesi in una diatriba sulla necessita’ o meno di allegare all’elenco delle IBA important birds areas,la cartografia che ne fissava precisamente le coordinate geografiche) alcune significative zone collocate nel foggiano. Si trattava delle IBA ( arre fondamentali per le migrazioni degli uccelli) delle isole tremiti (343 ettari), dei laghi di varano, del promontorio del gargano e appunto della palude del golfo di Manfredonia.


La controversia come freno per gli insediamenti.
“A causa della diatriba – dice l’ingegner Paolo Potenza a Stato – la maggior parte delle aziende preferirono insediarsi nella zona ex Enichem, agro di Mont Sant’Angelo. Certo lì c’è il problema della Syndial, della bonifica in corso dell’area ma non le problematiche avute nella DI/46 per le infrastrutture. Oggi si lavora in zona con i pozzi artesiani; molte aziende hanno ancora (da ricordare che si parla ancora di avanzamento dei lavori a Contratto d’Area ultimato,ovvero con quasi tutte le aziende andate via e con l’insediasmento come detto di nuovi imprenditori che hanno acquisito alcuni capannoni all’asta, ndR) problemi con la linea telefonica, con l’Adsl si lavora con il fax. Per non parlare di tutti i limiti dimezzati per quanto rifguardo le procedure da rispettare per l’AIA e la VIA”.

Sicuramente la contraddizione tra ZPS/SIC e zona industriale – dice l’ingegnere Potenza – ha frenato sul nascere lo sviluppo della zona e dunque dello stesso Contratto d’Area. So che Campo e lo stesso Riccardi hanno tentato di risolvere la problematica ma per ora inutilmente Si spera prima che vada via Vendola (con il governo ora tecnico, ma con il passato di sinistra) che venga spostata l’area di riferimento a valle della SS89″.

Le attività della azienda vanno in ogni modo avanti attestandosi fra le poche realtà del CdA in produzione.Il settore delle telecomunicazioni assorbe il 70% delle attività (fra questi la prototipazione veloce ed il co-engineering) con portfolio clienti come Siemens, Nokia, Ericson, Alcatel, Texas Instrument,con applicazioni nel medical (raggi raggi-x, risonanze magnetiche, TAC), auto motive, Computer/IT/Storage, motherboards, workstation & PCB servers, mainframes, unità power supply, unità data storage, Industrial Automation, Consumer, Avionics, Military/Defence. L’azienda gode di certificazioni: ISO 9001, ISO uni 9100, 14001 (in corso); l’accreditamento NADCAP (settore aerospaziale), “6 mesi prima di Castelfidardo (nata nel 1972) – settore aerospaziale; “Manfredonia è stata la prima in Europa per tale certificazione, la II^ nel mondo (America). A livello di tecnologie siamo la prima azienda in Italia, fra i primi 5 in Europa”.

Il futuro: “siamo in evoluzione. Il segreto? La specializzazione”.“Nonostante la crisi congiunturale continuiamo ad espanderci (da fonti societarie: “crescita fatturato 10% annuo”, ndR). Oggi siamo una novantina di dipendenti (nonostante il report differente, quasi dimezzato, del Comune relativamente al personale, ndR), su 3 turni. Oggi è in Cigo il 30% dei lavoratori a rotazione dal 15 gennaio al 13 luglio 2012. In azienda non c’è mai stato un licenziamento, sono tutti ragazzi preparatissimi e giovani: età media di 27/28 anni (da Manfredonia a Monte, da Foggia al Sub Appenino). Come altrettanti sono stati i giovani venuti in azienda per la preparazione della propria tesi di laurea”. “Siamo riusciti a contenere la crisi grazie ad una particolare nicchia di clientela, l’High tec, e con la prototipazione rapida; in questo modo abbiamo evitato di avere concorrenti su piazza, una corsa dunque in solitario nel settore, lontana dalle produzioni inimitabili dei paesi asiatici”. Un gioco dunque d’anticipo sui cinesi e sulle contraddizioni/scaramucce dei politici italiani.

g.defilippo@statoquotidiano.it

VIDEO REPORT (LA PRODUZIONE – 17.05.2012)


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2 commenti su "“Somacis più forte dei cinesi”. E di Fitto (FT/VIDEO)"

  1. E’ cosi da sempre, un sogno diventa realtà e le istituzioni giocano con le galline prataiole e impiegati burocrati sulla vita di decine di dipendenti che vogliono solo…….Lavorare! E’ bello vedere che qualcuno ce la fa!

  2. Bella realtà della quale da tempo provo inutilmente a farne parte. Faccio il tifo per la So.Ma.Cis perchè la ritenevo e la ritengo un’azienda in grado di fare la differenza dal punto di vista occupazionale.Non cedete….buon lavoro

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Non ci resta tanto tempo. Il sogno non diventa realtà da solo: bisogna corrergli dietro. (Carlito’s Way)

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