Foggia – E’ emergenza caldo anche nelle carceri. In particolare la situazione più critica si registra nella Casa circondariale del Carcere di Foggia, che per tasso di sovraffollamento risulta essere tra i più alti in Italia.
Il Coordinamento sindacale penitenziario (COOSP), insieme al segretario generale, Domenico Mastrulli, rilevano casi eccezionali di proteste perpetrate con “battiture di inferriate, per mancanza d’acqua nelle celle, temperature intorno ai 35°C, e livelli aumentati di aggressività contro gli agenti penitenziari.”
Il COOSP si appella alle maestranze per chiedere urgenti misure d’intervento, specie in casi contingenti come gli ultimi, solo in ordine temporale riferiti a precarie, se non scarsissime misure d’igiene a tutela della sanità, e salubrità degli ambienti occupati.
Redazione Stato@riproduzioneriservata
Da: avv. Eugenio Gargiulo (eucariota@tiscali.it)
Uccidere un animale, per rabbia verso il suo padrone, fa scattare il carcere!
Rischia, per legge, il carcere chi uccide un cane senza alcun motivo, e solo perché nutre astio nei confronti del padrone. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione in una recente sentenza. (Cass. sent. n. 25889 del 13.06.2013)
Nel caso di specie, un giovane aveva sferrato un forte calcio all’animale, provocandone la morte, per il risentimento da questi provato nei confronti del suo padrone.
La Suprema Corte non ha concesso la sostituzione della pena detentiva con una pena pecuniaria (la pena pecuniaria è la pena sostitutiva della reclusione fino a 3 mesi): secondo i giudici, il pagamento di una somma di denaro non avrebbe indotto il reo a tenere in futuro una diversa condotta, né gli avrebbe consentito di capire la gravità del gesto, fatto di volontaria e gratuita crudeltà.
In merito si ricorda che chiunque, per crudeltà e senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 3 a 18 mesi (art. 544 bis cod. pen). E chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione a un animale, lo sottopone a sevizie, fatiche o lavori insopportabili, gli somministra sostanze stupefacenti o vietate è punito con la reclusione da 3 mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro (art. 544 ter cod. pen.).
Foggia, 24 giugno 2013 Avv. Eugenio Gargiulo
i delinquenti, i mafiosi, i pedofili, i criminali non meritano di vivere ma meritano di crepare in carcere… tanto i “giudici” li mettono fuori per buona condotta (o per altri cavilli legali) e ricommettono i reati… I carceri sono stra pieni di delinquenti perchè non c’è la pena di morte in Italia come negli usa….