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Manufatti con fibre amianto proprietà Casillo; Mongelli: bonifica

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
29 Agosto 2012
Foggia //

Foggia – “(…) PRESENZA di manufatti contenenti, tutto o in parte, fibre di amianto; Ex capannone commerciale in viale Candelaro a Foggia”. E’ quanto riscontrato dall’Ente in seguito a un verbale di sopralluogo di personale ispettivo dell’Asl Fg/3 (distretto Lucera) ed accertamenti del Nucleo Ecologia della Polizia Municipale riguardanti “in particolare lo stato di degrado del materiale impiegato per la copertura della volta di archi” dell’ex capannone in disuso, ad originaria destinazione commerciale, sito come detto in “via San Severo, angolo viale Candelaro” a Foggia.

La copertura in questione – di una superficie pari a circa 500 mq – risulta costituta da materiale “composito” a contenuto asbestotico (M.C.A) dopo esami dell’Arpa Puglia D.A.P. Fg sui campioni di tipo “materiale” e “ambientale”.

L’immobile privato (“un tempo ospitante ex attività dell’azienda agricola Civitavivaio (…), l’Officina Meccanica (…) ed altro esercizio commerciale”) è risulta in comproprietà dei fratelli Casillo: Angelo, Teresa, Di Biase dott. Michele, quale curatore fallimentare presso il Tribunale di Foggia dei rimanenti 2/4 di Pasquale, ex patron del Foggia, ed Aniello (con i germani nativi di San Giuseppe Vesuviano).

Oltre alla “manifeste condizioni di fatiscenza del manufatto in M.C.A., costituente la copertura del capannone, nonché di quest’ultimo, entrambi direttamente riconducibili al generale stato di abbandono, degrado ed incuria in cui versano da tempo (…)”

Inoltre e è stata riscontrata “la presenza incontrollata di rifiuti vari e speciali proditoriamente abbandonati da ignoti all’interno del cortile annesso al capannone” questo “nonostante l’esistenza di transenne metalliche poste a recinzione perimetrale della proprietà, erette a tutela della pubblica e privata incolumità a seguito di collabenza strutturale accusato dai prospetti dei fabbricati immediatamente a ridosso del capannone su via San Severo (…) che su viale Candelaro (…)”; inoltre riscontrata “(…) l’entità della superficie asbestotica complessivamente compromessa dalle ingiurie atmosferiche, incuria umana, nonché assenza di un piano di monitoraggio periodico dello stato superficiale del manufatto in M.C.A. (…)”, infine, segnalata nell’atto “l’ubicazione del capannone in un’area ad elevata densità abitativa, ovvero ad elevata concentrazione di civili abitazioni nelle immediate vicinanze dell’immobile in parola (…)”.

Da qui è stato ordinato ai proprietari dell’immobile “(…) l’esecuzione entro e non oltre gg. 30 (..) dalla notifica dell’atto (…) della messa in sicurezza della copertura in M.C.A. dell’ex capannone commerciale attraverso la rimozione, lo smaltimento presso discarica autorizzata, bonifica, restituzione e ripristino igienico/sanitario dello stato originario dei luoghi di proprietà e degli ambienti confinanti (previe certificazioni di monitoraggio ambientale delle fibre asbestotiche aerodisperse in modalità “ex ante” e “post operam”) a mezzo Ditta specializzata iscritta all’Albo nazionale delle imprese esercenti servizi di Smaltimento dei rifiuti (…); rimozione (…) stato originario dei luoghi dai rifiuti vari e speciali segnalati nelle pertinenze del capannone (cortile adiacente); adozione e/o ripristino di drastiche misure di confinamento, interdizione all’ingresso, controllo e sorveglianza, atte a proteggere e salvaguardare in modo esaustivo ed efficace la proprietà immobiliare”.

L’atto è stato notificato ai soggetti citati, al Comando Polizia Municipale Nucleo Ecologia e trasmesso per conoscenza alla Procura della Repubblica c/o Tribunale di Foggia, giudice delegato dott. Gentile Domenico e all’ufficio legale del Comune.

g.defilippo@statoquotidiano.it

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