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Introna: “Sulle internalizzazioni deciderà la Consulta”

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
30 Novembre 2010
Lavoro //

Vendola con Fiore (image: soccorritori118)
Vendola con Fiore (image: soccorritori118)
Bari – “LA firma del piano di rientro ( Firma Piano di rientro): bene per la Puglia, per la salute dei pugliesi e per i precari della sanità, in attesa della sentenza della Consulta. Soprattutto non è sconfessata la politica della Puglia contro la precarietà del lavoro”. Il presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna completa la sua valutazione, dopo le considerazioni a caldo, alla notizia della sottoscrizione del documento da parte del ministro Fitto e del presidente Vendola. “L’auspicio è che la collaborazione tra il Governo centrale e quello regionale non debba restare un fatto episodico”.

Per Introna “la Puglia ha dimostrato di avere i conti della sanità in ordine e che non poteva essere trascinata nel girone dantesco delle regioni canaglia.”. Ora l’attenzione si sposta ai provvedimenti. Soprattutto al piano per il Sud: “attendiamo di leggere meglio l’annunciato programma, nei particolari”. Peraltro, sulle “internalizzazioni è stata condivisa la posizione della Puglia e si attenderà il pronunciamento della Corte Costituzionale sul ricorso governativo contro le norme regionali”. “Non hanno preteso che venissero cancellate le assunzioni – ha concluso il presidente Introna – un risultato importante per la Puglia, che si è ispirata nelle sue scelte alla sconfessione del precariato nella sanità e non solo, per garantire fiducia nel futuro e certezze ai lavoratori sottopagati”.

Losappio: “Firmato il Piano di rientro ma non è quello della Giunta” – “CON la firma sul Piano di rientro è stato scongiurato il taglio dei finanziamenti statali alla Puglia e le conseguenze di una crisi di disponibilità finanziaria – ha detto in una nota il Presidente del Gruppo Sel, Michele Losappio – Oggi inizia la fase dei tagli, dei blocchi delle assunzioni del personale, del mancato rinnovo di quanti andranno a scadenza, della riconversione degli ospedali. E’ chiaro che quanto sta per accadere non ha nulla a che vedere con il Piano Sanitario della Giunta Vendola.Non c’era alcuna intenzione di ridimensionare, tagliare, riconvertire, chiudere nelle scelte del governo regionale e della sua maggioranza. Anzi, il Piano Sanitario di Vendola andava ad aprirsi al territorio senza contraccolpi e shock sul diritto alla salute dei cittadini. Se oggi questo non potrà accadere è solo perché Tremonti ed il Governo Nazionale hanno posto condizioni capestro alla Puglia che pure non ha le problematiche di deficit sanitario delle altre Regioni”.

Lanzilotta (Pdl): “La mala-fede di Losappio non ha limiti. Oltre i confini del pudore” – “La malafede del collega Losappio ha questa volta superato ogni limite. Sostenere infatti che il Piano di rientro proposto dalla Giunta-Vendola al Governo nazionale non conteneva tagli alla Sanità pugliese è una mistificazione che sfonda gli ultimi confini del pudore, a meno che non sia stato un mero incubo collettivo quello che vedeva l’Assessore Fiore discettare di 19 Ospedali e 2200 posti-letto in meno, più blocco del turn-over e valanghe di tickets. La verità è che il Governo non ha chiesto a Vendola nessun ‘piano di rientro’, ma è stato Vendola a supplicarlo di accettare il suo per poter disporre di 500 milioni di euro che aveva irresponsabilmente perduto con le sue politiche allegre degli scorsi anni, e senza i quali non sarebbe stato più nemmeno in grado di pagare gli stipendi al personale sanitario”. “A ciò si aggiunga che Vendola e compagni non hanno finora impedito il varo del Piano da loro stessi proposti per salvare qualche Ospedale o qualche posto-letto, dei quali altamente si impipavano, ma soltanto per continuare ad ingannare le loro clientele e ad agitare le loro bandiere ideologiche, all’insegna delle cosiddette ‘internalizzazioni’”.


Gianfreda: “Finalmente si può discutere nel merito del Piano di Riordino”
– Il Consigliere regionale dell’Italia dei Valori, Aurelio Gianfreda ha diffuso la seguente nota: “In merito alla sottoscrizione da parte della Regione Puglia e del Governo del Piano di Rientro Sanitario, esprimo soddisfazione per l’importante risultato raggiunto che evita il commissariamento ed ulteriori problemi alla Sanità pugliese. Da oggi si potrà finalmente discutere nel merito di un Piano di Riordino Ospedaliero che, pur dovendo soggiacere alle ‘lacrime e sangue’ evocate da Vendola, non può essere sotteso a strategie di smantellamento della Sanità pubblica, così come sembra avvenire con le annunciate chiusure indiscriminate di Ospedali che ricevono continuamente attestati di ringraziamento dai loro utilizzatori, con risultati economici positivi così come specificato dalle Aziende Sanitarie stesse. Ho avuto modo anche in Consiglio regionale di sostenere che la Regione avrebbe fatto bene ad aspettare le decisioni della Corte Costituzionale prima ancora di procedere alle internalizzazioni. Se fosse stata assunta allora tale decisione piuttosto che dopo, probabilmente avremmo ottenuto la sospirata firma molto tempo prima.Per quanto riguarda, invece, le specifiche chiusure di Ospedali, ho avuto modo nel corso dello stesso Consiglio regionale di sostenere quanto irrazionale e ‘demenziale’ possa essere ipotizzare la chiusura dell’Ospedale di Poggiardo che si qualifica per i risultati eccellenti sotto il profilo economico e perché serve un territorio (quello della Costa Orientale della penisola salentina) che a fronte dei 450 posti letto ipotizzati con la costruzione del nuovo Ospedale (se e quando sarà realizzato), si vedrebbe attribuiti circa 200 posti letto (quelli di Scorrano) qualora andasse a compimento l’ipotizzata chiusura di Poggiardo”.


Piano di adeguamento. Disabato: “Una grande occasione per qualificare la spesa sanitaria senza ulteriori tasse”
– “La firma del Piano di adeguamento della spesa sanitaria afferma finalmente le buone ragioni della Puglia da noi più volte ribadite”. Lo dichiara in una nota il capogruppo in Consiglio regionale de La Puglia per Vendola, Angelo Disabato. “I conti regionali sono in ordine – rileva Disabato – la sanità pugliese non è mai stata commissariata, la Puglia è l’unica Regione a ripianare il disavanzo sanitario con fondi propri a differenza di molte Regioni amministrate dal Centrodestra e dalla Lega, ha inoltre ottemperato a tutte le richieste del Governo nazionale anche quando questo ha messo a dura prova l’autonomia del Consiglio regionale”.

D.Cirasole (St)
D.Cirasole (St)
DA ALTAMURA IL PRESIDENTE DEL COMITATO SPA – SANITARI PRECARI ALTAMURANI – DOMENICO CIRASOLE: “PIANO DI RIENTRO. GIUSTIZIA è FATTA ?” “La vicenda dei Sanitari (medici, infermieri, tecnici) precari Baresi, Altamurani e Pugliesi è veramente finita. La parola fine è stata scritta dalla Corte Costituzionale nella sentenza N.333 del 24 novembre 2010. Chiarezza è fatta. Giustizia e fatta ? La Suprema Corte sentenzia che “l’art. 1, commi 1, 2, 3 e 4, della legge della Regione Puglia n. 27 del 2009, destinando l’intero ammontare dei minori costi derivanti da cessazioni del servizio negli anni 2009 e 2010 a nuove assunzioni, non rispetta i principi fondamentali stabiliti dalla legislazione statale in materia di coordinamento della finanza pubblica e viola, quindi, l’art. 117, terzo comma, Cost.. “, dice in un comunicato Domenico Cirasole, del comitato Spa sanitari precari altamurani.

“Dunque per i precari non vi è più nessuna speranza. L’inquietudine ci assale – dice Cirasole – Giorni di sensibilizzazione della popolazione, e di appello a tutte le forze politiche e istituzionali, sono servite a nulla.
E’ venuta a mancare la fiducia nelle istituzioni, e nella forza della legge, che viene a trasformarsi in pochi istanti”. Per questo il comitato chiede “un incontro urgente con il Governatore Vendola”. “In pochi istanti il diritto alla stabilità lavorativa (stabilizzazione del personale precario) diventa superato, anche se quasi del tutto maturato”.

“La vecchia normativa prevedeva che nel pubblico si accedeva per concorso, e in casi eccezionali per stabilizzazione, dopo 36 mesi e 21 giorni. Molti sanitari sono precari da molti più anni, e continueranno ad esserlo. Infatti, noi precari della sanità da molti anni abbiamo consentito l’apertura e la vita di reparti d’urgenza (utic-cardilogia, rianimazione, 118, pronto soccorso), in attesa di concorsi, che non sono mai arrivati. Abbiamo aspettato anche la stabilizzazione, e questa oggi c’è negata. Insomma siamo stati puniti per aver creduto nella nostra terra, e abbiamo voluto continuare a lavorare da precari (con contratti a volte anche trimestrali) per la nostra popolazione. Molti professionisti hanno scelto di andare in altre regioni, nelle quali i concorsi nei decenni precedenti venivano indetti regolarmente, ed ora all’età di 40 anni sono professionisti in pianta stabile, con tutti i diritti che ne conseguono. Noi no – dice Cirasole – Illusi che l’Italia fosse uguale in tutte le regioni, siamo rimasti, ed abbiamo continuato a sperare, com’è accaduto agli infermieri dell’assistenza domiciliare che ad esempio sono precari da più di dieci anni. Dieci anni di attese e speranze che oggi del tutto svaniscono.
E’ finita. Ora per tutti (medici, infermieri, tecnici), vi è un solo pensiero, trovare lavoro nel brevissimo tempo”.

“Si, dobbiamo trovare una nuova occupazione entro il 31.12.2010, perché dall’anno nuovo, in tutte le regioni vi sarà il blocco del turn-over – dice Cirasole – e quindi niente nuove assunzioni. Ma è ora che la popolazione Altamurana sappia che questa fuga repentina entro il 31.12.2010 del personale sanitario precario impegnato nell’ospedale di Altamura e di tutte le città della Puglia, determinerà il collasso degli ospedali. Infatti, ormai prossimi alle festività natalizie, e all’avvicinarsi del picco influenzale, il personale che ormai già da anni è in affanno perché meno di quanto dovuto, sarà costretto a turni di forza per garantire il servizio. Ma a parere di chi scrive a causa di questa fuga, alcuni servizi e reparti saranno chiusi, o ridotti, mentre in altri saranno garantiti solo disservizi. Il collasso degli ospedali è già in atto nella provincia di Bari, basta guardare ciò che accade in questi giorni nel Pronto Soccorso dell’ospedale Di Venere, nel quale è tutto esaurito, e i ricoverati sostano per giorni su barelle. Tutta colpa dei tagli. Ma la situazione dell’ospedale Di Venere non è molto diversa dall’ospedale di Altamura e negli altri ospedali. A breve quando i primi professionisti precari daranno le dimissioni, la situazione anche ad Altamura e negli altri ospedali si farà dura. Ad oggi già due ginecologi hanno dato le dimissioni, per firmare contratti con più garanzie, e con scadenza non a breve tempo. Si, perché altrove i professionisti hanno contratti della durata minima di 24 mesi, mentre il sottoscritto ha visto solo contratti della durata di 6 mesi”.

Ma secondo Cirasole, “la fuga a breve riguarderà anche i rianimatori , cardiologi, radiologi, medici del pronto soccorso, tecnici, dietiste e non da meno gli infermieri che in tutto sono 37, e quasi tutti impegnati in reparti d’urgenza (pronto soccorso, utic-cardiologia, rianimazione), e nell’assistenza domiciliare. Concludendo, la sentenza della suprema Corte ha fatto chiarezza, e giustizia, ma causerà a breve danni irreparabili per l’ospedale di Altamura, e negli altri ospedali di tutta la Puglia. Il sottoscritto, in nome del comitato S.p.A. (sanitari precari altamurani), di tutti i precari della Puglia, e di tutta la popolazione altamurana e pugliese, rivolge un ulteriore appello a tutte le forze politiche ed istituzionali, a tutti i livelli, di voler discutere, ed in breve tempo risolvere la grave situazione dei sanitari precari, e delle conseguenze, ovvero ricadute che la popolazione subirà.
Il diritto alla salute è di tutti, e tutte le forze politiche devono impegnarsi a garantirlo. Ricordo che “la salute diventa precaria, se è garantita da personale sanitario precario”, conclude Domenico Cirasole presidente del Comitato Spa (Sanitari precari Altamurani).

n.marchitelli@statoquotidiano.it

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