Manfredonia, 14 novembre 2019. “Induceva le donne a spogliarsi, approfittando per palpeggiarne i seni e i glutei o sfregando i propri genitali sui loro corpi (..)”.
“Divieto di esercitare la professione medica per 6 mesi”
Stamani, gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di P.S. di Manfredonia, con l’ausilio della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Foggia, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare che dispone gli arresti domiciliari ed il divieto di esercitare la professione medica per sei mesi, nei confronti di un medico in servizio presso l’ospedale di Manfredonia.
Si tratta di un uomo del posto, senza precedenti penali: Nicola Bisceglia, 13.04.1957, dirigente medico – P.O. Manfredonia Radiologia. Il dato è stato confermato a StatoQuotidiano dagli inquirenti.
Nell’ordinanza, emessa dal GIP del Tribunale su richiesta della Procura che ha diretto le indagini, vengono contestati al suddetto professionista cinque episodi di violenza sessuale, commessi tra il 2004 ed il 2019, aggravati dalla circostanza di essere stati commessi da un incaricato di pubblico servizio nell’esercizio delle proprie funzioni.
“Le costringeva a subire atti sessuali contro la loro volontà”
“Il medico, nel corso degli accertamenti sanitari condotti nei confronti di sue pazienti presso l’Ospedale di Manfredonia, abusando della loro condizione di inferiorità psichica derivante dal rapporto di dipendenza psicologica paziente-sanitario, le costringeva a subire atti sessuali contro la loro volontà”. Così, dalle indagini degli agenti del Commissariato.
“In particolare, il medico, in alcuni casi prospettava la possibile sussistenza di patologie che in realtà erano inesistenti, e ciò al fine di provocare uno stato di choc tale da rafforzare l’affidamento in lui da parte delle pazienti, ovvero utilizzava la scusa di dover effettuare particolari approfondimenti diagnostici, specie con l’utilizzo di un ecografo, di cui in realtà non c’era bisogno, o che comunque erano inconferenti rispetto alle reali necessità”.
Fondamentali le denunce delle donne
“Con tali espedienti induceva le donne a spogliarsi, approfittando per palpeggiarne i seni e i glutei o sfregando i propri genitali sui loro corpi. In alcuni casi, quasi come se si trattasse di una vera e propria visita ginecologica, le toccava nelle parti intime anche penetrandole con le dita, lì dove invece le pazienti si erano a lui rivolte per eseguire accertamenti su parti corporee del tutto diverse come una spalla, l’addome, lo sterno e, in un caso, addirittura un tallone”. Così dalle indagini degli agenti.
Da un caso del 2019 è partita l’indagine
L’indagine si è basata solo su dichiarazioni e altri riscontri. I casi accertati, come detto, sono 5 uno 2004 uno 2005 due 2017 e uno 2019 Da quest’ultimo è partita l’indagine.
I fatti, le presunte violenze ai danni delle pazienti, sarebbero avvenute tutte nel reparto in questione.
A cura di Giuseppe de Filippo, g.defilippo@statoquotidiano.it
Mi domando… Ma chi per un dolore al tallone si fa togliere le mutande??? Ahhahaha….