“Basta, così si ‘paralizza’ un processo importante”. Lo sfogo, dopo l’ennesimo rinvio, vede difese e parti civili concordi seppur con motivazioni differenti.
Il processo per l’omicidio di Omar Trotta, proprietario de ‘L’antica bruschetta’ di Vieste, è stato rinviato a settembre, sette mesi dopo l’ultima udienza. Trotta è stato ucciso il pomeriggio del 27 luglio 2017, davanti alla compagna e alla figlioletta.
Gli imputati sono Angelo Bonsanto, detenuto nel carcere di Augusta per un’altra causa, e Gianluigi Troiano, arrestato a Granada, in Spagna, e in attesa di estradizione. Troiano, latitante per circa due anni, è accusato di essere il ‘basista’ dell’agguato. I due sono difesi dagli avvocati Luigi Marinelli e Salvatore Vescera.
Il processo, in corso presso la Corte d’Assise del Tribunale di Foggia, è bloccato a causa di problemi tecnici legati all’incompatibilità tra le piattaforme italiane e spagnole per la videoregistrazione delle udienze. Questo ha causato un rinvio a settembre, inserito nel già fitto calendario di udienze del Tribunale e della Direzione Distrettuale Antimafia.
“È necessario trovare una soluzione al più presto”, ha dichiarato l’avvocato Salvatore Vescera, difensore di Troiano. “Il mio assistito ha diritto a difendersi in aula, sia in presenza che da remoto. Chiediamo quindi che venga disposta al più presto l’estradizione, anche temporanea, o che si risolva il problema tecnico che sta bloccando il processo”.
Anche l’avvocato Ermenegildo Russo, rappresentante della compagna della vittima, concorda: “La verità che attendiamo continua a essere ritardata per problematiche tecniche che nulla hanno a che fare con le parti processuali. Questo ritardo incide sul desiderio di giustizia della mia assistita”.
L’avvocato Luigi Marinelli, difensore di Bonsanto, aggiunge: “Bisogna superare questo gap tecnologico, altrimenti risulta complicato andare avanti con queste incertezze legate alle dichiarazioni dei collaboratori”.
Il processo ripartirà a fine settembre; per quella data si dovranno allineare le piattaforme di videoregistrazione o ottenere l’estradizione temporanea dell’imputato detenuto in Spagna. Complessivamente, sono una trentina i testimoni indicati dal pm della Dda di Bari e dalle difese. Secondo l’accusa, l’omicidio si inserisce nella guerra di mafia in corso a Vieste dal gennaio 2015, per il controllo dei traffici di droga, che ha causato una decina di vittime, tutte giovanissime.
Lo riporta FoggiaToday.