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GUERRA Foggia. Ombre e misteri sull’industria chimica bellica nazista rimasta da sempre segreta

L'arte della guerra è antichissima. Già alla fine del 1800 gas di varia natura per uso bellico venivano prodotti in via Manfredonia a Foggia

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
26 Febbraio 2024
Cronaca // Cronaca //

di Dino Alice

Foggia. L’arte della guerra è antichissima. Già alla fine del 1800 gas di varia natura per uso bellico venivano prodotti in via Manfredonia a Foggia,
ma anche a Margherita di Savoia e in tante altre parti della Puglia e d’Italia.

Secondo una ricognizione storica ufficiale i gas usati in Etiopia nel 1936 gli aerei da bombardamento Pomilio partirono proprio da Foggia, da via Manfredonia, dove esistevano al fianco del più grande granaio d’Europa 2 ciminiere di altiforni che scendevano nel sottosuolo per 40 metri, oggi una è visibile di fronte al cimitero cittadino, dove si lavorava il metallo e l’acciaio per costruire missili e ordigni lacrimogeni di ogni genere, con il passare del tempo e con la società dei fascisti con i nazisti, si è passato a stipare nella maggior parte del sottosuolo della Provincia di Foggia, gas: iprite e fosgene, nonostante la produzione fosse vietata da una convenzione mondiale e nonostante l’Italia fascista fu sanzionata dalla Comunità Internazionale per aver usato armi non convenzionali durante l’invasione dell’Etiopia.

A Foggia esistono diversi siti lunghi per decine di km che raccontano questa triste storia. Con il tradimento degli italiani nei confronti dei tedeschi, gli stessi nazisti per ordine di Hitler, sigillarono i sotteranei presenti nei vari Borghi intorno alla città di Foggia, le polveriere e soprattutto all’Incoronata, ma anche a San Severo, lungo la tratta ferroviaria. Anche Manfredonia fu investita per stipare i carichi di gas, con un binario che sfociava proprio sul lungomare e che negli ultimi anni è stato cancellato per annientare la storia di Foggia illustre protagonista della prima e seconda guerra mondiale. Foggia, dove sorgeva la produzione dei micidiali gas, (tutti i pozzi di via del Mare sono inquinati ma non è mai stato riferito da che tipo di sostanza tossica ndr).

Dalla stazione di Foggia, fino all’agosto del 1943 si tentava di spostare cavalli da guerra per l’Albania, migliaia di cavalli che dovevano partire ed erano stati allevati e requisiti nella Provincia di Foggia, oltre alle armi pesanti e leggere prodotte in via Manfredonia, nel sottosuolo dell’ex Consorzio Agrario oggi abbandonato e in fase di bonifica anch’esso siccome è proprio costruito contemporaneamente all’inizio del fascismo opere civili mimetizzate con quelle militari segrete.

Che cosa rimane del tradimento storico degli italiani ai tedeschi? Tutto il sottosuolo che non è penetrabile in nessun modo pieno di ordigni bellici di natura gassosa illegale. I nazisti lasciando Foggia, presa dagli Americani a fine agosto 1943 e dopo 15 giorni di settembre l’Italia firma la resa senza condizioni, documento ancora valido nel 2024. Foggia è su di una polveriera come affermò il Prefetto di allora solo sulle pagine del quotidiano “la Gazzetta del Mezzogiorno” preparando i foggiani a tristi epiloghi sempre possibili. A distanza di quasi 10 anni, nulla ancora si conosce su quanto hanno ritrovato sottoterra nella Provincia di Foggia. Ci sono cantieri senza tabella in ogni parte della città, per lavori particolarmente pericolosi…Dopo 80 anni mettiamo l’anima in pace il sottosuolo foggiano e i suoi misteri rimarranno sempre tombati. Ma fino a quando?

Gazzetta Mezzogiorno 11 10 2017 (1)
1917 Pubblicità Pomilio (1)
il granaio pìù grande d’Europa e l’altoforno per armi pesanti (1)

 

1 commenti su "Foggia. Ombre e misteri sull’industria chimica bellica nazista rimasta da sempre segreta"

  1. I siti che sono a nord della ferrovia sono conosciuti, l’Arpa potrebbe eseguire le analisi sui suoli e sulle acque sotterranee. Moltissimi fusti di iprene e altri gas dovrebbero essere ancora seppelliti nell’ area prospiciente la cartiera di Foggia, c’era la fabbrica della Saronio che la produceva in loco.

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