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La Cassazione difende e giustifica la “pausa caffé” durante il lavoro

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
26 Novembre 2012
Casi e Sentenze // Manfredonia //

Tazzina caffè (fonte: blog.bar)
Anche per i magistrati della Suprema Corte la pausa caffé, durante gli orari di lavoro, può avere un effetto benefico. È quanto hanno stabilito i supremi giudici della Corte di Cassazione con la sentenza n. 4509/12, in cui sottolineano che può essere tollerato il break, limitato però a “pochi minuti”, perché permette di recuperare le energie psico-fisiche e favorisce un successivo migliore espletamento del servizio. Una notizia questa confermata anche da recenti studi della New York University dove si precisa che una breve pausa caffé aiuta il cervello ad elaborare ed immagazzinare informazioni nuove.

Tuttavia se, per gli ermellini del Palazzaccio, il break di qualche minuto è lecito, altre piccole, leggere, abitudini possono costare care ai lavoratori italiani. Infatti il vademecum dei comportamenti stilato dalla Corte mette in pole position, tra le situazioni a rischio licenziamento, l’assenza immotivata dell’impiegato dalla propria postazione lavorativa. Tra le leggerezze poste sotto osservazione l’allontanamento per andare a ricaricare il cellulare, lunghe chiacchierate al telefono su faccende personali utilizzando la linea telefonica dell’ufficio, un atteggiamento poco collaborativo, se non addirittura, offensivo verso i colleghi e l’abilità nel rovinare il clima lavorativo mettendo zizzania.

Un vero vademecum del comportamento che, se non viene preso in considerazione dai lavoratori, può comportare, se non il licenziamento in tronco, sicuramente un bel trasferimento! Difatti tra le motivazioni cui si appellano i giudici della Suprema Corte per confermare un licenziamento o trasferimento si specifica, ad esempio, che le “troppe chiamate private ledono il rapporto fiduciario con l’azienda se vengono fatte da chi svolge un’attività che richiede particolare attenzione”. Oppure che un atteggiamento troppo incline a passare subito al litigio considera il “contatto fisico violento fra i due litiganti, tale da integrare gli estremi delle percosse, anche se non necessariamente delle lesioni personali”. Idem per chi è maestro nel mettere zizzania tra i colleghi, imputato di “rovinare spesso l’ambiente di lavoro”.
Ovviamente, in tutti i casi considerati, tutto dipende dall’occupazione e dagli incarichi che si ricoprono.

In conclusione è il caso di dire addio alle telefonate fiume o pause caffé che nascondano una messa in piega, la spesa al supermercato o un’ora di jogging!

(A cura dell’avv.Eugenio Gargiulo)

1 commenti su "La Cassazione difende e giustifica la “pausa caffé” durante il lavoro"

  1. Sono daccordissimo che la pausa caffè ci vuole specie per i lavoratori che svolgono mansioni d’ufficio e che quindi devono per pochi minuti cambiare anche aria,non stanno poche ore al giorno ma tante,ci vuole!!!!!!!!

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