Foggia. ”Lascia esterrefatti la replica del presidente del Parco del Gargano alla notizia, divulgata da Alternativa Libera, dell’interrogazione parlamentare rivolta dall’on. Segoni ai Ministri dell’Ambiente e dell’Interno sulle occupazioni e costruzioni abusive alla foce del Candelaro. L’improbabile difesa del presidente Pecorella si fonda sul fatto che, come noto a tutti, dopo l’alluvione del Gargano del settembre 2014 la Procura della Repubblica di Foggia ha avviato un programma di abbattimenti di opere abusive all’interno del Parco a seguito di ordinanze di demolizione divenute definitive, utilizzando un fondo di 500 mila euro messo a disposizione dal Parco. Si tratta di somme che giacevano colpevolmente inutilizzate da oltre un decennio nelle casse dell’Ente e che le associazioni ambientaliste da anni chiedevano di impiegare. L’intervento della Procura della Repubblica, come ha avuto modo di dichiarare il Procuratore Leonardo de Castris, è scaturito dalla constatazione di una perdurante inerzia delle amministrazioni locali nella lotta all’abusivismo sul Gargano. Non si capisce quindi come il presidente Pecorella possa intestarsi questo risultato che peraltro non c’entra nulla con l’oggetto dell’interrogazione.
I parlamentari interroganti hanno infatti chiesto di sapere quante ordinanze di ripristino siano state emesse dall’Ente parco per gli abusi perpetrati negli ultimi anni alla foce del Candelaro. Dovrebbe sapere infatti, il presidente Pecorella, che per giungere agli abbattimenti bisogna prima accertare gli abusi e ordinare ai trasgressori di demolirli. Anche su questo aspetto la risposta del Parco è stupefacente. Sostiene infatti il presidente Pecorella, da ormai cinque anni alla guida dell’Ente, di non disporre dei poteri interdittivi e sanzionatori previsti dall’art. 29 della legge quadro sulle aree protette in quanto non risultano ancora approvati il Piano del Parco ed il relativo regolamento. Ci chiediamo allora cosa abbia fatto in questi cinque anni il presidente Pecorella per dare finalmente al Gargano, dopo vent’anni dalla sua istituzione, questi importanti strumenti di tutela del territorio. Al presidente Pecorella vogliamo però dare un’informazione che evidentemente ignora: il legislatore nazionale, forse prevedendo le italiche lungaggini per l’approvazione dei piani, con l’art. 6 della legge quadro introdusse le misure di salvaguardia, tuttora vigenti nel parco del Gargano, che contemplano quegli stessi poteri interdittivi e sanzionatori che il presidente si duole di non avere.
Secondo l’ultimo rapporto Ecomafia 2015 di Legambiente, la Puglia è al primo posto nella classifica generale dell’illegalità ambientale con 4.499 infrazioni accertate e resta sul podio per il ciclo illegale del cemento e per i reati contro la fauna. Tra le province, quella di Foggia si classifica al sesto posto nazionale con 802 infrazioni. In questo quadro desolante, non vedere quello che succede quotidianamente alla foce del Candelaro, come pure in tante altre zone del Gargano, e che è riscontrabile da qualsiasi computer confrontando le foto aeree degli ultimi anni, significa abdicare al proprio ruolo di difensore e custode del territorio, per preferire quello più comodo, innocuo e politicamente redditizio di taglianastri.
(Foggia 01 febbraio 2016 – Alternativa Libera Foggia)
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