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G.Lauriola: Manfredonia Vetro, unità sindacale. Forno? 3 opzioni

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
1 Marzo 2013
Manfredonia //

Il segretario provinciale della Filctem Cgil Gino Lauriola (statoquotidiano)
Manfredonia – “L’UNITA’ sindacale non è buona ma totale. Siamo percorrendo una linea unitaria, con le istituzioni locali, regionali e nazionali per difendere le realtà industriali che producono lavoro”. Lo dice a Stato Luigi Lauriola, segretario segretario provinciale della Filctem Cgil, replicando ad alcune affermazioni indicate in un testo relativo all’attuale vertenza lavorativa della Manfredonia Vetro, del Gruppo Sangalli, interessata da una recente attivazione di ammortizzatori sociali (Cigo), con 200 dipendenti diretti, oltre i 50 (tra linee Satinato e magnetronico, vetro piano cui è stata applicata ad una delle facce, con un procedimento di polverizzazione magnetica, un rivestimento metallico); circa 450 gli occupati considerando anche l’indotto (80 invece i dipendenti della Zadra Vetri, del Gruppo Sangalli, attualmente in Cigs, dopo la chiusura dello stabilimento).

“Forse certi toni allarmistici sono esagerati – dice Lauriola – parliamo di fallimenti, di bluff Contratto d’Area: forse ci dimentichiamo del Nord Est e della crisi mondiale in quasi tutti i settori industriali. Innanzitutto una precisazione: parliamo di maestranze di alta professionalità, con un dialogo mai mancato negli anni con la proprietà e le parti sociali. Ricordo che c’è stata una contrattazione di secondo livello già al terzo anno di vita, prima della scadenza. A tutti i lavoratori sono stati riconosciuti tutti i diritti riconosciuti dalla legge e per contratto. Ma di quale scarsa informazione e dialogo parliamo? A febbraio ci sono state due assemblee per la Cigo, l’unità sindacale non è mai stata messa in discussione e lo stesso dicasi per la condivisione delle scelte tra lavoratori, sindacati, istituzioni nazionali-regionali e locali”.

Il futuro. “Considerando la situazione di recessione economica mondiale, si è forse verificata una sovraproduzione di vetro, da qui le riduzioni stabilite, da qui il sotto costo, anche considerando la mancata ripresa del settore edile, comparto base per l’economia aziendale. Non dimentiamo la presenza di un porto dimezzato a Manfredonia ; un porto che non consente la movimentazione delle merci verso il nord Africa, verso la Grecia, ma anche verso la Spagna e la Francia. Se pensiamo che Manfredonia da anni non può più usufruire di un rimorchiatore proprio ma deve rivolgersi a Molfetta la configurazione negativa, a livello di supporto esterno, è completa”.


Di certo, l’attivazione della Cigo ha portato gli istituti di credito a sviluppare riflessioni diverse quando interpellati per l’elargizione di fondi. L’azienda ha presentato un piano di rientro, di ristrutturazione che in ogni modo attende di essere approvato”. Sul forno di produzione: “quanti soldi servirebbero per la ristrutturazione di un forno di produzione installato nel 2011 e con scadenza naturale di vita di circa 14-15 anni? In base al tipo di interventi che bisognerà fare: 8, 16 o 20 milioni di euro. Noi siamo fiduciosi”.

g.defilippo@statoquotidiano.it

16 commenti su "G.Lauriola: Manfredonia Vetro, unità sindacale. Forno? 3 opzioni"

  1. Della “precisazione” si poteva anche fare a meno poiché ci sono un sacco di falsità che non voglio neanche elencare; farsi della ” pubblicità ipocrita” in questo momento lo trovo veramente squallido; bisognerebbe concentrarsi nel trovare soluzioni per salvaguardare una realtà come e’ la MVe invece mi sembra che si stia “accompagnando” l’azienda alla chiusura dimostrando solo sui giornali che avete fatto il possibile.
    Il resto dell’articolo e cioè la cronaca di quello che sta succedendo la condivido in pieno!!

  2. Gentilissimo Lauriola, ma di quale nord est parla, la prego lasci stare la crisi mondiale con il contratto d’area non c’entra nulla. Le aziende sono andate via da mmmmolto prima che iniziasse la crisi.
    Nel nord est gli imprenditori gli opifici gli hanno costruiti con i propri denari non con quelli dei contribuenti.
    Inoltre le aziende del nord est sono state tirate su nel tempo, acquisendo know out e quote di mercato di giorno in giorno, aziende create con l’ausilio di banche locali, gli imprenditori ipotecavano anche le loro case per costruire capannoni ed acquistare impianti.
    Tutte piccole e medie imprese costituite da piccoli imprenditori del posto nel nord est, non come è accaduto a Manfredonia dove chi ha partecipato ai vari protocolli proveniva da tutte le parti d’Italia.
    Se non fosse stato per l’indiscriminato ingresso dei prodotti a basso costo immessi dalla Cina sul mercato Italiano, sotto gli occhi di tutti, sindacati e Stato compreso, molte delle imprese del nord est starebbero ancora li. La crisi mondiale poi a completato l’opera, per non parlare del fiscal drag, e della pressione sul costo del lavoro
    Eppure vorrei sapere; chissà perchè se una azienda non si comporta bene con un dipendente i sindacati sono capaci di scioperi generali e di proteste in genere. Se invece aziende estere usurpano il nostro territorio creando concorrenza sleale con prodotti a basso costo, con manufatti di scarsissima qualità, magari fabbricati in altre aree geografiche da bambini sfruttati nei capannoni, il sindacato, lo stato nè si muove e nè denuncia.
    Mi scusi ma non è anche questo difendere il lavoro?

    Molte Aziende che hanno usufruito del contributo del Contratto D’area erano già fallite o quasi in altre aree geografiche Italiane, molte di loro hanno creduto bene, illo tempore di inoltrare domanda per l’ammissione del finanziamento nelle nostre aree industriali, visto che le commissioni esaminatrici dei contributi e dei relativi business plan, diciamo erano “poco esperte ed attente”.
    Se vuole in separata sede gliele elenco azienda per azienda.
    A nessuno gli venne poi in mente che se una azienda chiudeva, delocalizzava, falliva, gli impianti acquistati con il contributo del contratto d’area quindi con i soldi dei contribuenti dovevano rimanere negli opifici manfredoniani?
    Quante aziende stanno facendo ancora business in europa con gli impianti acquistati con i nostri soldi?
    A si, forse qualcuno se ne è dimenticato di metterla come clausola nei vari bandi del contratto d’area, che se un impresa beneficiava del contributo successivamente falliva o andava via, gli impianti dovevano rimanere in loco costituendo così una sorta di patrimonio delle città di Manfredonia, Monte Sant’Angelo Mattinata.

    Ma lo sa quante aziende del contratto d’area dopo aver avuto il contributo per la realizzazione dei capannoni industriali successivamente li hanno ipotecati ed acquisito liquidità dalle banche, mettendo anche in difficoltà istituti di credito, fornitori e successivamente sono scappati con il bottino.
    Allora gentilissimo Sindacalista, mi spiega cortesemente tutto ciò cosa c’entra con la crisi internazionale? Ma veramente secondo lei chi parla di fallimento di contratto d’area usa toni esagerati ed allarmistici?

  3. tu hai —fatto il —–di tutti gli operai della Mnafredonia Vetro … nessuno ti vuole … fatti da parte…—- troppi guai fin ora.

  4. Complimenti al sig.Lauriola per le belle parole e la fiducia
    Data alla MV……….
    Ma il personale qualificato dov’è riconosciuto??
    Nei suoi discorsi?????
    La contrattazione di secondo livello, quali benefici ha portato a gli operai????????
    Pubblicità ………solo pubblicità.

  5. stiamo arrivando anche da voi arrendetevi siete circondati……..altro che Grillo tu sei un Guru senza paragoni sei un millantatore che vende l’anima al padrone pur di avere i tuoi torna conti di contrattazione di secondo livello c’è stata solo x chi hai barattato tessere sindacali x poi raggirarli a i tuoi scopi di scambio con l’azienda.

  6. Ma perchè in piena crisi mondiale il Gruppo Sangalli ha aperto un nuovo stabilimento al nord sapendo di non poter trovare nuovi partner?
    Semplice sta facendo lavorare al nord mettendo in cassa quelli del sud ?Ora vuole gli altri soldi dal governo per rifare il forno e poi continuare con la cassa .

  7. LEGGETE: l’ARTICOLO NON E’MIO.

    Mi chiedo però vi sembra normale?

    Chi crede che nelle tesorerie dei partiti politici italiani scorrano fiumi di danaro allora non conosce le entrate finanziarie delle organizzazioni sindacali.

    In Italia, gli iscritti, più o meno consapevoli (più sotto vi spiegherò il perché di questa affermazione), ad un sindacato si aggira intorno ai 18.000.000. Accipicchia, mica pochi!

    Secondo gli ultimi dati trovati, risalenti al 2006-2007, i soli iscritti a CGIL-CISL-UIL sfiorano di pochissimo i 12.000.000; numero arrotondato per una più facile lettura. La CGIL, maggior confederazione sindacale, conta circa 5.700.000 iscritti, la CISL 4.400.000 e la UIL 1.800.000. Poi, ci sono confederazioni più piccole come l’USB (Unione Sindacale di Base, ex RdB) con ben oltre 1.000.000 di iscritti, i COBAS con oltre 500.000 iscritti, l’UGL con circa 700.000 iscritti (anche se ne dichiara molti di più per aver maggior peso nei confronti del governo di turno), la CONFSAL, la CONFEDIR e almeno un’altra decina più o meno rappresentativi sia a livello nazionale “di comparto” che locale.

    Soffermiamoci sui numeri quasi certi forniti dalla triade CGIL-CISL-UIL e cerchiamo di calcolarne gli introiti.

    Innanzitutto, bisogna sapere che le ritenute sindacali si calcolano sul lordo della busta paga e si aggirano tra lo 0,5 e l’1%. Qualche volta, anche un po’ di più. Pertanto, un lavoratore “medio” con salario/stipendio “lordo” di 2.000 Euro (circa 1.200-1.300 netti) verserà al sindacato al quale è iscritto tra i 10 e i 20 Euro mensili mentre a lui verranno decurtati tra i 7 e i 13 Euro. Diamo uno sguardo a ciò che incassa il sindacato che, ricordiamolo, non paga tasse su qualunque introito. Per evitare polemiche, farò riferimento alla percentuale più bassa, e cioè quella che calcola solo 10 Euro.

    Pigliamo, ad esempio, CGIL-CISL-UIL. Il calcolo è semplice: 10 (incasso medio mensile in Euro per ogni lavoratore o pensionato) x 12.000.000 (numero di iscritti) x 13 (numero di mensilità annue) = 1.560.000.000, in lettere: un miliardo e cinquecentosessanta milioni l’anno. Alla CGIL toccano circa 741.000.000, alla CISL 572.000.000 e alla “povera” UIL solo 234.000.000. La leggera differenza tra il totale e i subtotali è frutto dell’arrotondamento.

    La cifra, in realtà, potrebbe essere più alta laddove esistano compensi accessori (incentivi e produttività) e quattordicesime non incluse nel presente calcolo.

    Si tenga presente che dei 12.000.000 di iscritti a CGIL-CISL-UIL, oltre 5.700.000 sono pensionati. Quindi, quasi la metà. Alcuni di loro versano i contributi sindacali a loro insaputa (ecco il “più o meno consapevoli ” scritto prima) dato che in alcuni casi la trattenuta sindacale viene effettuata quando il lavoratore non disdetta l’iscrizione prima di andare in pensione.

    In questo conteggio non aggiungo gli introiti derivati dai patronati, dai CAF, dai corsi di formazione e dal 5/1000. Come pure mi asterrò dal conteggiare eventuali incassi (anche se fossero solo rimborsi spese) provenienti dai famigerati fondi pensione. Se aggiungessi questi cospicui introiti, è molto probabile che al 1.560.000.000 si aggiungerebbe una cifra di pari grandezza e forse anche superiore. Quindi un totale di circa 3.000.000.000 (tre miliardi) di Euro l’anno.

    Lo stesso conteggio lo si può fare con il totale dei versamenti dei 18.000.000 di iscritti (esce fuori quattro miliardi e mezzo) o singolarmente per gli altri sindacati.

    Per correttezza, c’è da dire che il confronto tra CGIL-CISL-UIL e i sindacati più piccoli è quasi impossibile, non solo per la cifra incassata dai primi che è enormemente più alta, ma anche perché le spese sostenute dai piccoli sindacati sono in proporzione molto superiori. Per esempio, se CGIL-CISL-UIL hanno un patrimonio immobiliare degno del Vaticano, i sindacati più piccoli spesso pagano l’affitto per le loro sedi.

    Chiaramente, la mancanza di bilanci pubblici rende impossibile una lettura approfondita di introiti e spese e le confederazioni se ne guardano bene dal pubblicarli. Chissà perché… Senza contare che i sindacati, essendo paragonati alle onlus, non pagano tasse, a cominciare dall’ICI.

    Ora, la domanda che mi/vi pongo è questa: a fronte di questo fiume di danaro incassato, i sindacati (soprattutto la triade confederale CGIL-CISL-UIL) fanno gli interessi dei lavoratori e dei pensionati?

    Mio commento, con queste cifre parliamo di una lobby, di una casta oppure di chi dovrebbe difendere i lavoratori?

    Cordialmente vi saluto, Antonello Scarlatella

  8. egregio lauriola non è sicuramente questa la sede dove discutere di certe cose io sono la moglie di un’operaio che a gennaio le ha fatto una disdetta per dei semplici motivi. 1 ci sono due aziende all’interno dello stabilimento che sono inquadrati tutti e dico tutti al secondo livello dove ci sono figure che meriterebbero almeno il quinto livello vale a dire D1
    2 entrambi le aziende non prendono il premio di produzione eppure sono le aziende che vendono più vetro
    Allora mi chiedo o in quell’azienda ci sono operai di serie a e altri di serie b o lei non ha detto tutta la verità. Sul forno sono sicuro che si rifarà sul porto no comment non è la causa di nulla magari non è attrattivo ma non è vitale a sangalli saluti attendo risposta

  9. Basta con queste aziende che chiudono e lasciano a terra nel vero senso della parola i nostri operai. Se chiudi allora vendi e RISARCISCI i danni sociali ed economici che arrechi al territorio e i suoi cittadini. Speculazione solo speculazione e niente sviluppo.

  10. quando una azienda è in crisi lo è tutto i gruppo caro lauriola mentre qui si parla di chiudere solo Manfredonia, mentre l’altro stabilimento và a gonfie vele….. quindi complimenti per il suo allineamento a sangalli….. poveri operai che rimarranno senza lavoro..

  11. Se per Berlusconi la magistratura e’ il cancro dell’Italia, be’ voi Sindacati siete la —-del nostro Paese.

  12. Ragazzi secondo me non dovete preoccuparvi,finora il DOTT. SANGALLI ha dimostrato di voler restare a tutti i costi a Manfredonia e produrre ,specialmente adesso che MAGNETRONICO E SATINATO vanno a gonfie vele,lo ha detto in tante occasioni,poi la crisi perche e di questo che stiamo parlando c’e ed e presente in tutta EUROPA,molti stabilimenti del vetro hanno chiuso,invece la MANFREDONIA VETRO pur dando il prodotto sotto costo,sta andando avanti,da l’inizio di febbraio ha spostato al 15 Marzo la mandata a rottame cio vuol dire che si sta tendanto di non chiudere,ragionate se voleve scappare se ne andava nel 2009.
    certo se eliminerebbe tanti sprechi all’interno della fabbrica che purtroppo non posso elencare,per non prendermi una denuncia,ma credo che lui sa chi lo circonda..

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