Manfredonia – ANCHE un pezzo della diocesi di Manfredonia a Rio de Janeiro – nei giorni scorsi – per la Giornata Mondiale della Gioventù. Stato ha intervistato don Leo Abbascià, parroco di Zapponeta e direttore dell’Ufficio missionario diocesano, presente fra i 4 milioni di giovani raccolti attorno a Papa Francesco a Copacabana.
La scelta di partecipare alla GMG “dall’altra parte del mondo” è maturata fin dallo scorso anno in don Leo, che non aveva mai fatto quest’esperienza: “Alle soglie dei 50 anni, prima di non poter essere più definito giovane, ero curioso di vedere la Giornata mondiale della Gioventù, e insieme a don Antonio de Padova, direttore dell’ufficio del turismo diocesano, abbiamo deciso di partire”.
Con don Antonio e don Leo altri 12.000 giovani italiani: “I giovani sono partiti già il 19 Luglio-spiega don Leo- i primi giorni sono stati di preparazione e conoscenza, attraverso esperienze di volontariato nelle famiglie brasiliane. Poi la settimana dal 23 al 29 luglio è stata caratterizzata per i primi 4 giorni da momenti di catechesi ed attività varie, gli ultimi giorni hanno visto invece i giovani assieme al Papa, nella via Crucis, nella veglia di preghiera, e infine nella messa conclusiva a Copacabana, domenica 28 Luglio”.
Ciò che più di tutto ha colpito ed emozionato don Leo, sono state le testimonianze dei giovani che “parlavano di Gesù come innamorati, senza frasi fatte, né vergogna o paura di essere fraintesi o derisi. In tanti inoltre si sono accostati al sacramento della confessione, giacchè Papa Francesco, nei suoi discorsi ha insistito molto sull’importanza del perdono e della misericordia.”
In Brasile don Leo non ha potuto fare a meno di notare la differenza abissale fra ricchezza e povertà, fra la città fatta di lussuosi grattaceli e le favelas arroccate sulla montagna, l’una sull’altra “In alcuni quartieri poveri mancano l’acqua e l’elettricità, ma non manca mai il sorriso, la gente, seppur povera, è felice. Durante la giornata, nessuno chiede l’elemosina per strada, ma quando scende la sera, le strade ed i ponti si riempiono di gente costretta a dormire per terra”. Per fortuna-aggiunge- i cosiddetti ricchi hanno avuto l’abilità e la decenza di non farsi notare troppo fra la folla dei pellegrini, se non durante la messa conclusiva: “vi era infatti un settore di posti riservati a persone che sembravano benestanti.” racconta don Leo.
In mezzo a tanti sorrisi, spiccava quello benevolo di Papa Francesco, don Leo parla di un Papa “umano, che non ci pensa due volte ad avvicinarsi alla gente, in particolare ai sofferenti, non come un’autorità, ma come un uomo ed un sacerdote, che non bada al cerimoniale e non esita a scendere dalla papamobile per abbracciare chi gli corre incontro”.
Poi il sacerdote ricorda con ammirazione, la visita del pontefice ad una comunità di recupero per tossicodipendenti presso Rio: “Adesso che avete conosciuto il vero amore, sappiate viverlo bene, senza ricadere nel tunnel della droga”- ha detto Francesco agli ex tossici. Per don Leo vedere il Papa in Brasile è stato molto diverso che vederlo a Roma: “All’udienza in Piazza San Pietro, ci sono massimo 100 mila persone, a Copacabana eravamo un fiume di 4 milioni di fedeli, un colpo d’occhio incredibile!” Don Abbascià racconta di non essersi voluto avvicinare molto al Pontefice poichè: “Il Papa è a Roma, noi possiamo vederlo spesso, invece per molti ragazzi sudamericani, che probabilmente non verranno mai in Italia, la GMG è stata l’unica possibilità di incontrarlo, ho preferito non togliere spazio a loro”.
Bello, ma anche difficile è stato per Don Leo il ritorno alla realtà della nostra diocesi: “Mi ci è voluto qualche giorno per smaltire gli effetti del fuso orario- scherza- e forse non ho avuto ancora modo e tempo di portare nella mia quotidianità lo spirito della GMG, ma sono pronto per un nuovo anno pastorale e spero di portare nella mia attività pastorale e diocesana un po’ dell’entusiasmo e della gioia di testimoniare Cristo che ho sperimentato in Brasile, e che da noi forse un po’ manca. E’ importante-come ha detto Papa Francesco- che la GMG non sia solo un fuoco d’artificio, ma un impegno a fare testimonianza di fede ad ogni età ed in ogni ambito della nostra vita.”
(A cura di Annapina Rinaldi – aprinaldi@alice.it – Redazione Stato)
La notizia è falsa: dei 4 milioni di presenti in festa, solo 100 mila erano lì per giubilare con Papa Francesco.
I restanti scarsi 4 milioni di presenti erano i curiosi accorsi per salutare don Antonio de Padova.
Ih ih ih ! ! !
La mia è tutta invidia… mi sarebbe piaciuto esserci e condividere delle emozioni così forti.
Don Leo e don Antonio: che il Signore possa sempre donarvi le energie per condurre i giovani (ed i meno giovani come me) verso i veri valori della cristianità
4 milioni di persone sono andate in Brasile per vedere il papa e noi a chi aspettiamo?
Un caro saluto a Don Leo e a tutta Zapponeta da Giuseppe Armillotta, bancario in pensione.
Un papa,Francesco,tale e quale al clero della nostra diocesi!Poco interessato a (proprietà immobiliari,ndr) (diritto di critica,ndr)